�Mariupol non pu� essere solo una parola o una fotografia. Mariupol � molto di pi��. Si preoccupa Mstyslav Chernov, regista di �20 Days in Mariupol� basato sul reportage e le testimonianze raccolte durante le prime settimane di uno degli assedi pi� terribili della Storia contemporanea e candidato agli Oscar come miglior documentario. A Chernov e ai suoi compagni di lavoro Evgeniy Maloletka, Vasilisa Stepanenko e Lori Hinnan � stato assegnato il Pulitzer.
Il documentario su Mariupol candidato agli Oscar. Il regista: «Torneremo per tutti quelli rimasti indietro»
Mstyslav Chernov racconta la genesi e il senso di �20 days in Mariupol�: pu� capitare anche altrove, per questo non dobbiamo dimenticare

Perch� � preoccupato. Pensa di non vincere?
�Non � questo il punto. � che desidero che il numero pi� grande di persone possibile veda il documentario perch� non voglio che Mariupol e l’Ucraina vengano dimenticate. Ora mi trovo a Los Angeles per la promozione ma in questo preciso momento a Kharkiv, la mia citt� natale, c’� qualcuno che sta morendo sotto le bombe. Come � successo settimana scorsa, proprio nel quartiere dove sono nato�.

Lei e i suoi colleghi avete rischiato un prezzo altissimo per documentare l’assedio russo. Poi siete riusciti a fuggire mettendo in salvo le immagini...
�S�. E non ho mai smesso di pensare a tutti quelli che sono rimasti indietro, quelli che non ci sono pi� e quelli che hanno deciso di restare magari perch� avevano un genitore anziano da curare. Spesso durante quei giorni ho pensato che avrei potuto non rivedere le mie figlie. Ma mentre riuscivamo a uscire dalla citt� con le schede nascoste sotto il sedile dell’auto, mi sono entrate nella mente le parole di chi ci ha portato fuori a rischio della sua stessa vita. “Dovete far s� che nessuno dimentichi” quello che � successo�.
Siete ancora in contatto con le persone che avete incontrato in quei giorni?
�S�, alcuni di loro, comprese le pazienti della clinica di maternit� ferite o i civili sopravvissuti al raid sul Teatro ci hanno contattato dopo essersi rivisti. Ma Mariupol non � solo storia di Mariupol, � la storia di tante altre citt� ucraine che sono state occupate e distrutte Marinka, Soledar, e mentre noi parliamo Avdviika�.
Verso la fine del film, un dottore le mostra il corpo di un cadavere di un neonato. E dice all’incirca che dopo aver visto quell’orrore nessun essere umano pu� chiudere gli occhi senza rivederlo. � cos� anche per lei e gli altri colleghi?
�Io ho avuto il privilegio di poter raccontare quelle storie affinch� non andassero dimenticate e non venissero spazzate via nel mare dell’informazione. Finch� ho quest’obiettivo posso andare avanti ma certo che in qualche modo siamo tutti rotti, spezzati, traumatizzati dall’esperienze che abbiamo vissuto. Ma non siamo solo noi giornalisti. � tutto il Paese. Abbiamo tutti qualcuno che � morto ucciso dalle bombe russe o che � morto combattendo al fronte o che � vivo � sta combattendo in questo momento per far s� che Mariupol non capiti ancora. Tutti noi non dormiamo bene la notte. Ma � non solo per gli incubi, il suono delle sirene e la paura dei bombardamenti non ti fanno vivere normalmente. Cerchiamo disperatamente la normalit�. Ma con le bombe � impossibile. Quando la guerra finir� potremo fare i conti con i nostri traumi. Ora abbiamo a che fare con la sopravvivenza�.
L’opinione pubblica occidentale sembra distratta, meno empatica con le sofferenze degli ucraini...
� Da giornalista lo capisco molto bene. Il giornalismo non ha risorse infinite e ora c’� anche un’altra guerra da coprire, quella in Medio Oriente. Ma vista dalla prospettiva delle persone che sono intrappolate ad Avdiivka, o sotto i bombardamenti a Kharkiv � molto differente. Il mondo pensa che siano attori di un show televisivo che � diventato meno popolare, ma non � uno show televisivo, � gente reale. Questo dovrebbe portarci a pensare che Mariupol non � capitata solo agli ucraini ma potrebbe capitare a tutti noi. E se noi abbassiamo l’attenzione capiter� ancora e ancora�.
Ora Mariupol � sotto controllo russo. Il presidente russo Vladimir Putin stesso l’ha visitata in tour di propaganda. Che impressione le ha fatto
�La citt� ucraina che tutti ricordiamo, cos� bella e felice � stata distrutta e ora viene ricostruita letteralmente dai suoi occupanti sulle ossa delle migliaia persone che non ci compresi centinaia di bambini. Da essere umano non posso fare a meno che provare dolore per questo, tanto pi� che stiamo parlando del mio Paese, lo stesso nel quale sono nato e ho iniziato a fare il reporter di guerra nel 2014. Da giornalista so molto bene come l’�nformazione venga usata come arma specialmente dai Paesi come la Russia. Questa riflessione mi porta a pensare che devo fare il mio lavoro sempre meglio, devo parlare con pi� persone e devo raccontare sempre meglio le storie delle persone che ho incontrato e il film � un mezzo in questo senso�.
Crede che un giorno torner� a Mariupol?
�Io sono sicuro che un giorno questa occupazione finir�, come finiscono tutte le occupazioni. E allora torneremo a Mariupol e racconteremo la sua rinascita�.
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22 febbraio 2024 (modifica il 22 febbraio 2024 | 20:45)
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