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Case green e lotta alle emissioni no a guerre ideologiche
Caro Invernizzi,
Contrastare i cambiamenti climatici e assicurare un futuro migliore al nostra pianeta e ai nostri figli credo sia un dovere per tutti. Le azioni per ridurre le emissioni sono una necessità, anche perché inquinamento, siccità, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento della temperatura dei mari avranno effetti molto negativi sulle nostre vite. Se partiamo da questi presupposti, e non li mettiamo in discussione in base a posizioni ideologiche o, peggio, menefreghismo, allora possiamo discutere con serietà quali siano i passi e le misure graduali per attuare la transizione. Perché non può essere un affare per ricchi, che crea disagio sociale o addirittura mette in ginocchio economicamente larghissima parte degli italiani. Il no del nostro governo ai provvedimenti sulle «case green» ha un minimo senso solo se si vuole aprire una discussione seria sull’utilizzo dei fondi europei, compresi quelli del Pnrr, se si entra nel merito del sostegno da dare alle famiglie. Altrimenti siamo fermi solo alle battaglie di fazione. Vista l’enormità delle cifre necessarie (da spendere magari in maniera meno truffaldina di quelle del superbonus) è importante, prima di tutto, la capacità del nostro governo e di tutte le amministrazioni regionali e locali di utilizzare pienamente i fondi europei, attività nella quale non abbiamo certo brillato. Stabilire quali sono le famiglie da aiutare, perché economicamente fragili, e quali comportamenti controllare per evitare l’esplosione dei prezzi, come accaduto con i vari bonus edilizi. Comportamenti responsabili, concreti, nel merito delle questioni. Senza fughe in avanti e senza atteggiamenti rinunciatari che non servono a niente.
Contrastare i cambiamenti climatici e assicurare un futuro migliore al nostra pianeta e ai nostri figli credo sia un dovere per tutti. Le azioni per ridurre le emissioni sono una necessità, anche perché inquinamento, siccità, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento della temperatura dei mari avranno effetti molto negativi sulle nostre vite. Se partiamo da questi presupposti, e non li mettiamo in discussione in base a posizioni ideologiche o, peggio, menefreghismo, allora possiamo discutere con serietà quali siano i passi e le misure graduali per attuare la transizione. Perché non può essere un affare per ricchi, che crea disagio sociale o addirittura mette in ginocchio economicamente larghissima parte degli italiani. Il no del nostro governo ai provvedimenti sulle «case green» ha un minimo senso solo se si vuole aprire una discussione seria sull’utilizzo dei fondi europei, compresi quelli del Pnrr, se si entra nel merito del sostegno da dare alle famiglie. Altrimenti siamo fermi solo alle battaglie di fazione. Vista l’enormità delle cifre necessarie (da spendere magari in maniera meno truffaldina di quelle del superbonus) è importante, prima di tutto, la capacità del nostro governo e di tutte le amministrazioni regionali e locali di utilizzare pienamente i fondi europei, attività nella quale non abbiamo certo brillato. Stabilire quali sono le famiglie da aiutare, perché economicamente fragili, e quali comportamenti controllare per evitare l’esplosione dei prezzi, come accaduto con i vari bonus edilizi. Comportamenti responsabili, concreti, nel merito delle questioni. Senza fughe in avanti e senza atteggiamenti rinunciatari che non servono a niente.