Canio Mazzaro e il quadro sparito di Basquiat (da 20 milioni euro): l'ex compagno di Santanché verso l'archiviazione. «Taglia» da un milione sull'opera

«Wine of Babylon», opera di grandi dimensioni (2 metri e 18 centimetri per 1 metri e 72 centimetri) realizzata da Basquiat nel 1984, risulta comprata per 330.000 dollari a New York da Cecchi Gori, che però il 22 febbraio 2020, in cattive acque economiche e impossibilitato a pagargli 2 milioni di euro di compensi professionali forensi, lo avrebbe ceduto con una scrittura privata al proprio avvocato romano Nappi. Cessione contrastata dall’ex moglie di Cecchi Gori, Rita Rusic, e mai concretizzata perché il quadro evapora e non viene più trovato, mentre per due decenni iniziano a infuriare (tutte alla fine inutilmente sia in Italia sia negli Stati Uniti) le cause tra gli ex coniugi per appropriazione indebita, e le cause tra il produttore e il suo avvocato sulla validità o meno dell’atto di cessione dell’opera, all’inizio di quest’anno riconosciuta dal Tribunale civile di Roma al legale, il quale ottiene anche un decreto ingiuntivo.

Questi contenziosi a un certo punto si intrecciano con quello tra Mazzaro e Rusic per i soldi che l’imprenditore assume di avere prestato alla ex moglie di Cecchi Gori della quale era stato amico, soldi con cui Rusic avrebbe comprato (e in pochi giorni rivenduto, con una plusvalenza milionaria, a una società dell’imprenditore Francesco Caltagirone Bellavista, in passato legato a Rusic) un attico che per un periodo era forse stato impreziosito dal quadro di Basquiat.

Siccome alcune persone sostenevano di credere di aver visto il quadro nella casa milanese dell’ex compagno di Santanchè, l’anno scorso gli inquirenti avevano esplorato la possibilità che l’ex compagno di Santanchè detenesse il quadro come una sorta di assicurazione sui soldi prestati a Rusic, e perciò nel giugno del 2023 i carabinieri erano andati a verificare questa idea investigativa nella casa di Milano, senza però trovare il quadro di cui ora il valore si misurerebbe secondo talune generose stime in venti milioni di euro. Da allora l’inchiesta non ha fatto passi avanti e il fascicolo penale si avvia ad archiviazione, mentre nel contenzioso civile l’altro ieri la IV Corte d’Appello di Roma ha deliberato la sospensione della provvisoria esecutività della condanna di Cecchi Gori a pagare i 30.000 euro di spese legali della causa sinora persa con l’avvocato Nappi sull’atto di cessione del 2010.

Ben più insidioso per Mazzaro è il processo in corso a Milano nel quale il pm Paolo Filippini accusa l’ex compagno di Santanchè di aver venduto l’1 aprile 2019 alla maltese Flyingfish Yachting Ltd la sua imbarcazione «Unica» per 393.000 euro, interponendo tra sè e l’acquirente maltese la società Biofood srl (di cui Santanchè era legale rappresentante) per non rischiare che i proventi della vendita della barca, appena fossero stati accreditati sul proprio conto, venissero pignorati dall’Agenzia delle Entrate, che il 19 settembre 2018 gli aveva inviato un avviso di accertamento per 589.000 euro.