Altri tempi quelli in cui, come racconta ne La famiglia il regista Ettore Scola riportandoci a inizio Novecento, nonno Carlo vive con il figlio Aristide, sua moglie Susanna, il neonato Carlo junior, e le sorelle-zitelle di Aristide, Luisa, Margherita e Millina. La �famiglia-Welfare�, con le generazioni riunite sotto lo stesso tetto e in grado di prendersi cura di noi in vecchiaia, � in via di estinzione anche per motivi demografici. Nei prossimi 30 anni il numero di over 80 andr� quasi al raddoppio: dai 4,4 milioni di oggi ai 7,9 milioni del 2050. Chi curer� cos� tanti anziani, i figli del babyboom degli Anni 60? Allora le nascite erano 900 mila l’anno. I figli e i nipoti in grado di aiutarci in vecchiaia saranno molti di meno. Le nascite tra il 1990 e il 2000 scendono intorno ai 550 mila l’anno: e i figli dei figli sono ancora meno perch� nel 2020 i neonati crollano a 400 mila.
Nel 2050, gli over 80 saranno il doppio (7,9 milioni). Nella sanità qualcosa andrà meglio, ma non basterà
I 2,72 miliardi ricavati dal Pnrr faranno aumentare il numero degli assistiti. Serve per� una legge-quadro per migliorare i servizi e limitare la burocrazia. Un esempio? L’assistenza domiciliare integrata c’�, viene tuttavia garantita soltanto per 18 ore all’anno Il 60 per cento delle badanti lavora ancora in nero

Anziani in una casa di riposo di Milano (foto Lapresse)
�17 TENTATIVI, BEN 17 PROPOSTE DI LEGGE PER SULL’ASSISTENZA PER CHI HA BISOGNO DI AIUTO PER ALZARSI DAL LETTO, MANGIARE, VESTIRSI, USCIRE DI CASA. TUTTE FINITE NEL NULLA�

Il futuro, purtroppo, rischia di essere la storia di un esercito di solitudini. E gi� il presente fa suonare campanelli d’allarme che non possono continuare a essere ignorati. Il problema � che il modello di societ� cambia velocemente, mentre le leggi sull’assistenza per chi ha bisogno di aiuto per alzarsi dal letto, mangiare, vestirsi, uscire di casa, ecc., o anche solo per avere un po’ di compagnia, restano indietro. L’Italia ne ha attesa una nuova per 26 anni, ossia dalla fine degli Anni 90: il primo tentativo di riforma � del 1997 e da allora ci sono state 17 proposte finite nel nulla. Mentre l’Austria l’ha fatta nel 1993, la Germania nel 1995, il Portogallo nel 1998, la Francia nel 2002, la Spagna nel 2006.
L’OBIETTIVO � CREARE UN SISTEMA NAZIONALE PER LA POPOLAZIONE ANZIANA, METTENDO TUTTI GLI ENTI IN COMUNICAZIONE DIRETTA
Il 23 marzo 2023 3,8 milioni di anziani non autosufficienti (concentrati soprattutto, ma non solo, tra gli over 80) hanno applaudito, insieme con i loro familiari, alla riforma sull’assistenza ai non autosufficienti (Legge 33), approvata dal governo Meloni. Il 25 gennaio 2024 il Consiglio dei ministri ha presentato il decreto attuativo che serve per passare dalla teoria alla pratica della vita quotidiana. Vediamo allora chi si prende cura oggi degli anziani, in particolare dei non autosufficienti e se e cosa potr� cambiare in futuro. Spoiler su dove andremo a parare: capiremo che - nonostante le novit� - in questo modo non � pi� possibile andare avanti perch� la situazione resta purtroppo una vergogna per un Paese civile: le case di riposo oggi vengono utilizzate di fatto per andarci a morire; le badanti a casa sono per lo pi� in nero; le ore all’anno di assistenza domiciliare sono talmente poche che � come se non ci fossero; e oltretutto per ogni aiuto richiesto c’� una burocrazia da fare impazzire. Ma ci concentreremo anche l� dove oggi sono riposte le nostre speranze, ossia sugli spiragli di cambiamento, destinati a semplificare almeno la burocrazia e a dare un po’ pi� di soldi vedremo a chi.
