Spalletti, Italia-Macedonia del Nord: conta vincere anche con un gol di stinco


E cos� siamo al punto: forse, stasera, Spalletti dovrebbe rinunciare un po’ a se stesso. I suoi azzurri non devono vergognarsi di essere tremendamente banali. L’uomo che si eccita a inventare calcio, tipo Totti falso nove, oppure Perrotta assaltatore, Brozovic playmaker e Lobotka calamita vivente, il progettista di visionarie difese �rotanti� a tre e mezzo, deve dare ai suoi un unico, volgare piano di gioco: buttarla dentro. In qualsiasi modo. Di stinco, di ginocchio, di punta. Una zampata, andiamo in vantaggio, e poi si vede.
� noto che Spalletti rifiuta di affidarsi, anche solo per un calcio d’angolo, alla fortuna. Non sa cosa sia. Mai avuta. Quindi � inutile contarci proprio stanotte. Per� non � nemmeno il caso di metterci a spiegare alla Macedonia del Nord come si gioca a pallone. Intanto, perch� � una squadra che ci � ostile per destino. E poi perch� Spalletti, essendo arrivato in panchina quando il tipo con il ciuffo color mogano ci ha mollato per andare a riempire il portafogli di bigliettoni arabi, non ha avuto ancora il tempo necessario per far assimilare i suoi complessi dogmi agli azzurri. Tra i quali — dettaglio fondamentale — non abbiamo fuoriclasse e, forse, nemmeno campioni. Ma solo qualche buon calciatore.
� abbastanza mortificante fare questi ragionamenti. Per� sarebbe ingiusto raccontarci struggenti bugie. Quelle le racconta chi comanda il calcio italiano. Noi siamo gente di curva e di tribuna stampa, di campo e di spogliatoi. Tifiamo Italia. E vogliamo andare agli Europei.