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Per ottenere la fine della guerra dobbiamo consegnarci a Putin?
Caro Giuliani,
Sta purtroppo diventando abituale un ragionamento che a me pare incomprensibile: meglio smettere di fornire armi all’Ucraina così il governo di Kiev imboccherà la strada della trattativa e finalmente la guerra finirà. Le opinioni pubbliche sono stanche degli aiuti a Zelensky e delle conseguenze economiche del conflitto, si aggiunge. C’è un incredibile capovolgimento della realtà in queste dichiarazioni: si dimentica che è stato Putin a invadere un Paese sovrano, che una parte del territorio è stato conquistato con i carri armati e i bombardamenti, che il popolo ucraino si sta difendendo da un’aggressione. Se non lo aiutassimo più a contenere e a respingere le armate russe cosa accadrebbe? Semplicemente che Mosca avrebbe raggiunto i suoi obiettivi, anche se parziali rispetto all’idea iniziale di dominare su tutta l’Ucraina. Da oggi in poi qualsiasi Stato potrebbe sentirsi autorizzato a regolare le controversie con le armi, cancellando libertà, democrazia e l’esistenza stessa di altri Paesi. È questo che vogliamo? Putin ha parlato chiaramente. Si siederà al tavolo delle trattative solo alle sue condizioni: un pezzo di Europa, strappato agli ucraini con distruzione e morte, deve diventare russo. Una vera pace si fa con la partecipazione di tutti i contendenti, non mi sembra proprio che la Russia voglia farla questa pace. I repubblicani Usa che bloccano i fondi a Kiev, Trump che soffia sul fuoco del disimpegno, Orbán che è diventato una quinta colonna di Mosca nell’Unione europea, i partiti italiani che votano contro il rifinanziamento degli aiuti militari dovrebbero raccontarci con chiarezza le loro intenzioni, dirci che tutto sommato quello che ha fatto Putin è accettabile. Sapendo che stanno consegnando i nostri destini nelle mani di un autocrate che vuole spazzarci via.
Sta purtroppo diventando abituale un ragionamento che a me pare incomprensibile: meglio smettere di fornire armi all’Ucraina così il governo di Kiev imboccherà la strada della trattativa e finalmente la guerra finirà. Le opinioni pubbliche sono stanche degli aiuti a Zelensky e delle conseguenze economiche del conflitto, si aggiunge. C’è un incredibile capovolgimento della realtà in queste dichiarazioni: si dimentica che è stato Putin a invadere un Paese sovrano, che una parte del territorio è stato conquistato con i carri armati e i bombardamenti, che il popolo ucraino si sta difendendo da un’aggressione. Se non lo aiutassimo più a contenere e a respingere le armate russe cosa accadrebbe? Semplicemente che Mosca avrebbe raggiunto i suoi obiettivi, anche se parziali rispetto all’idea iniziale di dominare su tutta l’Ucraina. Da oggi in poi qualsiasi Stato potrebbe sentirsi autorizzato a regolare le controversie con le armi, cancellando libertà, democrazia e l’esistenza stessa di altri Paesi. È questo che vogliamo? Putin ha parlato chiaramente. Si siederà al tavolo delle trattative solo alle sue condizioni: un pezzo di Europa, strappato agli ucraini con distruzione e morte, deve diventare russo. Una vera pace si fa con la partecipazione di tutti i contendenti, non mi sembra proprio che la Russia voglia farla questa pace. I repubblicani Usa che bloccano i fondi a Kiev, Trump che soffia sul fuoco del disimpegno, Orbán che è diventato una quinta colonna di Mosca nell’Unione europea, i partiti italiani che votano contro il rifinanziamento degli aiuti militari dovrebbero raccontarci con chiarezza le loro intenzioni, dirci che tutto sommato quello che ha fatto Putin è accettabile. Sapendo che stanno consegnando i nostri destini nelle mani di un autocrate che vuole spazzarci via.