Pensione anticipata, perché la nuova Quota 103 interesserà più gli uomini delle donne

La nuova Quota 103 proprio non convince. Ma non sono solo i sindacati a criticare la nuova versione della misura per l’uscita anticipata dal lavoro con 62 anni e 41 di versamenti (l’accusa è di penalizzare pesantemente gli assegni. Per la Cgil si tratta di un -17,2% sull’assegno). Anche l’Ufficio parlamentare di Bilancio, infatti, ha espresso riserve sull’effettivo potenziale dello strumento modificato per il 2024 dal governo Meloni.

Dal prossimo anno, l’esecutivo ha infatti deciso che il trattamento sarà calcolato interamente con il sistema contributivo e con un tetto dell’assegno pari a 4 volte le pensioni minime. Inoltre, non si potrà cumulare alla pensione più di 5 mila euro prodotti da altri redditi da lavoro e anche l’uscita è posticipata a causa delle finestre mobili: dagli attuali 3 mesi a 7 mesi per i lavoratori privati e da 6 a 9 mesi per i dipendenti pubblici.

Insomma, con tutti questi paletti, ha avvertito l’Ufficio parlamentare di Bilancio, questa misura sarà utilizzabile solo dagli uomini. Cerchiamo allora di capire perché la Quota 103 ridisegnata dal governo Meloni svantaggia proprio le donne.

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