Influencer e digital creator non pagavano le tasse: «Recuperati 11 milioni»
I controlli della Guardia di Finanza sui proventi digitali: «Quattro influencer e cinque digital creator, alcuni completamente sconosciuti al Fisco». A Vacchi contestati 7 milioni di euro, a Luis Sal circa due milioni
Undici milioni di euro in tasse, è la cifra che la Guardia di Finanza ha chiesto, e in gran parte già visto versare alle star del web e ai sex worker che lo utilizzano per pubblicare contenuti digitali, o pubblicizzare la loro attività. Nove in tutto i personaggi della rete coinvolti, operanti o residenti a Bologna. Tra di loro ci sono 4 influencer da complessivi 50 milioni di follower, tra cui i celeberrimi Gianluca Vacchi, imprenditore famoso per i suoi video ballerini e Luis Sal, il creativo che ha appena vinto la causa contro Fedez per la paternità del podcast «Muschio Selvaggio».
Luis Sal e Gianluca Vacchi coinvolti nell'operazione
Sono stati quelli ovviamente chiamati più in causa, considerando gli introiti che gli arrivano dall'esposizione social. Al primo la Gdf bolognese ha chiesto circa 7 milioni di euro, legati anche alla sua attività imprenditoriale. Al secondo una cifra intorno ai 2 milioni. Le aziende specializzate nel marketing arrivano a pagare 80mila euro per un singolo post pubblicato su Youtube, Instagram o Tik tok, tariffe che le Fiamme gialle hanno confrontato con le dichiarazioni dei redditi.
Altre due influencer e le sex workers su Onlyfans
Nel caso di questi personaggi famosi, chiaramente già conosciuti al Fisco, l'accertamento è stato agevole. Più difficile rintracciare gli altri, sconosciuti all'Erario e spesso coperti da nomi d'arte. Tra di loro due giovani influencer attive su Onlyfans, dove pubblicavano contenuti digitali per adulti. E cinque sex worker, dai 30 ai 60 anni, che sono stati quelli costretti a fare di necessità virtù durante il covid, trasferendo la loro attività anche sul web. A tre di loro la Gdf ha segnalato all'Agenzia delle entrate un'addizionale alle imposte sul reddito a carico di chi produce, distribuisce, vende e rappresenta materiale per adulti anche in formato multimediale. L’importo è di circa 200mila euro ed è destinato agli interventi a favore del settore dello spettacolo.
La Guardia di Finanza: «Sono stati collaborativi, alcuni no»
«Generalmente gli influencer si sono dimostrati ampiamente collaborativi, aderendo prontamente ai rilievi mossi e versando all'Erario gli importi dovuti; solo in qualche caso, si sono riservati di effettuare approfondimenti ulteriori, prima di proseguire la procedura avanti agli uffici finanziari» spiega la Guardia di Finanza.
Le possibilità offerte dal web e la legalità
L'attività condotta, spiega una nota delle Fiamme Gialle, consegue anche ai rapporti di collaborazione e sinergia instaurati tra il Comando Regionale Emilia-Romagna della Guardia di Finanza e gli interlocutori istituzionali per la stipula di un protocollo d'intesa a tutela dell'economia legale e dei distretti industriali e ha riguardato diversi contesti, tra i quali quelli caratterizzati da un notevole processo evolutivo anche in ragione delle opportunità offerte dal web, con la conseguente generazione di ingenti volumi d'affari.
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