Maxisequestro ai coniugi Dell’Utri: «Non dichiarati 42 milioni»

diAntonella Mollica

I figli di Silvio Berlusconi sono debitori di somme destinate dal padre nel testamento a Dell’Utri: ora dovranno darne una parte allo Stato

Dopo la condanna per mafia, dieci anni fa, avrebbe dovuto comunicare tutte le entrate e tutte le uscite dai propri conti bancari, comprese le donazioni ricevute negli anni da Silvio Berlusconi, così come prevede la normativa antimafia. Ma, secondo l’accusa, l’ex senatore Marcello Dell’Utri avrebbe omesso di indicare le variazioni patrimoniali per un ammontare complessivo di 42 milioni di euro. Per questo la Procura di Firenze ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro preventivo di 10 milioni e 840 mila euro. Cifra riconducibile a Dell’Utri, tuttora indagato come mandante esterno delle stragi mafiose del 1993, e alla moglie Miranda Anna Ratti. Anche se dal dicembre 2020 i due hanno formalmente divorziato gli inquirenti ritengono che si tratti solo di un atto fittizio. Da alcune intercettazioni è emerso infatti che i due hanno continuato a convivere, pranzando e cenando insieme, tranne i periodi in cui la moglie andava nella Repubblica Dominicana per ottenere la cittadinanza.

Il provvedimento è stato notificato ieri dagli investigatori della Direzione investigativa antimafia alle banche (per un importo pari a 6 milioni e 800 mila) mentre i restanti tre milioni e 900 mila sono stati sequestrati sui conti di Marina e Piersilvio, terzi estranei, in quanto debitori di somme destinate dal padre nel testamento a Dell’Utri.

Secondo la legge Rognoni-La Torre, la stessa che ha istituito il reato di associazione mafiosa, i condannati per reati di mafia devono comunicare per i dieci anni successivi alla sentenza definitiva tutte le variazioni del patrimonio superiori a 10.330 euro.

Al centro degli accertamenti svolti dai procuratori aggiunti Luca Tescaroli e Luca Turco e del pm Lorenzo Gestri — titolari dell’inchiesta sulle stragi — ci sono oltre 32 milioni di euro che negli anni l’ex presidente del Consiglio ha versato all’amico: «prestiti infruttiferi» mai restituiti e i 30 mila euro al mese versati a partire dal 2021, quando Dell’Utri ha finito di scontare la pena. Dal maggio 2021 al maggio 2023 ci sono stati dieci bonifici da 90 mila euro sul conto di Dell’Utri a titolo di «donazioni di modico valore» e uno da 20 mila a titolo di «rimborso anticipazione». Il ragioniere Giuseppe Spinelli, da sempre custode delle finanze di Berlusconi e della sua famiglia, sentito dagli inquirenti nel 2021, ha spiegato che è stato lui a predisporre i bonifici, secondo le indicazioni del Cavaliere, in seguito alle richieste della moglie di Dell’Utri che aveva bisogno di denaro per pagare gli avvocati. Per lo stesso motivo Berlusconi nel 2012, ha raccontato Spinelli, aveva acquistato la villa dell’amico sul lago di Como.

E mentre il giudice per le indagini preliminari di Firenze firmava il sequestro dei beni di Dell’Utri, a Palermo altri giudici sono arrivati a conclusioni opposte: la sezione misure di prevenzione del tribunale del capoluogo siciliano ha rigettato la richiesta della Procura di disporre la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e la confisca dei beni. «Non è mai stata accertata (e nemmeno contestata, nell’ambito di un procedimento) la natura illecita di questi versamenti — scrivono i giudici palermitani — né che gli stessi fossero provento di estorsioni poste in essere da Dell’Utri ai danni di Berlusconi o costituissero la remunerazione per il silenzio serbato». 

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22 marzo 2024 ( modifica il 22 marzo 2024 | 07:31)

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