Sinner: “Non lavo i piatti e ho troppa fretta. Mamma non vede le mie partite, sulla terra rossa mesi difficili”

Alla fine un difetto Jannik Sinner ha scoperto di averlo davvero, nonostante ciò che dicono di lui: "Tipo che non lavo i piatti quando finisco di mangiare, li lascio lì e me ne occupo due giorni dopo".

Sinner: “Il difetto? Non lavo i piatti e ho troppa fretta”

Parlando con alcuni giornali italiani, il tennista altoatesino numero 2 al mondo ha raccontato di se stesso e di come viene percepito: "Su di me, forse, si è andati un po’ oltre. A me è sembrato di fare cose normali: vedi uno che non sta bene, lo aiuti; incontri un bambino, c’è una palla, fai due tiri. Non sto nemmeno a pensarci. È il mio modo di vivere. In campo sono serio, faccio i miei rituali, ma dopo il match mi piace scherzare.Io sono così, sono sempre stato così: la differenza è che adesso ho più telecamere addosso, più attenzione. E tutto viene amplificato. Ma non esageriamo, dai...".

Difetti, si diceva: "Mi arrabbio anch’io, come è giusto che sia. Però nella vita vanno capiti i momenti: c’è un tempo per scherzare, uno per incavolarsi, uno per essere seri. Il mio difetto nel tennis, per esempio, è che a volte ho troppa fretta: voglio imparare tutto subito. Ma ho anche capito che, se mi metto fretta, perdo chiarezza nella mente e quella situazione, invece di aiutarmi, mi frega".

Sinner e la terra rossa: “Mi aspetto mesi difficili, mamma non verrà”

Ora, da Montecarlo, parte la stagione della terra rossa e Sinner non è così ottimista: "Cambia tutto: mi aspettano mesi difficili, ma anche interessanti. Non è la superficie su cui sono più a mio agio". Forse aumenteranno, oltre ai follower, i volti familiari al seguito: "A Indian Wells ho invitato il mio migliore amico: ha visto che, vinco o perdo, sono sempre il ragazzo conosciuto a scuola". La famiglia però non ci sarà: "Mamma continua a non guardare le partite perché si agita, e se la chiamo spesso non risponde perché ha da fare". Ma "Vincere ha un peso, ma la cosa più importante sono gli affetti".

Sinner e le Olimpiadi: “la bandiera deve portarla chi vive per i Giochi”

Fare il portabandiera alle Olimpiadi? No, grazie: "La bandiera deve portarla chi basa la carriera sulle Olimpiadi. Poi se vogliono darmela, io sono felice ma come tennista ho i quattro Slam, i nove Master 1000, la Coppa Davis... Per me l’Olimpiade è un torneo, un di più. Per altri è il torneo. Ho letto un’intervista a Usain Bolt in cui diceva: io mi alleno quattro anni per correre cento metri in nove secondi. Mi ha colpito".