Simone Biles alle Olimpiadi, il salto che nessuna fa con un body con cristalli da 3 mila euro
Il ritorno più atteso di Simone Biles dopo Tokyo 2021, l'Arena è sua davanti a tante star: da Tom Cruise a Anna Wintour, da Snoop Dogg a Ariana Grande
No, questa volta non c’è niente che la fermerà. Non sarà una fasciatura che parte dalla caviglia e arriva al polpaccio sinistro, risultato di un vecchio dolore che si è riacutizzato dopo l’esercizio alla trave, non appena ha iniziato a riscaldarsi per il corpo libero nella Bercy Arena, il palcoscenico che Parigi le ha messo a disposizione per il suo show, a costringere Simone Biles la regina, colei per la quale si riempiono i palazzetti e si muovono le celebrità, da Tom Cruise a Anna Wintour, da Snoop Dogg a Ariana Grande, a fare un passo indietro. Questa volta no.
Il body di stelle da tremila euro
Quando Simone inizia la sua gara alle trave, la casualità del sorteggio (con l’aiuto di un po’ di studiata regia) fa sì che le altre atlete (comprese le azzurre partite dal corpo libero) abbiano già finito il loro esercizio. Tutta l’Arena è per lei, che aggredisce la trave e comincia a piroettare. Simone è tornata, e brilla, eccome se brilla, con quel body pieno di stelle composte da migliaia di cristalli (costo: 3mila euro): d’altronde nessuna stella ai Giochi è attesa come lei, la ragazza che ha portato nel mondo e sulla copertina di Time il tema della salute mentale degli atleti, delle pressioni a cui sono sottoposti, dei traumi che devono sopportare. Ha i capelli raccolti in una complicata acconciatura, lo sguardo concentrato, chissà che tumulto di emozioni e pensieri dentro, a rivedere i cinque cerchi che tre anni fa la mandarono fuori giri.
Il salto al volteggio
E anche se l’allarme è subito scattato quando le telecamere hanno scrutato la sua frase rivolta al medico («L’ho sentito quando sono partita. È lì, sul polpaccio: proprio dove avevo quello strappo…»), tutto ciò che si è visto subito dopo ha cancellato ogni dubbio. Nell’ordine: un esercizio al corpo libero che prevede due salti con il suo nome che nessuna esegue volando così in alto, oltre allo tsukahara avvitato che era la specialità della casa di Vanessa Ferrari (una prece: Vani è qui a fare il tifo per le compagne), uno alle parallele (l’attrezzo meno amato) controllato senza eseguire il nuovo movimento che vuole battezzare (sarebbe il sesto) e infine il celeberrimo Biles II, lo Yurchenko doppio carpio, il salto al volteggio che nessuna ginnasta ha mai fatto prima di lei e nessuna sarà in grado di fare, quello che Simone dice continua a metterle la stessa paura della prima volta, e quello che alcuni fisici si sono divertiti ad analizzare trasformando in formule matematiche la fase del «moto del proiettile» e quella del «movimento angolare». Semplificando: Simone arriva dopo la rincorsa con rondata (la ruota), atterra con il cavallo alle spalle a testa in giù, si lancia in alto (appunto come un proiettile), si mette in posizione carpiata piegando il corpo a 90 gradi e (è questa la cosa sensazionale) completa due rotazioni atterrando in piedi, particolare non irrilevante: applausi di Tom Cruise, uno che di voli se ne intende, 15800 il punteggio dei giudici che nessuna supererà, forse solo lei stessa in finale.
Quando Biles si fermò a Tokyo
È proprio saltando al volteggio che a Tokyo Simone ha fermato tutto e detto voglio scendere. Saltare con la pressione del mondo addosso e tante ferite trascurate per troppo tempo (Simone è stata adottata dai nonni perché la madre era tossicodipendente, poi ha subito le molestie del medico Nassar), non deve essere agevole: sono stati i «twiesties», capogiri che provocano una «dissoluzione del senso dello spazio», a mandarle un segnale chiaro.
Serviva uno stacco. Simone ha passato gli ultimi anni a dimenticare la polvere di magnesio: è andata in terapia, si è sposata con Jonathan Owens, difensore dei Green Bay Packers, ha viaggiato, si è divertita, fino a quando è tornata in palestra, si è messa a fare qualche salto, ha guardato negli occhi i suoi allenatori Cecile e Laurent Landi ed è stato chiaro che sarebbe tornata. Prima ai campionati Usa (stravinti), poi ai Mondiali di Anversa. E ora eccoci qui. Quattro ori (previsione non azzardata) la attendono.