CIRCA 250 MILA I POSTI NELLA CASE DI RIPOSO. LA DEGENZA MEDIA � DI 12 MESI: SI PORTA LA PERSONA ANZIANA NELLA CASA DI RIPOSO QUANDO NON � PROPRIO PI� POSSIBILE GESTIRLA FUORI

Nelle case di riposo in Italia ci sono all’incirca 200-250 mila posti. Il costo dipende dal grado di autosufficienza dell’anziano: dai 2.400 agli oltre 4.000 euro al mese, a seconda delle Regioni, e le cifre delle rette mensili sono in aumento costante. La met� del costo � coperto dal finanziamento pubblico (fermo da anni), l’altra met� a carico dell’ospite. Business in eterna espansione per le societ� private profit, colpo letale ai risparmi di una vita per l’ospite e i suoi familiari. La degenza media � di 12 mesi: si porta la persona anziana nella casa di riposo quando non � proprio pi� possibile gestirla fuori. Vita davvero grama anche per gli anziani non autosufficienti che vivono a casa e le loro famiglie. Le badanti che se ne occupano sono 1 milione, di cui il 60% non vengono messe in regola. La stragrande maggioranza di loro � pagata, almeno in parte, con i 530 euro al mese dell’indennit� di accompagnamento destinata a chi non � in grado di alzarsi, lavarsi e vestirsi da solo. Il denaro pubblico, dunque, oggi serve spesso per finanziare il lavoro nero. E un anziano con demenza che deve essere monitorato h24 a causa dei suoi problemi comportamentali riceve gli stessi soldi, sempre alla voce �indennit� di accompagnamento�, di chi ha bisogno di aiuto solo nelle attivit� di base della vita quotidiana.
ASSISTENZA DOMICILIARE: INFERMIERE A CASA PER 858 MILA, MA SOLO 18 ORE L’ANNO. � DEL 60 PER CENTO LA PERCENTUALE DELLE BADANTI CHE LAVORA “IN NERO”
Gli 858.722 che oggi hanno un infermiere che va a casa per la cosiddetta assistenza domiciliare integrata (Adi) finanziata dal servizio sanitario nazionale ce l’hanno per un massimo di 18 ore l’anno. Cos� serve a ben poco! Adesso il Pnrr ci d� 2,72 miliardi di euro per raddoppiare (o quasi) il numero di anziani assistiti di qui al 2026. Ma se parallelamente non viene aumentato il monte-ore dell’assistenza, il problema resta. Non risolve la situazione neppure che 131 mila beneficino dei servizi sociali del Comune che mandano qualcuno che aiuta ad alzarsi, mangiare e vestirsi (Sad). La frammentazione e la duplicazione dei servizi porta con s� l’inefficacia degli interventi. Come se non bastasse per ricevere gli aiuti � necessario fare ogni volta una domanda diversa con un’odissea tra sportelli e commissioni anche se l’ente statale che li eroga � sempre lo stesso, l’Inps. Facciamo qualche esempio per capirci.
L’Odissea per chiedere un aiuto pubblico
Il riconoscimento dell’invalidit� civile al 100% per chi � cieco, sordo o ha un’ autonomia limitata serve per accedere ai benefici economici come le pensioni, ma anche per l’esenzione dal ticket sanitario, le protesi e gli ausili. Ebbene, una volta ottenuta, l’invalidit� civile non d� automaticamente diritto all’indennit� di accompagnamento (indipendente dal reddito). Cos�, come gi� ricostruito per la rubrica Dataroom sempre del Corriere della Sera , dopo avere fatto la trafila all’Inps per ottenere l’invalidit�, per avere anche i 530 euro mensili bisogna: rivolgersi al medico di famiglia che fa una certificazione; inviarla all’Inps per ottenere un codice identificativo; fare una visita medica all’Asl; presentare la domanda (via web o patronato). Il caso viene poi esaminato da una commissione presieduta da un medico Inps che rilascia il verbale di indennit� civile; segue infine la compilazione del modulo AP70 che consente di ricevere dalla stessa Inps l’indennit� di accompagnamento. Altro giro infernale di giostra, nuovi documenti da presentare per ottenere i benefici collegati alla legge 104, cio� i permessi o i congedi per chi ha un familiare disabile a carico.
