F1 Pagelle Gp Spagna: Verstappen imperatore (61), le scintille Leclerc-Sainz (4), la sveglia di Briatore (9)
Barcellona non tradisce Verstappen, Norris prima in pole poi secondo: tanto rumore per nulla. Briatore dà la scossa a un team addormentato ma occhio: nel circus manca una competitività diffusa
Barcellona non può che essere il luogo del cuore per Max Verstappen: se nel 2016, appena salito su una Red Bull (dopo che Helmut Marko l’aveva trasferito dalla Toro Rosso), conquistava il suo primo successo in F1, nel 2024 la Catalunya gli riserva un altro inchino. E viceversa, con buona pace di chi è veloce ma non ha la zampata giusta (la McLaren), di chi è cresciuto, ma non ancora a sufficienza (la Mercedes), di chi infine (cioè la Ferrari) sembra navigare a vista per ritrovare un orizzonte che dopo il Gp di Montecarlo pareva molto nitido. Avanti allora con le pagelle.
Max Verstappen: 61
Riprendiamo a giudicarlo con il voto che sintetizza i suoi primi posti nel circus. Ritornare in Catalunya riaccende il ricordo più caro e sprona SuperMax a rammentare a tutti che in questi anni è diventato l’imperatore della F1, scalzando il predecessore (Lewis Hamilton). Detto e fatto: terzo centro di fila (quarto in totale) a Montmeló, settimo sigillo — più due primi posti nelle sprint — nella stagione. Super-Max magari non domina più perché la RB20 sembra plafonata, ma mette in pista il suo talento. Che, almeno per ora, basta e avanza: Imola, Canada e Spagna, tre successi in cui è il «manico» ad aver fatto la differenza. Nel dubbio chiedete a Norris, battuto in partenza (nonostante una manovra che ha spinto l’olandese sull’erba) e poi a Russell, leader provvisorio sverniciato al giro 32.
Flavio Briatore: 9
Sarà anche un semplice consulente dell’Alpine, ma le parole (poche) sono già chiare: «Sono qui per riportare la scuderia al posto che le compete». L’uomo dalle mille trovate darà un bello svegliotto a un team fin qui addormentato, ma che da quando si è profilata la sagoma del ba-bau si sta scuotendo. Gasly e Ocon (6,5 a entrambi) chiudono a punti: bene così, le case non si costruiscono dal tetto, ma dalle fondamenta.

Lewis Hamilton: 8,5
Non centrava un top three da 12 Gp (ultima volta nel Gp del Messico del 2023), la Spagna saluta il suo podio numero 197. Tenace, caparbio, forse perfino provocatorio con una Mercedes che, essendo Lewis in uscita dal team, pare fare l’occhiolino più a Russell che a lui.

Mercedes: 7,5
Dopo il tempo delle sberle ecco (forse) quello delle rivincite. La W15 pare in crescita dopo che Toto Wolff ha chiesto ai tecnici una svolta. Una stagione negativa, se sei la squadra che ha dominato per anni, non può diventare una Caporetto.
Lando Norris: 7,5
Tanto rumor per nulla. La pole del sabato, la prima dopo 1001 giorni e la seconda in assoluto, non viene convertita nel successo. Lando si perde troppo nel testa a testa con Verstappen dopo lo start (con i saluti di Russell che scappa via rispetto ad entrambi) e forse il suo destino si decide lì. Poi, certo, ci prova a cambiarlo e tra l’altro a Russell restituisce quello che aveva subìto con un duello duro e vinto. Ma probabilmente la scuderia sbaglia a tenerlo fuori un giro di troppo, dunque alla resa dei conti l’inseguimento a Super-Max rimane incompiuto. Torna l’idea che sia un bravissimo cacciatore di secondi posti. Però, sempre in tema di seconde posizioni, ha levato a Leclerc quella nel Mondiale (e questa è la nota migliore della sua giornata).

George Russell: 7
Grandissima partenza, mandando al bar Norris e Verstappen che se le davano e non si accorgevano di lui, poi di nuovo una gara… da Russell, ovvero da piazzato di buon livello senza l’acuto che spacca.
McLaren: 5
Se hai la macchina migliore — in questo momento la MCL38 lo è in assoluto, anche perché non ha ancora presentato gli sviluppi, a differenza di altri team — e non riesci a dimostrarlo lanciando la freccia nel centro del bersaglio, allora meriti l’insufficienza. Magari eccessiva, ma «costruttiva».
Ferrari: 5
Non siamo alla figuraccia del Canada, d’accordo, ma Barcellona non segna affatto il riscatto e la Rossa sembra confinata ancora al campo delle cento pertiche. L’idea del podio — vaga dopo i 3 decimi rimediati in qualifica — evapora ben presto e finisce anzi derubricata (vedi più avanti) nei borbottii incavolati di Leclerc contro Sainz. Il gambero rosso pescato a cucinato a Montreal prova a camuffarsi per non finire in pentola pure in Catalunya. Occhio, però: i ristoratori del porto olimpico e di Barceloneta hanno ingaggiato dei «prawnbuster», gli acchiappa-gamberi.
Le scintille ferrariste: 4
Leclerc (voto 6) se l’è presa con Sainz (5,5) per avergli dato battaglia in un momento in cui l’ordine di scuderia era di gestire al meglio le gomme: «Non dico che sia stato scorretto, ma la sua azione non ci sta». Secondo noi si sta avverando una facile previsione: essendo stato scaricato per Hamilton, Carlos da qui in poi farà un po’ di testa sua, nel rispetto peraltro della professionalità e della squadra. Speriamo che i due non finiscano come i polli di Renzo: nel Mondiale costruttori la McLaren ha rosicchiato altri punti (ora la situazione è 270 a 237, con la Rossa ancora seconda) e Leclerc tra i piloti ha ceduto a Norris il ruolo di primo inseguitore di Verstappen.
Aston Martin: 4
Alonso ridotto al ruolo di comparsa davanti al suo pubblico, Stroll come al solito più vicino alla coda che al centro della classifica. Si dice che papà Stroll abbia raddoppiato l’offerta ad Adrian Newey fatta dalla Ferrari. Forse è una leggenda metropolitana — ma il progettista è stato avvistato nella sede del team —, però è concreta la decisione di presentare quanto prima una monoposto completamente rivista. È la certificazione di un fallimento.

Il gruppone anonimo: 4
La Red Bull non domina più, è vero, e la Mercedes è in progress. Ma continuiamo a pensare che a questa F1 manchi una competitività diffusa: il circus è spaccato in due tronconi e sono più le squadre scarse di quelle buone. A Montmelò hanno creato una «plaza de toros» provvisoria e vi hanno sbattuto dentro i piloti delle varie Williams, Sauber, Haas, Racing Bulls, toreri inermi e presi a cornate.