“Benedire le coppie gay è blasfemo”, l’attacco di conservatori e vescovi africani a papa Francesco

"Roma locuta, causa finita”, una volta che Roma si è espressa la discussione è chiusa, si diceva un tempo. Tempo passato. Perché ormai – e non da oggi – la Chiesa cattolica mondiale dibatte. Era accaduto, da ultimo, quando a marzo del 2021 la Santa Sede vietò la benedizione delle coppie omosessuali: in Germania e in molti altri paesi del Nord Europa ci fu una sorta di rivolta. Avviene di nuovo ora, dopo la recente dichiarazione Fiducia supplicans del dicastero per la Dottrina della fede che ammette la possibilità di impartire una “benedizione semplice” alle coppie gay. Decisione accolta positivamente, questa volta, da vescovi tedeschi, svizzeri, francesi, inglesi, belgi, ma anche sudafricani e canadesi, e con distinguo, se non aperta contrarietà, da altri episcopati, a partire dai vescovi dei paesi africani.

Rivolta africana

I vescovi dello Zambia, paese africano dove vieta per legge l’omosessualità, hanno pubblicato una nota per affermare che la decisione vaticana non va “applicata” mentre è oggetto di “ulteriore riflessione”. La conferenza episcopale del Malawi ha direttamente vietato le benedizioni delle coppie omosessuali. Senza arrivare a tanto, i vescovi del Kenya hanno però scritto che la decisione vaticana sta creando “ansia e confusione” tra i fedeli. Il presidente della conferenza episcopale del Ghana, mons. Matthew Kwasi Gyamfi, ha affermato: "Quel che la gente non capisce è che se una coppia gay va dal prete per essere benedetta, e il Papa dice sì, stai benedicendo le persone e non l’unione”.

Ucraina e Kazakhstan

I vescovi cattolici dell’Ucraina, da parte loro, hanno scritto che "senza un appello ad abbandonare la vita peccaminosa delle coppie omosessuali, la benedizione può sembrare un’approvazione”. L’arcivescovo Athanasius Schneider del Kazakhstan, da sempre tra i capofila dell’opposizione tradizionalista a papa Francesco, ha vietato ai suoi sacerdoti di impartire tale benedizione, che può essere invece impartita solo ad un “peccatore sinceramente pentito con la ferma intenzione di non peccare più e di porre fine alla propria situazione peccaminosa pubblica”.

Lefebvriani contro il modernismo

Il cardinale Gerhard Ludwig Mueller, predecessore del cardinale Victor Fernandez alla guida del dicastero per la Dottrina della fede, ha ribadito, in un testo pubblicato tra gli altri dal sito statunitense The Pillar, che a suo avviso “la benedizione di una realtà che si oppone alla creazione non solo non è possibile ma è blasfema”. Fuori dalla comunione della Chiesa, invece, i lefebvriani hanno scritto che quella della Santa Sede “è un'ulteriore resa e sottomissione al mondo da parte della gerarchia liberale e modernista, che a partire dal Concilio Vaticano II è al servizio della Rivoluzione dentro e fuori la Chiesa”.

Precisazioni e puntualizzazioni

La conferenza episcopale degli Stati Uniti ha commentato sottolineando che “l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio non è cambiato”. Positivi i commenti di cardinali vicini a Francesco, come Sean O’Malley e Blaise Cupich, perplessità dagli ambienti conservatori, non rari nella Chiesa a stelle e strisce. Ma anche un vescovo annoverabile nella schiera conservatrice come Robert Barron non ha contestato la decisione vaticana, affermando che la benedizione “è una chiamata della grazia divina per aiutare coloro che la ricevono a vivere più pienamente in accordo con la volontà di Dio e per compiere tutto ciò che è buono, vero e bello nelle loro vite”. Il vescovo spagnolo José Ignacio Munilla ha puntualizzato che "la carità pastorale è un invito alla possibilità che tutti i peccatori siano benedetti, ma non a benedire i nostri peccati”. L’arcivescovo filippino Socrates Villegas ha precisato che "i preti che sono invitati a benedire una coppia in situazione irregolare devono scegliere le parole appropriate per rivelare l’intenzione della Chiesa”. I vescovi messicani hanno aderito in pieno alla decisione della Santa Sede, invitando i sacerdoti a “non generare confusione o distorcere il senso di quello che papa Francesco chiede, ossia un atteggiamento di benvenuto, vicinanza e discernimento”.