
Decreto Anticipi, per il bonus psicologo 5 milioni in più nel 2023. Il Pd: “Ne servono dieci volte tanto”
ROMA – Il finanziamento compare nel pacchetto degli emendamenti parlamentari al decreto Anticipi che è stato riformulato dal governo. Ci sono 5 milioni in più per il bonus psicologo. Uno stanziamento aggiuntivo che porta la dotazione complessiva, per quest’anno, a 10 milioni. Ma per il Pd, che aveva chiesto 50 milioni all’anno per coprire almeno 1/5 delle richieste, l’impegno dell’esecutivo è insufficiente.
“Il raddoppio dei fondi – incalza il senatore del Pd Filippo Sensi - è il segno di una percezione ormai condivisa sulla priorità della salute mentale: occorrerebbero risorse dieci volte tanto. Combatteremo in ogni occasione per allargare, far crescere, promuovere". Anche Forza Italia, con un emendamento firmato dai senatori Licia Ronzulli e Claudio Lotito, aveva spinto per una dotazione maggiore: 15 milioni per quest’anno e 40 milioni a partire dal prossimo, quintuplicando gli 8 milioni previsti per il 2024.
L’incremento dei fondi per il bonus psicologo è uno dei temi che prova a saldare l’intesa tra la maggioranza e le opposizioni, mediata dal governo, recependo uno schema abbozzato stamattina durante una riunione dell’ufficio di presidenza della commissione Bilancio di palazzo Madama, dove il decreto è in esame. “Il clima si è fatto più disteso grazie al lavoro di coordinamento del ministro Ciriani”, spiega il capogruppo dei 5 stelle Stefano Patuanelli al termine della riunione.
Appena ieri, i rapporti tra la maggioranza e le opposizioni erano alquanto incandescenti. A generare lo scontro alcuni emendamenti del governo e dei relatori che prevedono un impegno di spesa. Non una valanga di risorse perché la linea di Palazzo Chigi e del ministero dell’Economia resta sempre quella della parsimonia. Ma gli aggiustamenti, seppure contenuti, anche come numero rispetto a quelli onerosi, hanno fatto infuriare il Pd, Avs e Italia Viva, oltre ai 5 stelle.
“Il governo - aveva incalzato martedì sera lo stesso Patuanelli - non ha mantenuto fede ai patti perché al decreto Anticipi non dovevano esserci emendamenti onerosi: invece ne presenta quattordici, di cui diversi onerosi”.
Nelle prossime ore, il governo proverà a trovare risorse aggiuntive, seppure contenute, per andare incontro ad alcune richieste delle opposizioni.
Il voto in commissione inizierà domani mattina: l’obiettivo è chiudere i lavori entro venerdì sera, affidando il mandato al relatore nella giornata di martedì prossimo. In questo modo il decreto approderebbe nell’aula del Senato a metà della settimana prossima, per il via libera che sarà agganciato al voto di fiducia. Un timing serrato per evitare che faccia da tappo all’esame della legge di bilancio.
Intanto arrivano 11 emendamenti (sei del governo e cinque dei relatori) che introducono alcune novità. Le richieste che sono state recapitate al Mef da Palazzo Chigi e dagli altri dicasteri sono state scremate fino a stamattina. Un emendamento, a costo zero, rivede le modalità di assegnazione di fondi già esistenti per le attività sulla cybersicurezza di Dis, Aise ed Aisi. Un’altra modifica che entrerà nel decreto prevede l’istituzione di una banca dati presso gli organi di autoregolamentazione per prevenire “eventuali attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo”.
È oneroso, invece, l’emendamento che stanzia 25,3 milioni per un’indennità una tantum ai dipendenti dell’Ispettorato nazionale del lavoro e dell’Anpal, adeguando i trattamenti economici a quelli del personale del ministero del Lavoro.
C’è poi un’altra modifica che ripropone quattro proposte che la maggioranza aveva presentato al decreto Proroghe, poi ritirati: nel pacchetto c’è il rinvio della fatturazione elettronica per gli operatori sanitari, oltre a un intervento sulla modalità di trasmissione del 2, 5 e 8 per mille, e alla prosecuzione delle misure di assistenza e di accoglienza per i profughi provenienti dall’Ucraina.

Nel pacchetto del governo e dei relatori anche il Codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti brevi.