Primarie Usa, i risultati del Super Tuesday. Le due sorprese della notte americana. Ed entra in scena “l’Elettore Segreto No Trump”

Le due sorprese della notte americana di elezioni primarie per la Casa Bianca 2024, la vittoria della repubblicana Nikki Haley in Vermont e la sconfitta del presidente Joe Biden nel territorio American Samoa, pur non prive di interesse, non alterano il giudizio politico della corsa, fin qui: assicurandosi la maggioranza degli 854 delegati in palio nei 15 stati del Super Tuesday, inclusi i due più popolosi, California e Texas, il leader repubblicano Donald Trump e Biden si avviano a un secondo duello a novembre, dopo quello del 2020, in piena pandemia Covid.

Nessuno dei due ha raggiunto, finora, un pacchetto di voti capace di metter al sicuro la nomination alle due Convention d’estate, per Trump a Milwaukee in luglio, per Biden a Chicago in luglio, ma il traguardo è prossimo, per i repubblicani a quota 1215, per i democratici a 1968. Contesi anche seggi per la Camera e il Senato, in particolare in California per l’eredità della storica senatrice democratica Dianne Feinstein, scomparsa in settembre, con il deputato Adam Schiff favorito.

Stati prossimi al voto
Donald Trump
Ron DeSantis
Nikki Haley
Vivek Ramaswamy
Chris Christie
Primarie Usa 2024
I delegati stato per stato
La corsa per la convention del Partito Repubblicano che deciderà la nomination e il candidato al voto presidenziale di novembre.
Candidato
voti
del.

ALTRI

NON ASSEGNATI

Il Vermont, stato considerato “cantankerous”, bizzarro, il solo ad eleggere per anni un parlamentare socialista al Congresso, l’anziano Bernie Sanders, ha dunque inflitto un inciampo alla carica di Trump, preferendogli l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley, che gli contende il passo, portabandiera di quel che resta di un partito internazionalista, non populista, fedele ai commerci liberi e ostile al protezionismo. E, anche nella nottata di martedì, Trump, pur vincendo, annota segnali che lo mettono in allarme per novembre.

In quasi tutti gli stati in lizza, come già in Michigan, Iowa, South Carolina e New Hampshire, l’ex presidente non riesce a raggiungere i risultati promessi dai sondaggi, registrando un timore della base che, pur dichiarandosi fedele, poi, nel segreto dell’urna diserta, soprattutto fra centristi, indipendenti, e donne dei sobborghi residenziali, preoccupate dalla sentenza della Corte Costituzionale contro l’aborto. Quanto basta a far indicare all’analista del Financial Times Peter Spiegel la comparsa in scena dell’Elettore Segreto No Trump, vale a dire un cittadino di destra che, dichiarandosi in pubblico ligio al movimento, poi lo tradisce al voto, specchio opposto degli americani che, nel 2016, dichiarandosi antitrumpiani, poi negarono il passo a Hillary Clinton.

LA CORSA DEI REPUBBLICANI

DONALD TRUMP

572 delegati

NIKKI HALEY

62 delegati

RON DESANTIS

9 delegati

VIVEK RAMASWAMY

3 delegati

CHRIS CHRISTIE

0 delegati

ALTRI

0 delegati

NON ASSEGNATI

0 delegati

Martedì fra ispanici, afroamericani, indipendenti, centristi, laureati, professionisti e donne del ceto medio Trump ha marcato buoni risultati contro Haley, ma non con un colpo da KO, capace di metterlo al sicuro contro Biden, che pure, ancora, precede nei sondaggi 48% a 43%. La sconfitta del presidente nel Territorio American Samoa, non parte dei 50 stati ufficiali, non ha peso drammatico, ma ribadisce la generica insoddisfazione del paese verso il leader ottuagenario, giudicato incerto, stanco, flebile, incapace di persuadere il pubblico su economia, emigrazione, guerre a Gaza e in Ucraina. Ha vinto lo sconosciuto informatico Jason Palmer, secondo la tradizione locale di votare outsider, battendo i favoriti Hillary Clinton e Sanders e dando la solitaria vittoria al miliardario Michael Bloomberg.

I due sfidanti Biden-Trump hanno celebrato sui nodi che, da qua al voto, resteranno loro piattaforme, Biden chiarendo che si tratta di una “sfida esistenziale per la democrazia Usa” e appellandosi “alle nuove generazioni” perché, come genitori e nonni, facciano il loro dovere, Trump tornando a parlare di “virus cinese” per il Covid e definendo gli Stati Uniti “paese del Terzo Mondo” per l’afflusso di emigrati, senza sbilanciarsi su Israele e Russia, o nominare, guardingo, la Haley, che pare decisa a restargli spina nel fianco. Accanto al confronto Biden-Trump, svegliandosi mercoledì mattina, l’America 2024, di cattivo umore da tempo, troverà ad attenderla nuovi flash di notizie. L’attesa per il discorso che giovedì il presidente dedicherà allo Stato dell’Unione, con i consiglieri a battere su Trump e il messaggio subliminale “potete non amare Joe, ma se perde direte addio ad alleati, Nato, accordi internazionali, diritti e vi ritroverete amici di Putin e privati di diritti antichi”.

Fanno titolo anche l’appello al voto della star globale Taylor Swift, che non ha, stavolta, indicato ai 282 milioni di follower su Instagram la scelta per i democratici ma, dopo le polemiche complottiste che l’hanno colpita online, s’è limitata a combattere l’assenteismo e la rinuncia alla candidatura della senatrice indipendente dell’Arizona Kyrsten Sinema transfuga dai democratici nel 2022. Lo stato che fu del carismatico candidato anti Barack Obama del 2008, John McCain, vedrà dunque battersi il democratico Ruben Gallego contro la repubblicana Kari Lake, in una partita che potrebbe rivelarsi decisiva per il controllo del Senato.

Attenzione, infine, anche agli effetti della nuova legge sui documenti di identità ufficiali da presentare ai seggi in North Carolina, uno dei troppi ostacoli che i repubblicani pongono al voto, in una nazione con scarsa partecipazione da tempo, per scoraggiare le minoranze, che, a loro giudizio, favoriscono i democratici o, per l’ala militante trumpiana, sono colpevoli di brogli e frodi.

@gianniriotta