Il fattore �S� scuote con forza il governo. I distinguo giustificazionisti di Salvini sulla morte in un carcere siberiano del principale oppositore di Putin, Aleksei Navalny, imbarazzano gli alleati e mettono in difficolt� Giorgia Meloni anche sul piano internazionale. Oggi i leader di maggioranza saliranno sul palco di Cagliari per il comizio finale della campagna elettorale in Sardegna e quell’immagine di compattezza strider� non poco con la plastica distanza in politica estera, dove la premier e il ministro degli Esteri sono su una posizione turbo-atlantista e Salvini fatica ad allontanarsi da Mosca.
Navalny, polemica su Salvini. L’Europa lo «bacchetta» e c’è il gelo degli alleati
La frase: chiariranno i medici, i giudici, non noi. Tajani si smarca. La premier sta preparando il suo ritorno a Kiev. E sabato ci sar� la prima video-conferenza del G7

Le sue parole sono un caso, in Italia e fuori. �Capisco Yulia Navalny, ma chiarezza la faranno i medici, i giudici, non noi�, dichiara a Rtl il capo del Carroccio. I social si scatenano, tra ironie sull’imparzialit� della magistratura del Cremlino, sberleffi e post di severa condanna. E a Roma scoppia la polemica politica, con Carlo Calenda che annuncia guerra totale in Parlamento: �Adesso Salvini hai rotto le balle. Deve ancora chiarire la formale alleanza della Lega col partito di Putin. Lo faccia o porteremo in Aula una mozione di sfiducia�. Per il fondatore di Azione, �al governo non pu� esserci un formale alleato di Putin�. Calenda ne fa una �questione di sicurezza nazionale� ed � anche convinto che sia �un problema per Giorgia Meloni�.
Se da sinistra i toni sono quelli dello scontro, a destra � il gelo. Persino il cauto Maurizio Lupi prova a risvegliare l’alleato, a convincerlo che �sull’indipendenza della magistratura russa � lecito nutrire pi� di qualche dubbio� e che non pu� essere, per la maggioranza, �l’ora dei distinguo�. Eufemismo, vista la distanza siderale tra la posizione di un Salvini sempre pi� isolato e quella di Tajani. � stato il ministro degli Esteri a chiedere un minuto di silenzio al G7 di Monaco per il dissidente vittima del regime di Putin, ad accogliere a Bruxelles la moglie di Navalny e a convocare alla Farnesina l’ambasciatore russo a Roma, per chiedere conto di una morte che l’erede politico di Berlusconi non ritiene affatto naturale. �Navalny era in un gulag come quelli che usava l’Urss, dove c’� un clima invivibile — si smarca Tajani —. Non so cosa sia successo, ma la morte di Navalny � stata provocata direttamente o indirettamente dal Cremlino�. A bacchettare Salvini � anche il portavoce della Commissione europea. Peter Stano domanda provocatoriamente se il leader della Lega abbia letto la dichiarazione in cui i 27 Paesi Ue, Italia compresa, attribuiscono al regime di Putin la responsabilit� per la morte in carcere di Navalny. Commento del portavoce Ue: �Non servono indagini penali per definire cosa ne abbia esattamente causato la morte�.
� in questo quadro a tinte contrastanti che Giorgia Meloni prepara il suo ritorno a Kiev, a due anni dall’invasione dell’esercito russo. Oltre alla seconda missione della premier in terra ucraina, Palazzo Chigi dedicher� alla guerra scatenata da Putin la prima videoconferenza del G7. Lacall con Biden, Trudeau, Scholz, Macron, Sunak e Kishida si terr� nel primo pomeriggio di sabato 24, sar� aperta e conclusa da Meloni e per alcuni minuti si collegher� anche Zelensky. L’obiettivo politico, secondo fonti diplomatiche del governo Meloni, � �riportare Kiev al centro del dibattito internazionale� e smentire la �falsa narrativa� di un Occidente stanco di sostenere il Paese aggredito alle porte dell’Europa.
Di certo nel corso della videocall si parler� delle responsabilit� di Putin nella fine in Siberia di Navalny, letta da alcuni consiglieri di Meloni come �un segnale di debolezza del regime�. Se dalla premier non arrivano commenti, n� ufficiali n� ufficiosi, alle dichiarazioni di Putin sull’Italia (�ci � sempre stata vicina, mi sentivo come a casa mia�), negli uffici diplomatici del governo il �pizzino� partito da Mosca viene derubricato, sottovoce, come un atto di quel �ping pong propagandistico che va avanti da mesi�. I sette �grandi� lavoreranno per chiudere i canali di approvvigionamento energetico e i finanziamenti che arrivano al Cremlino da Stati terzi e per �irrigidire il sistema delle sanzioni� che gi� colpiscono Putin e gli oligarchi russi. Il nodo pi� intricato � come utilizzare i fondi sovrani della banca centrale di Mosca depositati all’estero e congelati dopo lo scoppio del conflitto.
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20 febbraio 2024 (modifica il 20 febbraio 2024 | 22:58)
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