La Guerra fredda (e i gol) di Jürgen Sparwasser, il traditore: storia del bomber della Germania Est che divenne un eroe in quella dell'Ovest

diAlessandro Fulloni

Cinquant'anni fa, il 22 giugno 1974, ai Mondiali si giocava il derby tra tedeschi: vinsero gli Ossis, ammutolendo i Wessis. Un libro racconta la partita e  l'incredibile spy-story che vide protagonista il centravanti della DDR

La Guerra fredda (e i gol) di Jürgen Sparwasser, il traditore: storia del bomber della Germania Est che divenne un eroe in quella dell'Ovest

22 giugno 1974: Sparwasser insacca. 1-0 per la Ddr, risultato definitivo

Una partita che è anche un epocale derby, quello ai mondiali del 1974 tra Germania Ovest (che giocava in casa) e la Germania Est e di cui, proprio sabato 22 giugno, ricorrerà il cinquantennale. Sembra ieri, ma è una vita fa: c’era la Guerra Fredda e il Muro, Die Mauer, spaccava a metà Berlino. Quelli che stavano Oltrecortina erano, per molti occidentali, i nemici. Ma Jürgen Sparwasser era anche, se non soprattutto, un famoso centravanti della Ddr.

Oggi Jürgen ha 76 anni, è rubizzo e rubicondo, lo contraddistingue una chioma folta che da nera s'è fatta interamente bianca e se lo incontri per strada pare uno di quei turisti bavaresi che d’estate migrano in Riviera. Nella Bundesrepublik se lo ricordano tutti. Certo, intanto perché quel giorno, quel 22 giugno, gelò lo stadio di Amburgo siglando il gol della vittoria. 1-0 per gli Ossis, e i Wessis ammutoliti sugli spalti e in campo. Impossibile stabilire se, come poi si disse, quella sconfitta fosse stata programmata a tavolino da Helmut Schön, il leggendario ct della Germania Ovest che, arrivando seconda nel girone, si risparmiò, nella fase successiva, l’incontro con i temibilissimi Brasile, Olanda e Argentina.  È però certo che se Sparwasser è un mito inossidabile — e non solo per i tedeschi, va detto — è anche perché a un certo punto entrò da protagonista in una specie di spy story, le Carré, Fleming, Forsyth, ognuno scelga il suo autore preferito. 

La Guerra fredda (e i gol) di Jürgen Sparwasser, il traditore: storia del bomber della Germania Est che divenne un eroe in quella dell'Ovest

La copertina del libro edito da Minerva

Nel 1988 decise infatti di scappare dalla Germania Est, raggiungendo quella dell’Ovest, rischiando la vita e senza immaginare che circa un anno dopo ci sarebbe stata la Wende, la svolta, la riunificazione pacifica dei due Paesi. Se questo racconto riaffiora adesso, trascinante come un romanzo anche se ogni dettaglio è vero, è merito di un inviato di Tuttosport, Giovanni Tosco, 59 anni, una sfilza di biografie da Valentino Mazzola a Valentino Rossi e Cristiano Ronaldo, che a «Spari» — questo il soprannome di Jürgen — ha dedicato un trascinante libro, Sparwasser l’eroe che tradì (Edizioni Minerva). 

In teoria siamo nell’ambito di una storia di pallone. E infatti Tosco racconta così quella storica rete: il goleador Ossis ricevette palla da Hamann, «poi si liberò di  Höttges e Vogts, e prima del tentativo di intervento di Beckenbauer, ebbe il tempo di guardare  Maier in uscita e battere con un tocco ravvicinato di destro» il fortissimo portiere, amico-rivale di Dino Zoff con cui disputava interminabili partite a tennis. Istante indimenticabile: «Il 22 giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista», rievoca Francesco Piccolo nel suo libro autobiografico Il desiderio di essere come tutti

Però la realtà nella Germania Est aveva poco di romantico. Sparwasser «diventa un eroe per chi crede negli ideali del socialismo reale. Ma è un ruolo che non ama e non gli appartiene: non a caso - racconta Tosco, che ha anche intervistato l’ex bomber - si è iscritto al Partito socialista soltanto un anno prima del derby mondiale. La sua è un’esistenza tormentata, che lo indurrà a rifiutare diverse opportunità nel mondo del calcio dopo aver abbandonato l’attività agonistica, preferendo diventare assistente ricercatore alla Scuola Superiore di Pedagogia di Magdeburgo».

Da qui in poi si entra in un film tipo Le vite degli altri, con gli agenti della Stasi che controllano tutto, ascoltano, intercettano, pedinano, minacciano. Uccidono. Proprio ciò che accadde nella brutta storia di Lutz Eigendorf. Tosco parla a lungo di questa promessa 22enne della Dinamo Berlino che nel 1982 scappò all’Ovest. Venne bollato dalla stampa della Ddr come Verräter, traditore. Morì il 7 marzo 1983, schiantandosi con la sua Alfetta Gtv. Le prime sbrigative indagini della polizia di Bonn liquidarono il fatto come un incidente dovuto all’ebbrezza. Invece no. Solo dopo l’apertura degli archivi all’Est si scoprì la verità terribile: gli sgherri della Stasi lo avevano drogato, programmando quello schianto. Un monito per tutti gli altri che avevano in animo di diventare Verräter

Ma Jürgen ha già tutto chiaro. E da tempo. Libero solo quando entra in campo per segnare valanghe di gol (il suo Magdeburgo liquidò il Milan di Rivera nella finale di Coppa delle Coppe del 1974), Sparwasser si allontana sempre più dal regime. Piccole scelte, impercettibili e anche frutto del caso: fossimo stati nel fascismo magari le avremmo riassunte in quella «fronda» di cui parlò lungamente Indro Montanelli. Jürgen viene escluso dalla nazionale che partecipa ai Giochi del 1976 perché in Canada (le Olimpiadi si terranno a Montreal) qualcuno dice che è suo parente. Addirittura nel 1977 la Federcalcio della Germania Est lo multa dopo che, in una partita di Coppa, scambia la maglia con un pericoloso provocatore italiano: lo juventino Marco Tardelli. 

Quando la figlia presenta la richiesta di espatrio per lasciare la Germania Orientale, la carriera di Sparwasser comincia a essere in pericolo: approfittando di una partita tra vecchie glorie giocata a Saarbrücken il 10 gennaio 1988, decide di fuggire nella Germania Occidentale insieme alla moglie, già lì per una visita ad alcuni parenti. L’agenzia di stampa della Repubblica Democratica Tedesca, la Allgemeiner Deutscher Nachrichtendienst, racconta tutto a modo suo: «Le forze antisportive hanno approfittato della presenza di una formazione di vecchie glorie del Magdeburgo a Saarbrücken per sottrarre Jürgen Sparwasser, il quale ha tradito la sua squadra».

Tosco ha parlato a lungo con Sparwasser, piuttosto ritroso sulle prime: a chiedergli se fosse stato davvero un traditore, oggi l’ex bomber se la cava con un dribbling: «Con mia moglie e mia figlia ho solo cercato un futuro migliore...». Poi, con quel catenaccio demolito dall'insistenza curiosa del cronista di Tuttosport  in pressing, Spari finalmente si mette a ridere: «Sì, la mia vita è stata un romanzo. Chissà se qualcuno la racconterà...». Ma certo che ora va letto, questo libro. In apparenza parla di football. Invece descrive altro, un pallone che scivola via su un prato, un gol e l'estasi, l’insopprimibile anelito di libertà.

19 giugno 2024 ( modifica il 19 giugno 2024 | 16:55)

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