10 maggio 1978, l’assassinio di Aldo Moro: la prima pagina del Corriere. Goffredo Buccini: «La cruenta deposizione pagana dell’uomo che ha pagato per tutti»

di Goffredo Buccini

La sua morte incarnava troppe cattive coscienze gi� prima che i suoi boia agissero. E 46 anni dopo, la Repubblica che fu di Moro resta ancora una casa degli spiriti senza innocenza

10 maggio 1978, l’assassinio di Aldo Moro: la prima pagina del Corriere. Goffredo Buccini: «La cruenta deposizione pagana dell’uomo che ha pagato per tutti»

Da mercoled� 20 marzo 2024, il Corriere offre in regalo ai suoi lettori alcune delle sue prime pagine storiche. Per gli arretrati rivolgersi all’edicolante o scrivere a arretrati@rcs.it. Nell’edizione digitale sfogliabile su Ipad e Smartphone, le pagine sono leggibili nella sezione In Evidenza. Questo � il commento di Goffredo Buccini a quella del 10 maggio 1978

N essuno era senza colpa. In un’Italia sventrata dalle bombe, umiliata dalle bugie di apparati ancora intrugliati col passato, terrorizzata dal terrore e inquinata dalle trame, ingannata da cattivi maestri e ammutolita dal silenzio degli ignavi, nessuno poteva chiamarsi davvero fuori . Eppure, quello � il giorno in cui tutti persero l’ultima innocenza.

Lo racconta, con la potenza icastica dell’istante che si fa storia, la grande foto scattata quel 9 maggio e pubblicata il giorno dopo, mercoled� 10 maggio 1978 — sotto un titolo che anticipa gi� i saggi e le fiction, i romanzi e le inchieste a venire, �Il delitto Moro� — sulla prima pagina del Corriere della Sera e di tutti i giornali italiani, per una volta allineati nell’enormit� della notizia senza la lusinga futile della concorrenza: l’immagine d’un uomo col capo reclinato sul vestito scuro, ripiegato anche in morte nella sua consueta postura di mitezza, �il meno implicato di tutti�, per dirla con Pasolini, che aveva pagato per tutti; quella sagoma insanguinata era ci� che ci restava del presidente democristiano al compiersi d’una cruenta liturgia pagana, in via Caetani, fra piazza del Ges� e Botteghe Oscure, cio� fra Dc e Pci, ch� persino in quella Roma dall’apparenza blindata (ma dalle troppe e sospette smagliature investigative) Moretti e i suoi boia non avevano rinunciato alla seduzione della simbologia: ve lo restituiamo cos� Aldo Moro, il regista del vostro compromesso storico. �Sotto il reticolato di plastica che protegge l’impalcatura del restauro della chiesa di Santa Caterina ai Funari�, annot� Giuliano Zincone: l’auto appoggiata l�, come a casaccio, e invece, nella distratta quotidianit� d’un centro gi� accaldato nel maggio romano, e invece. Invece nulla � casuale, � la scena d’una Deposizione quella �telefoto Ansa� nel bagagliaio della R4 rossa dei brigatisti, il dipinto d’una Piet� mutilata: senza l’abbraccio della Madre.

�Morto perch� questa Repubblica viva�, fu il titolo del nostro editoriale: �Hanno un disegno, quello di far saltare questa lenta pacificazione internazionale e interna, di portarci a essere un Paese di frontiera politica...�, scrisse il direttore Franco Di Bella, il cui nome sarebbe spuntato tre anni dopo negli elenchi della P2 di Gelli, tanto spesso chiamata in causa nelle ricostruzioni di quei giorni, dandoci cos� la misura di quale terribile garbuglio quel momento fosse per tutti gli italiani. Vero, si voleva fermare un processo di pace, ma frontiera lo eravamo gi� da un pezzo. Vero, da trent’anni e passa la guerra civile italiana non s’era conclusa e i figli credevano di doverla combattere per conto dei padri. Morto per noi? L’afflato evangelico di quelle ore � ingannevole, a rileggere il crudo disvelamento della retorica d’occasione, �tragicomica�, che Sciascia opera come un perito settore nel suo L’Affaire Moro. L’esecuzione per mano brigatista fu l’acme dei dieci anni precedenti in cui porzioni non del tutto trascurabili della societ� italiana si persuasero di trovarsi nel Cile di Pinochet anzich� nel Paese occidentale col pi� forte sindacato e il pi� forte partito di sinistra: un caso di strabismo collettivo dalle drammatiche conseguenze. E fu la reazione a ci� che Moro aveva sempre teorizzato e praticato, l’allargamento progressivo della base democratica per il governo del Paese, ai socialisti nei primi anni Sessanta, ai comunisti nella seconda met� dei Settanta. Troppo, per troppi dei suoi. Moro era morto da un pezzo, ucciso dalle nostre molotov, dalla caccia al rosso e al camerata basco nero, dalla solitudine di Luigi Calabresi e dalle canzoni infami che si cantavano su di lui, dalla compromissione dei suoi sodali dc, dagli scandali emergenti d’una Repubblica gi� dimentica dell’afflato costituente, dalla difesa che lui stesso ne fece, �non ci lasceremo processare nelle piazze�, prima che fanatici convinti di agire in nome di quelle piazze lo catturassero e lo sottoponessero a un processo farsa.

La sua morte incarnava troppe cattive coscienze gi� prima che i suoi boia gli scaricassero addosso undici colpi di mitraglietta. Le sue lettere, pi� di ottanta nei cinquantacinque giorni di prigionia, sono la trasfigurazione di un uomo nel suo lento avvicinamento al patibolo, �comincer� un altro ciclo pi� terribile e parimenti senza sbocco�, scrive lui, tentando di scalfire il partito della fermezza che, contrapponendosi a quello della trattativa, dello scambio di �prigionieri� e dunque del riconoscimento dell’altra parte, anticipava una nuova frattura nell’ethos del Paese, una delle molte che ci accompagnano fino a oggi. Cos� come ci insegue ancora quel senso di sfiducia, quel �non ce la contano giusta�, che allora trov� linfa in una catena di errori troppo inverosimile per essere casuale: a cominciare dal triste balletto su Gradoli, esito d’una seduta spiritica tra prominenti democristiani bolognesi, poi falsa pista nel Viterbese e vero inspiegabile abbaglio poliziesco davanti all’appartamento romano che celava Moretti e i suoi. E poich� certe anime in pena si esorcizzano solo dando loro un nome, quarantasei anni dopo la Repubblica che fu di Moro resta ancora una casa degli spiriti senza innocenza.


Corriere della Sera � anche su Whatsapp. � sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

27 marzo 2024 (modifica il 27 marzo 2024 | 16:30)

- Leggi e commenta