Fu un parto complicato, quello della Costituzione degli Stati Uniti, ma uno degli articoli approvati all’unanimit� senza dibattito fu quello che oltre a proibire l’attribuzione di titoli nobiliari — i neonati Stati Uniti d’America s’erano appena liberati del re inglese — proibiva ai pubblici ufficiali di accettare �regali, emolumenti, cariche o titoli, di qualsiasi tipo, da qualsiasi re, principe o Stato straniero�.
Dal governo cinese a quello saudita: 7,8 milioni alle proprietà di Trump
I soldi furono spesi negli alberghi del tycoon quando era presidente

La paura che nazioni nemiche esercitassero indebita influenza sulla loro invenzione, gli Stati Uniti, era tale per i �padri fondatori� che lo stesso divieto compariva gi� negli �Articoli della Confederazione�, l’accordo tra i tredici Stati che serv� come prima costituzione degli Usa.
Per questo, nel Novecento, la notizia giunta ieri sera — il governo cinese e altri enti statali hanno speso oltre 5,5 milioni di dollari nelle varie propriet� di Donald Trump durante la sua presidenza, il governo saudita e altri hanno portato il totale scoperto finora a 7,8 milioni di dollari — sarebbe stata clamorosa. Ma se la politica americana — ormai � chiaro — ha un �prima di Trump� e un �dopo Trump�, con il 2017 come spartiacque, � probabile che anche questo palese conflitto d’interesse (la scorta di Trump pagava, nei suoi alberghi, pi� di mille dollari a notte, tariffa all’incirca quintupla rispetto a quella generalmente concordata con i dipendenti statali, la tradizionale �government rate�) finir� nel nulla nonostante il testo della Costituzione lasci pochi dubbi.
Certo suona un po’ male che una banca cinese accusata dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di aver aiutato la Corea del Nord a eludere le sanzioni e una compagnia di trasporto aereo cinese di propriet� statale fossero tra i clienti delle propriet� trumpiane (nella capitale, a Las Vegas e a New York) quando l’imprenditore-presidente era alla Casa Bianca.
E d’altronde, se Trump fosse ancora presidente i democratici potrebbero pensare a un terzo impeachment (peraltro la maggioranza della Camera � ora repubblicana), ma come intervenire su quello che al momento � un privato cittadino, seppure candidato alla Casa Bianca e salvo imprevisti clamorosi presto vincitore della nomination repubblicana?
Non che le rivelazioni di ieri siano particolarmente sorprendenti: in quello che era il Trump Hotel di Washington (ora � un Waldorf) nello storico edificio del Old Post Office a cinque isolati dalla Casa Bianca, durante la sua presidenza c’erano legioni di lobbisti, diplomatici, portaborse e galoppini vari con il ristorante e soprattutto il bar affollati fino a tarda ora, gin & tonic a 23 dollari e vodka liscia con piattino di ostriche e caviale a 100 dollari (tasse e mancia escluse), per non parlare della �piramide di frutti di mare� a 120 dollari. Appena Trump (l’unico ristorante di Washington da lui visitato durante il suo mandato, 2017-2021, fu quello del suo albergo) lasci� la Casa Bianca l’albergo si svuot�, e pass� rapidamente di mano, per 375 milioni a un gruppo di investitori di Miami.
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4 gennaio 2024 (modifica il 4 gennaio 2024 | 20:28)
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