Condono edilizio «salva casa»: cosa cambia? Tramezzi, soppalchi, nuove volumetrie e destinazioni d’uso: le regole
di Gino Pagliuca
«Sanatoria delle difformità di natura formale legate alle incertezze interpretative della normativa vigente». Per ora è solo un titolo del prossimo decreto sulla Pace Edilizia. La formula è ampia e l’articolato ancora non c’è, ma l’intenzione del ministro Matteo Salvini è chiara: introdurre nel provvedimento che sarà pronto tra un mesetto anche una norma per risolvere il grosso guaio dei nuovi grattacieli a Milano, che la Procura ritiene abusivi.
Un grande pasticcio giudiziario, che ha mandato in crisi il Comune e portato al blocco di decine di cantieri in città. Un «corto circuito», dice Salvini, che può avere conseguenze anche peggiori: paralizzare lo sviluppo di Milano, la città europea con i maggiori investimenti in edilizia, e di altre città italiane. Nelle inchieste della Procura milanese, innescate dagli esposti dei cittadini che hanno visto crescere palazzi da 50 metri dove prima c’erano cortili o capannoni (piazza Aspromonte, via Stresa, via Crescenzago), sono indagati tecnici comunali e imprenditori.
L’accusa dei Pm è quella di aver autorizzato e realizzato nuove costruzioni con le procedure (più veloci) e gli oneri (minori) previsti per le ristrutturazioni edilizie. Con una semplice Scia invece del Permesso di costruire, una prassi che il Comune ritiene legittima e adotta da anni. Sul possibile danno erariale indaga anche la Corte dei Conti e centocinquanta funzionari dell’ufficio tecnico del Comune hanno chiesto di essere trasferiti ad altri incarichi.
Il sindaco Beppe Sala, preoccupatissimo, ha garantito l’assistenza legale ai dipendenti, ma si è cautelato con una delibera di Giunta. Per le nuove pratiche ci si attiene «temporaneamente» alla linea più rigida della Procura, per i lavori già conclusi si vedrà, auspicando «un chiarimento interpretativo definitivo del legislatore», perché non c’è giurisprudenza su questa materia.
La soluzione è in arrivo con il decreto sulla Pace edilizia del ministro delle Infrastrutture. Nel testo, del quale per ora c’è solo l’indice, ci sarà una norma specifica. Diversi gruppi parlamentari, anche dell’opposizione, stanno però già elaborando proposte da inserire nel decreto che vanno nella stessa direzione. Chiarire quali opere si possono realizzare con la Scia, con i lavori che partono dopo un mese e il silenzio-assenso del Comune, e quelle per le quali occorre attendere l’autorizzazione del Permesso di costruire. E naturalmente sanare gli interventi già conclusi.
Le norme attuali consentono l’uso della Scia anche per costruire nuovi edifici, purché i comuni abbiano almeno dei Piani attuativi dettagliati, «contenenti precise disposizioni plano-volumetriche, tipologiche, formali e costruttive». Secondo la Procura quelli del Comune di Milano non lo sarebbero, come non sarebbe stato valutato il sovraccarico urbanistico prodotto dalle centinaia di nuovi appartamenti nelle torri.
di Gino Pagliuca
Uno dei «chiarimenti interpretativi», dicono fonti vicine al dossier, dovrebbe riguardare proprio i Piani attuativi, specificandone il contenuto. Stabilendo regole nuove e più chiare per il futuro, il legislatore ammetterebbe implicitamente che nella normativa precedente c’erano delle lacune, mettendo il Comune al riparo dagli strali della Procura.
Al tempo stesso ci sarebbe una sanatoria onerosa per i lavori già realizzati e quelli in corso. In ogni caso, si spiega, si tratta sempre di abusi «formali», interventi eseguiti in difformità dal titolo edilizio, ma nel rispetto della disciplina edilizia. È assurdo, dicono alle Infrastrutture, abbattere due edifici già terminati, con i cittadini incolpevoli che hanno già pagato gli appartamenti, e che potrebbero essere legittimamente ricostruiti domani.
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