Chi sono i giocatori della Spagna che preoccupano l'Italia di Spalletti
Unai Simon, Rodri e Morata: il portiere vuole la rivincita su Chiesa, Rodri è il leader tecnico e morale, l'attaccante sempre criticato ma sempre a segno, il gioco di de la Fuente lo esalta
DORTMUND Bologna, 16 giugno 2019, Europeo Under 21: la Spagna va in vantaggio con un gol strepitoso di Ceballos, ma Chiesa pareggia approfittando di un grossolano errore di posizione del portiere spagnolo Unai Simon, che prenderà altri due gol (ancora Chiesa e Pellegrini) e perderà il posto per tutto il torneo, poi vinto dalla squadra del c.t. De la Fuente.
Qualche anno dopo l’allenatore e il portiere si sono ritrovati in Nazionale e Simon, lanciato e migliorato nell’impostazione da Luis Enrique, oggi è il titolare indiscusso della Spagna. Adesso non gli resta che vincere la sua sfida personale con Chiesa, che anche a Wembley lo ha sorpreso portando avanti l’Italia nella semifinale di Euro 2020. Per l’ultimo prodotto della grande scuola basca, un raffinato scacchista che nella Roja domina le partite contro Zubimendi e Merino, quella di domani non è una sfida come le altre, perché quando ci sono gli azzurri, a lui manca sempre qualcosa: a Londra la sfida ai rigori tra i due portieri è finita 1-1 (Simon ha parato su Locatelli) ma dopo che Olmo ha calciato fuori, Gigio è stato decisivo.
Morata criticato ma sempre a segno
Le cose però cambiano e lo spera anche Alvaro Morata, che a Wembley pareggiò e poi realizzò il suo rigore, ma entrò da riservista, soffrendo un po’ quel ruolo di ripiego nel regno del falso nueve. Oggi però Alvarito, sempre criticato ma unico spagnolo a segnare in tre Europei e terzo marcatore di sempre a quota 7 gol, oggi non si discute. E il nuovo gioco più verticale della Spagna, con due ali come Yamal e Nico Williams, sembra fatto apposta per lui, pericolo numero uno per l’Italia, dove può sempre tornare a ogni sessione di mercato: per lui, per la moglie Alice Campello e per i loro quattro figli, domani è La Partita.
Rodri leader tecnico e morale
Se Morata è il braccio più pericoloso allora Rodri è la mente per la rivincita spagnola: tre anni fa era ancora un comprimario se pur di lusso, mentre oggi è il leader tecnico e morale: un anno fa di questi tempi aveva appena fatto piangere gli interisti con il gol decisivo nella finale di Istanbul e aveva di fatto messo fine all’era Mancini, perché su un’altra delle sue bordate si era avventato Joselu, dando il successo alla Roja in semifinale di Nations.
Rodri, più di Unai e di Morata, sa come si fa. «Credo sia il centrocampista più forte al mondo» ha detto Frattesi. E considerato che a fargli compagnia c’è uno come Pedri, per la coppia Barella-Jorginho è come guardare negli occhi i giganti. Per capire davvero qual è oggi la propria statura.