Altre domande per protesi e pannoloni
Che fatica inutile! Neanche a dirlo: per gli aiuti di competenza locale che sono l’infermiere a casa (Adi), l’accesso a strutture semidiurne, le protesi e pannoloni bisogna fare ancora altre domande a commissioni diverse anche se il referente � sempre l’Asl; e per i voucher per l’assistenza domiciliare del Comune (Sad) � necessario rivolgersi ai Servizi sociali. Ecco gli spiragli di novit� importanti: in seguito alla Legge 33 - nata su pressione del �Patto per la non autosufficienza� che raggruppa 60 associazioni del Terzo settore - terminer� almeno l’odissea tra sportelli con l’introduzione di una �Valutazione nazionale unica� che garantisce l’accesso simultaneo a tutte le prestazioni di competenza statale di cui un non autosufficiente ha diritto in base alla sua gravit�.
LA SERIE SU 7 - PRIMA PUNTATA (USCITA SUL NUMERO DEL 19/1) TELEMEDICINA DALLA GOCCIA DI SANGUE AL REFERTO IN VENTI MINUTI. SENZA OSPEDALE - SECONDA PUNTATA (USCITA SUL NUMERO DEL 2/2) CACCIA AL MEDICO IN 4 ANNI IL NUMERO DI CAMICI BIANCHI STRANIERI SI � IMPENNATO. ECCO CHI SONO, COSA FANNO E PERCH� SONO QUI
�Valutazione nazionale unica� che sar� anche trasmessa in via informatica alle nuove �Unit� di Valutazione Multidimensionale locali� senza ulteriori adempimenti. Per attivare i servizi il cittadino si rivolger� a presidi territoriali ben identificabili, tipo le Case della Comunit�.
�Patto per la non autosufficienza�
Ma il �Patto per la non autosufficienza�, a cui va il merito di avere portato all’attenzione delle istituzioni la necessit� della riforma, torna a ricordare i principi su cui � basata. Perch� non bisogna fermarsi qui: nel decreto legislativo proprio adesso all’ordine del giorno - e che dovr� essere approvato in via definitiva dopo l’esame delle commissioni competenti entro i primi dieci giorni di marzo - manca il salto di qualit�. Il primo sarebbe fare in modo che l’importo dell’invalidit� di accompagnamento che riguarda 1 milione e 570 mila anziani cresca per le famiglie che decidono di pagare la badante regolarmente. La soluzione � auspicata innanzitutto per fare uscire dall’irregolarit� chi si prende cura nei nostri familiari anziani: da fantasmi quali oggi sono nella maggioranza dei casi � difficile che possano ricevere la formazione necessaria per assisterli al meglio! L’altro pilastro della riforma � il riconoscimento di pi� soldi a chi ha pi� bisogno perch� pi� grave. Il Consiglio dei ministri ha proposto una sperimentazione per il 2025-2026 rivolta a persone 80+ con bisogni gravi e ridotte disponibilit� economiche che avranno a disposizione 850 euro mensili da impiegare per acquistare assistenza (da badanti o cooperative). Li potranno ricevere 29.400 anziani nel 2025 (1,9% dei beneficiari indennit�) e 19.600 nel 2026 (1,2%).
Servono pi� ore di assistenza domiciliare
� evidente che � poca roba rispetto alle aspettative. Serve, infine, il potenziamento delle ore di assistenza domiciliare che deve passare da un aumento dei fondi a disposizione e dall’eliminazione dei doppioni nei servizi (Adi e Sad). Per realizzare questi obiettivi la riforma prevede la creazione di un Sistema Nazionale per la Popolazione Anziana non Autosufficiente (Snaa) con la programmazione condivisa di tutte le misure pubbliche - delle Asl, dei Comuni e dell’Inps - da parte dei diversi soggetti responsabili. Al momento, per�, il decreto attuativo non prevede di fatto nulla in tal senso. Insomma, la storia ancora dopo 26 anni non � conclusa. La pellicola di Ettore Scola termina con Carlo junior, il neonato battezzato all’inizio del film, che nel 1986 compie 80 anni: per fare la foto di famiglia si riuniscono tutti i parenti che arrivano da ogni dove. � la dimostrazione plastica di come la societ� gi� alla fine del Novecento � cambiata. Chiss� se adesso finalmente anche le norme saranno in grado di adeguarsi. Gli anziani e le loro famiglie restano in attesa di risposte. E le potranno ottenere solo ed esclusivamente se il problema, che coinvolge 10 milioni di persone considerando anche i familiari e gli operatori sociosanitari, finalmente finisce in cima all’agenda politica. Cosa mai successa finora. Gli anziani non autosufficienti fanno poca notizia. Tranne poi finire al centro delle cronache quando una pandemia, com’� stata quella del Covid, se li � portati via in massa.
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16 febbraio 2024 (modifica il 16 febbraio 2024 | 08:09)
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