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Meloni sul ritiro di Carini contro Kharife:«Non era una gara ad armi pari, così non si tutelano le atlete»
PARIGI- La premier italiana Giorgia Meloni intorno alle 12 e 30 arriva a Casa Italia per fare gli auguri agli atleti italiani. Prima del pranzo con Nicolò Martinenghi (che compie 25 anni e che qui a Parigi ha vinto la medaglia d’oro nei 100 metri rana) e con Thomas Ceccon (oro nei 100 metri dorso e bronzo nella staffetta 4x100 stile libero), Meloni ha commentato il ritiro della pugile italiana Angela Carini, chiamata ad affrontare l’algerina Imane Khelif che ha un tasso di testosterone più elevato della norma.
«Non sono d'accordo con la scelta del CIO (di fare gareggiare Khelif, ndr), non sono d'accordo da anni, da quando nel 2021, se non vada errata, il CIO cambiò il regolamento su questa materia e noi presentammo al tempo una mozione per segnalare le possibili. Perché è un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell'atleta algerina, la gara in partenza non è una gara, è una gara che non sembra equa, c'erano anche profili legati alla sicurezza».
«Penso che bisogna fare attenzione, nel tentativo di non discriminare, a non discriminare in un altro modo. Da anni tento di spiegare che alcune tesi portate all'estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne. Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili non debbano essere ammessi alle gare femminili e non perché si voglia discriminare qualcuno, ma per tutelare il diritto delle atlete di poter competere ad armi pari. Quindi non ero d'accordo con la scelta nel 2021, non sono d'accordo con la scelta oggi. Ringrazio Angela Carini, chiaramente, per come si è battuta. Si è ritirata perché i colpi erano troppo forti. Mi dispiace ancora di più. Io mi ero emozionata ieri quando lei ha scritto “combatterò, perché in queste cose, sicuramente, conta anche la dedizione, conta anche la testa, conta anche il carattere. Però poi conta competere ad armi pari».
Sul caso è intervenuto su X anche il vipremier Matteo Salvini: «Picchia troppo forte, non è giusto». Brava Angela, hai fatto bene! La nostra atleta si è dovuta ritirare contro Imane Khelif, prima di scoppiare in lacrime per tanti sacrifici andati in fumo. Una scena davvero poco olimpica: vergogna a quei burocrati che hanno permesso un match che evidentemente non era ad armi pari. Se ne sono accorti tutti in Italia e nel mondo, tranne i distratti commentatori della Rai. Un abbraccio ad Angela, forza».
«Non sono d'accordo con la scelta del CIO (di fare gareggiare Khelif, ndr), non sono d'accordo da anni, da quando nel 2021, se non vada errata, il CIO cambiò il regolamento su questa materia e noi presentammo al tempo una mozione per segnalare le possibili. Perché è un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell'atleta algerina, la gara in partenza non è una gara, è una gara che non sembra equa, c'erano anche profili legati alla sicurezza».
«Penso che bisogna fare attenzione, nel tentativo di non discriminare, a non discriminare in un altro modo. Da anni tento di spiegare che alcune tesi portate all'estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne. Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili non debbano essere ammessi alle gare femminili e non perché si voglia discriminare qualcuno, ma per tutelare il diritto delle atlete di poter competere ad armi pari. Quindi non ero d'accordo con la scelta nel 2021, non sono d'accordo con la scelta oggi. Ringrazio Angela Carini, chiaramente, per come si è battuta. Si è ritirata perché i colpi erano troppo forti. Mi dispiace ancora di più. Io mi ero emozionata ieri quando lei ha scritto “combatterò, perché in queste cose, sicuramente, conta anche la dedizione, conta anche la testa, conta anche il carattere. Però poi conta competere ad armi pari».
Sul caso è intervenuto su X anche il vipremier Matteo Salvini: «Picchia troppo forte, non è giusto». Brava Angela, hai fatto bene! La nostra atleta si è dovuta ritirare contro Imane Khelif, prima di scoppiare in lacrime per tanti sacrifici andati in fumo. Una scena davvero poco olimpica: vergogna a quei burocrati che hanno permesso un match che evidentemente non era ad armi pari. Se ne sono accorti tutti in Italia e nel mondo, tranne i distratti commentatori della Rai. Un abbraccio ad Angela, forza».