Pacchetto sicurezza, il Cdm approva: pene più pesanti per i reati di criminalità diffusa e detenzione anche per le donne con bimbi piccoli recidive

La misura ( che sta già facendo discutere) sembra tarata sulle donne di origine rom, incinte, spesso beccate, in flagranza nelle metropolitane, nelle stazioni o sui mezzi pubblici a sottrarre portafogli o telefonini e che, per la gravidanza, o perchè mamme di bimbi piccoli riescono ad evitare il carcere. Adesso, con l’evidente intento di punire loro, il consiglio dei ministri vara una stretta sui reati minori che consente la detenzione di madri ( soprattutto se recidive) con bambini di età inferiore a tre anni. Sarà il giudice a valutare l’opportunità della detenzione che finora era invece assolutamente proibita. Anche se il carcere resta comunque off limit per donne incinte o mamme di bambini sotto l’anno di età.

E’ solo una delle tante norme del nuovo decreto sicurezza che il consiglio dei ministri ha approvato questo pomeriggio e che segna l’aumento consistente delle pene anche per chi truffa gli anziani o aggredisce esponenti delle forze dell’ordine o borseggiatori.

Truffe agli anziani, arresto e pene più alte

Prevista una stretta sulle truffe commesse ai danni degli anziani e delle persone più fragili. Viene aumenta la pena di reclusione da 2 a 6 anni per la truffa aggravata e viene prevista, per quest'ipotesi, anche la possibilità per le Forze dell'Ordine di procedere ad arresto in flagranza.

Cosa rischia chi aggredisce le forze dell’ordine

Anche imbrattare il muro di una caserma o di un commissariato d’ora in poi potrà costare caro, così come il reato di resistenza a pubblico ufficiale. E’ introdotto un aggravamento di pena nei casi in cui i reati di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale siano commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Previsto anche un aggravamento di pena per le lesioni cagionate nei loro confronti. È aumentata la pena per chi imbratta beni mobili o immobili in uso alle forze di polizia o ad altri soggetti pubblici, se il fatto è commesso con la finalità di ledere il prestigio o il decoro dell'istituzione.

Il nuovo reato di rivolta in carcere

Col via libera in Cdm viene introdotto inoltre un nuovo reato che punisce chi organizza o partecipa una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o con altre condotte pericolose. La pena è da 2 a 8 anni per chi organizza la rivolta e da 1 a 5 anni per chi partecipa. Sono previste apposite aggravanti, fino a dieci anni, nel caso di uso di armi. Un'ulteriore fattispecie di reato punisce chi istiga la rivolta, anche dall'esterno del carcere, con scritti diretti ai detenuti.