I candidati più estremi delle elezioni francesi
Razzisti, antisemiti, suprematisti bianchi, condannati per aggressioni: alcuni dei nuovi membri del Parlamento francese
Razzisti, antisemiti, suprematisti bianchi ma anche condannati per aver aggredito un avversario politico e giustificazionisti di Hamas e dei suoi massacri in Israele il 7 ottobre 2023. L’identità della Francia che emerge tra i 577 nuovi membri del Parlamento uscito dalle urne è un campionario con parecchi specchi rotti. Gli «impresentabili» sono diversi: la concentrazione nel Rassemblement National e nella France Insoumise sembra essere più elevata rispetto alle altre forze.
Daniel Grenon: «Ogni partito sbaglia. Nessun posto ai vertici per i nordafricani»
Deputato del Rassemblement national da due anni, candidato alla propria successione nel Yonne e vincitore del primo turno delle elezioni legislative anticipate nella sua circoscrizione con oltre il 40% dei voti. Daniel Grenon sarà denunciato dal segretario del Partito socialista, Mani Cambefort. Durante un dibattito tra i due turni, alla domanda sui passi falsi compiuti dai candidati del partito di estrema destra, Grenon ha assicurato che «ci sono passi falsi dappertutto, in tutti i partiti», prima di aggiungere che «i nordafricani sono andati al potere nel 2016, e queste persone non hanno posto nelle alte sfere».
Laurent Gnaedig: la difesa di Le Pen padre sulle camere a gas naziste: «Parole non antisemite»
Il candidato del Rassemblement national nella prima circoscrizione del Haut-Rhin, Laurent Gnaedic, ha detto che la frase di Jean-Marie Le Pen sulle camere a gas — «un dettaglio della Storia» — per la quale è stato condannato «non era un giudizio antisemita». «È stato solo un errore di comunicazione, una pessima scelta delle parole, ma non credo che Jean-Marie Le Pen sia antisemita e che quella frase fosse una dichiarazione antisemita», ha detto e ripetuto Gnaedig durante un dibattito sulla rete televisiva Bfm Alsace.
Josseline Liban: i tweet razzisti e i video che incitano a rifiutare i farmaci
Nel secondo collegio di Caen, Josseline Liban è arrivata al secondo turno delle legislative, ma un controllo dei suoi account nei social media ha rivelato in passato una serie di tweet razzisti. Per esempio, la foto di un ragazzo nero che dice «sono un francese» accanto a quella di un cane che dice «sono un gatto». L’esponente del Rn poi è solita rilanciare i video di Thierry Casasnovas, Youtuber indagato per vari reati a causa dei suoi video no vax e anti medicina tradizionale, nei quali esorta le persone a curare il cancro con l’alimentazione e le piante, oltre che a rifiutare i farmaci.
Jacques Myard: simpatizzante di Putin, accusa degli attentati i musulmani francesi
Il candidato Rn nel quinto collegio delle Yvelines ha più volte assimilato l’omosessualità a una «perversione sessuale» e a una «setta». Nel 2015 ha poi dichiarato al microfono della tv Bfm che «fino a prova contraria, non sono né gli ebrei né i cattolici ad avere messo bombe e massacrato i nostri concittadini», indicando i circa cinque milioni di musulmani francesi come complici e corresponsabili degli attentati. È poi noto per le posizioni a favore del dittatore siriano Bashar al-Assad e a favore del presidente russo Vladimir Putin.
Julie Apricena: orgoglio bianco e amici skinhead
Nel terzo collegio del Cher, la supplente Rn del candidato Rn Pierre Gentillet, noto per le simpatie pro Putin, si è mostrata indossando una maglietta con la scritta «White Pride Worldwide», uno slogan suprematista bianco della «Aryan Guard» canadese, in compagnia di skinhead neonazisti. Apricena è stata anche militante del «Bloc identitaire», l’organizzazione di estrema destra che poi è confluita nell’associazione «Génération identitaire» sciolta d’autorità dal governo con un decreto del 2021.
Sébastien Delogu: ex tassista comunista sospeso dal Parlamento per la bandiera palestinese
Spagnolo, algerino, armeno, italiano, il marsigliese Sébastien Delogu, 37 anni, è la più tipica mescolanza francese. Ha avuto vita dura, venditore porta a porta, senza fissa dimora per una stagione, tassista di notte, militante comunista impegnato per il diritto alla casa e deputato della France Insoumise eletto nel 2022 e rieletto al primo turno il 30 giugno alla Bouche-du-Rhone. Denunciato per «violenza aggravata» dopo una manifestazione contro la riforma delle pensioni, il 28 maggio è stato sospeso per 15 giorni dal Parlamento per aver sventolato una bandiera della Palestina.
Raphaël Arnault, antifascista schedato come pericolo pubblico
Duro e impuro, dicono gli avversari. L’antifascista Raphaël Arnault, 29 anni, educatore, originario di Lione, che è stato candidato nella prima circoscrizione della Vaucluse contro lo sfidante del Rn, avrebbe la fedina penale intaccata da una condanna per l’aggressione a un presunto militante di destra (secondo media come «Radio Europe 1», che lui ha smentito). È un fatto però che è «fiché S», schedato come possibile pericolo pubblico dalla sicurezza francese, per la partecipazione alle manifestazioni della France Insoumise, dei movimenti antirazzisti e della sinistra radicale.
Aly Diouara: l'ossessione per Israele e per il «sionista» Glucksmann
Anche il Partito comunista, compagno degli insoumis nel Nfp, ha fatto fatica ad accettare di sostenerlo nella quinta circoscrizione di Seine-Saint-Denis. Perché Aly Diouara, originario del Gambia, è uno di quei candidati di Mélenchon che ha navigato ai confini dell’antisemitismo, ha attaccato l’ex nemico (ora alleato contro Rn), il socialista Raphaël Glucksmann come «sionista» e per aver preso di mira esponenti «ebrei» della sinistra. Le Figaro ha messo in risalto il suo account X in cui sembra «ossessionato» da «Israele», dai «bianchi» e dai «borghesi», in difesa dei «gueux», i mendicanti.
Emmanuel Tjibaou: l'indipendentista kanak col fratello arrestato in Nuova Caledonia
È già ufficiale, per il fuso orario, l’elezione di Emmanuel Tjibaou, indipendentista nei ranghi del Nuovo Fronte Popolare, eletto nella seconda circoscrizione della Nuova Caledonia, nel Sud del Pacifico, uno dei Territori francesi d’Oltremare. 48 anni, è d’origine «kanak», popolo autoctono melanesiano, figlio di uno storico esponente della comunità, Jean-Marie, campione nazionalista celebre per gli accordi con Parigi del 1988, poi assassinato. Nessuna ombra su Emmanuel, se non una questione di famiglia: suo fratello Joel è in carcerazione provvisoria, accusato di aver preso parte agli scontri durante le proteste degli indipendentisti nell’arcipelago.
Danièle Obono: resistenza e nessuna condanna , il sostegno ad Hamas
La questione delicata nel partito di Mélenchon è la mancanza di presa di distanza con Hamas, e la rappresenta la candidata Danièle Obono, 43 anni, esponente della France Insoumise eletta al primo turno nella 17esima circoscrizione parigina. Al microfono di Sud Radio, dopo l’attentato del 7 ottobre, ha definito Hamas «un movimento di resistenza». Nel 2017, aveva chiamato «compagna» la saggista Houria Bouteldja, accusata di antisemitismo e omofobia, nota per aver esaltato il terrorista Mohammed Merah, responsabile della strage di Tolosa.