Perché l'Arabia Saudita spende meno nel calciomercato? La strategia e cosa c'è dietro

diGuendalina Galdi 

Un anno fa la Saudi Pro League si rifaceva il look con 97 acquisti e 830 milioni di euro spesi sul mercato. Ora i piani sembrano cambiati: l'obiettivo? Rendere più appetibile il campionato 

Dove sono finiti i soldi dell’Arabia Saudita? I trasferimenti monstre, quelle operazioni da «conquistatori» dell’Europa del pallone che non poteva far altro che assistere? Nessun impoverimento, i fondi sono sempre lì. L’unica cosa che è cambiata, per ora, è la strategia. Il gigante arabo è soltanto silente. D’altronde replicare o addirittura superare i volumi della scorsa estate sarebbe difficile anche per chi è piombato sul calcio del vecchio continente con proposte indecenti e fuori mercato. Novantasette giocatori nuovi, oltre 830 milioni di euro spesi solo dai club che appartengono al fondo Pif. Il bilancio del 2023 parla chiaro. La parola d’ordine del 2024 è «ridimensionamento». Il che non significa che i trasferimenti Europa-Arabia si ridurranno allo zero, ma proveranno a essere più mirati. 

L’obiettivo è innanzitutto mantenere i (pesanti) contratti esistenti. Tradotto: niente più casi alla Jordan Henderson. Il centrocampista inglese, ex capitano del Liverpool, a gennaio ha fatto dietrofront e il suo pentimento, dopo sei mesi di campionato arabo, è diventato un addio definitivo all’Al-Ettifaq. «Ho sbagliato ad andarci», la motivazione più forte dell’aver ritrovato lì Steven Gerrard in panchina e dei circa 30 milioni garantiti in tre stagioni; soldi ai quali ha rinunciato in cambio del primo biglietto aereo per tornare in Europa. In Arabia non dimenticano nemmeno i capricci di Benzema che a fine 2023 era sparito da Gedda e dai social. Meglio assecondarlo che lasciarlo fuggire al primo screzio, anche a costo di virare all’ultimo su Laurent Blanc per la panchina di un Al-Ittihad più francese che mai, chissà perché.

Solo 8mila spettatori di media negli stadi 

Vietato perdere i big, questo è il primo pensiero. Poi: colmare le lacune tecniche dei club e rendere la Lega più sostenibile e più appetibile, alzando il prima possibile la media di 8 mila spettatori negli stadi. E se il calciomercato non regalerà solo nomi altisonanti poco male, meglio una felice gestione — e permanenza — di quelli che sono già lì. La Saudi Pro League non ha smarrito né il focus né il portafoglio: l’ambizione di diventare uno dei migliori e più competitivi campionati del mondo è immutata. Ma l’Arabia del pallone, nota spendacciona, ora vuole farsi notare per le sue inedite capacità da stratega.

25 luglio 2024

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