Gaza, l'sms di Israele: “Andate via”. E noi costretti a traslocare ancora
KHAN YUNIS – Ce ne stiamo andando di nuovo. Lasciamo Khan Yunis, gli israeliani ci hanno informati stamattina che l’area orientale della città deve essere evacuata immediatamente perché sarà obiettivo di attacchi. Hanno diviso l’area in due blocchi, a ognuno dei quali è stato assegnato un numero. L’esercito israeliano ha detto che il blocco “42”, in cui vivevamo noi, deve andar via subito.
Ci siamo messi a lavorare senza fermarci un secondo, per traslocare. Siccome tutta Khan Yunis è considerata zona militare, Israele ha diffuso volantini e inviato messaggi sui cellulari dei residenti avvertendo di spostarsi a Rafah, vicino alla frontiera egiziana. Dobbiamo evacuare la casa in cui vivevamo in 26, portando con noi tutto ciò che serve: coperte, masserizie, vestiti pesanti per l’inverno. Trasferirsi non è semplice. Una famiglia che vive accanto a noi ha deciso di restare: «Siamo anziani - dicono - in sei non sarebbero in condizioni di partire: rimarremo a qualsiasi costo»
Io ho la mia auto, e abbiamo noleggiato un furgone. Manca tutto, trasporti, benzina, e noi siamo molto fortunati. Facciamo due o tre viaggi finché non ci saremo trasferiti tutti. Trascorrere un’altra notte qui sarebbe troppo pericoloso: andiamo nel centro di Khan Yunis, e domattina andremo a Rafah. Lì è più sicuro, la nostra missione ora è trovare un luogo in cui poterci trasferire. Scuole e rifugi sono stracolmi. Dobbiamo trovare un appartamento normale, o almeno “quasi” normale. Qui a Khan Yunis centro stanno arrivando migliaia di persone, e la maggior parte non sa dove andare. L’area da cui molti provengono è stata sotto intenso attacco aereo tutta la notte e stamattina.
Nella nostra area gli israeliani stanno già bombardando e attaccano case, moschee, persino i campi. La gente ha abbandonato tutto ed è fuggita tra le esplosioni. Il bombardamento continua senza tregua. Il messaggio degli israeliani diceva era che ce ne saremmo dovuti andare «al più presto possibile». Quando ci hanno avvertiti erano già iniziati i bombardamenti. Stanotte dormiremo in città tutti e 26 in un piccolo appartamento di due stanze. Domattina presto andremo a Rafah, come molti, a cercare un posto da affittare. Con i rifugi pieni dovremo trovare qualcosa di privato, anche se costerà molto.
Khan Yunis è la più grande città del Sud, con più di 200mila persone. Evacuarle è una catastrofe. Tutti dicono continuamente che prima o poi dovranno spostarsi. Domani, dopodomani… Cosa succederebbe se ci fosse un’invasione di terra qui? Per il momento stanno evacuando parti della città: Abasan, Quarara, Bani Suheila, Khuza’a. Da venerdì Israele ha vietato l’accesso agli aiuti umanitari nella Striscia. Non c’è carburante, la gente sarà senza cibo e senza acqua potabile.
Non sappiamo se dovremo restare fuori una settimana o un mese. Tutti pensano che ci stiano spremendo da Khan Yunis verso Rafah per poi spingerci in Egitto, sfollando tutta la Striscia. Che Israele vuole Gaza senza esseri umani. L’operazione militare andrà avanti uccidendo, distruggendo case e infrastrutture. Oggi hanno colpito anche dentro la città. Tutti maledicono la situazione, infuriati con Israele e anche con Hamas. Nessuno sa cosa fare. Per ora fuggono per salvarsi la vita, molti dormiranno in strada infuriati e frustrati. Vogliono espatriare: andarsene, lasciare Gaza, smetterla di soffrire. Ho parlato con molti che sperano si apra il valico di Rafah per andare in Egitto o ovunque possano lasciarsi alle spalle questa guerra.