
Londra e Washington contro Pechino: “14 anni di cyberattacchi contro di noi”
LONDRA – Stati Uniti e Regno Unito accusano la Cina di condurre da anni una campagna di attacchi cibernetici, mettendo nel mirino politici, giornalisti e dirigenti d’azienda. Secondo l’accusa annunciata in contemporanea dai governi di Washington e di Londra, decine di hacker al servizio di Pechino sono riusciti a entrare nelle email e negli acconti digitali di milioni di persone in America e in Gran Bretagna per carpire informazioni, manipolare dati, reprimere dissenso o influenzare opinioni.
Sette cittadini cinesi sono stati incriminati negli Usa, dove il dipartimento di Giustizia, sottolineando la gravità delle accuse, ha emesso una ricompensa di 10 milioni di dollari per informazioni utili alla loro cattura. Due persone e una società sono state colpite da sanzioni in Inghilterra per attacchi dello stesso genere.
Le operazioni cibernetiche descritte dalle accuse includono attacchi nel settore della difesa, nell’industria aerospaziale e in campo energetico. Washington e Londra affermano che dietro le azioni di individui e di società private c’è la mano dei servizi segreti cinesi e del governo di Pechino, in quella che viene definita “una minaccia persistente e avanzata”.
La campagna cibernetica sarebbe in corso da più di 14 anni. Comprende l’invio di almeno 10 mila email che contengono virus in grado di essere poi attivati e di spiare il soggetto hackerato. L’iniziativa non ha colpito soltanto uffici pubblici e privati negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ma pure altri Paesi in tutto il mondo - affermano il governo americano e quello britannico - tra cui Nuova Zelanda e Australia. Gli hacker cinesi avrebbero fra l’altro ottenuto accesso ai dati digitali di decine di milioni di elettori inglesi.

Il vicepremier britannico Oliver Dowden ha convocato l’ambasciatore cinese a Londra per chiedergli conto della pesante intrusione. La Cina nega ogni responsabilità. Ma il primo ministro britannico Rishi Sunak commenta che “Pechino si comporta in modo sempre più aggressivo” nei confronti dell’Occidente, e che la più grande minaccia è “alla sicurezza economica occidentale”. Londra promette di “prendere misure” per difendersi.