Processo per l’assassino di Giogiò, indagati anche due maggiorenni

Processo a metà febbraio per l’assassino di Giogiò e adesso nell’inchiesta entrano anche i nomi di due maggiorenni. Vanno dunque verso la conclusione i due filoni d’indagine della squadra mobile sull’omicidio di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso la sera del 31 agosto in piazza Municipio mentre tentava di difendere un amico aggredito in un locale a seguito di una lite per un motorino in sosta.

La Procura per i minori ha disposto il giudizio immediato nei confronti del diciassettenne che sparò tre colpi di pistola all’indirizzo dell’incolpevole Giogiò, ammazzandolo. L’imputato è detenuto in un istituto minorile calabrese, a suo carico ci sono, fra gli altri elementi, le immagini dei filmati di videosorveglianza del pub. La prima udienza è fissata per il 15 febbraio.

Ma sta andando avanti anche il versante investigativo, coordinato dal pm della Procura ordinaria Danilo De Simone, sul ruolo svolto nella vicenda dai due maggiorenni con i quali il diciassettenne si trovava nel locale: hanno rispettivamente 22 e 28 anni, il secondo è stato anche in carcere per rapina. Non risulta un vero e proprio rapporto di amicizia o di frequentazione fra i due ventenni e il minore, si conoscevano di vista perché abitano tutti ai Quartieri Spagnoli. Quella sera si erano incontrati in strada ed erano andati insieme nel pub dove poi si è consumata la tragedia: l’origine di tutto è una banale discussione per un motorino parcheggiato male iniziata all’esterno e ricominciata all’interno, quando la comitiva di Cutolo, promettente musicista dell’orchestra Scarlatti Young, viene aggredita suo malgrado dai due maggiorenni.

Giogiò prova a difendere uno degli amici, ma viene colpito con uno sgabello. Nel giro di qualche istante il minore, fino a quel momento defilato rispetto agli altri, estrae l’arma e spara, uccidendo Cutolo. Il pm De Simone ha firmato un “invito a comparire” all’indirizzo dei due indagati maggiorenni, ipotizzando un “concorso anomalo in omicidio”, ritenendo cioè l’assassinio un reato diverso da quello voluto dagli aggressori quando hanno aggredito la comitiva di Giogiò.

Assistiti dall’avvocato Leopoldo Perone, i due indagati sono stati interrogati in Procura e hanno respinto le accuse. La loro posizione è al vaglio dei magistrati. Cutolo è stato insignito alla memoria della medaglia d’oro al valor civile. Nella motivazione si fa espresso riferimento all’intervento del giovane «durante un litigio per proteggere un amico da un gruppo di malviventi i quali, per ritorsione, lo colpivano con tre colpi d’arma da fuoco, uno dei quali aveva esito mortale». Un gesto «eroico», lo ha definito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi consegnando l’onorificenza alla mamma di Giogiò, Daniela Di Maggio.

Il delitto ha scosso tutto il Paese, come ricordato anche dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Ora si avvicina il momento del processo. A febbraio la prima udienza per il minorenne, mentre il pm valuta la posizione dei due maggiorenni.