Trump, Putin, Vannacci perché non sono fascisti
Caro Aldo,
io credo che tra i difetti della sinistra e di molti opinionisti della stessa area ci sia una fondamentale mancanza di coraggio: chiamare con il proprio nome personaggi come Trump o, nel suo piccolo Vannacci, Putin e altri, promotori di un neonazismo, pericoloso e che potrebbe portare il mondo ad una nuova guerra e a nuove disgrazie. Negli anni Venti del secolo scorso accadde la stessa cosa, negli anni Venti di questo secolo dovremmo fare tesoro della storia, chiamare le cose con il loro nome, e provare a contrastarle adeguatamente. Sono molto preoccupato per figli e nipoti! Cosa ne pensa?
Sergio Colonnelli
Caro Sergio,
N on sono d’accordo con lei. Se sono tutti fascisti o nazisti, allora nessuno è davvero fascista o nazista. Certo, il fascismo non è finito con la morte del suo inventore, Benito Mussolini. In forme diverse, è rimasto al potere in Grecia dal 1967 fino al 1973, in Portogallo fino al 1974, in Spagna fino al 1975. Giunte militari da decine di migliaia di morti hanno funestato il Cile e l’Argentina fino agli anni 80. Oggi il fascismo non torna come regime, ma ci sono anche in Italia molti fascisti e moltissime persone che hanno una buona opinione del fascismo, forse proprio perché non lo conoscono. Non credo però a quello che Umberto Eco definiva fascismo eterno. Se a volte ritornano il nazionalismo estremo, le guerre di aggressione, la xenofobia, il razzismo, non significa che stia tornando il fascismo; significa che alcune attitudini e alcune idee che il fascismo fece proprie non sono morte. Trump non è un nazista; è un repubblicano che recupera un’antica cultura isolazionista del suo partito (contraddetta con esiti disastrosi da Cheney e Rumsfeld, sotto il paravento di un presidente-fantoccio), coniugata a una rozzezza che tiene insieme il cowboy delle praterie e il depravato newyorkese. Neppure Putin è un nazista. È un nazionalista russo, che dopo aver riportato l’ordine in patria persegue con metodi criminali il sogno impossibile di ricostruire l’impero che fu degli Zar e del Pcus, e finirà nella migliore delle ipotesi per asservire la Russia alla Cina. Neppure Vannacci ovviamente è nazista. È l’ex comandante del Col Moschin e della Folgore, i corpi d’élites del nostro esercito, che ha sperimentato come in Italia vellicare i profondi sentimenti reazionari che covano nella pancia del Paese renda più del lavoro serio e ben fatto, che ha peraltro svolto in passato. Il punto è che le cose non si ripetono mai due volte allo stesso modo e con lo stesso nome. «Non ritorna mai più niente» cantava De Gregori, auspicando che un giorno «accetteremo il fatto come una vittoria».
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L'ingiustizia
«Telefonate moleste, ma esiste davvero chi ci tutela?»
Non passa giorno senza che si legga delle telefonate moleste a tutte le ore attraverso le quali i call center dei gestori di energia/gas/telefonia propongono nuove offerte. Io sono iscritta da molti anni al Registro delle opposizioni sia per la linea domestica che per la linea del cellulare, ciononostante ricevo almeno 3 o 5 telefonate ogni settimana. Sono fortunata perché c’è gente che le riceve giornalmente. Quando faccio presente che sono iscritta al Registro delle opposizioni e che dunque non potrebbero fare telefonate di quel tenore mi sento rispondere che non lo sapevano. Una volta una incaricata mi ha addirittura risposto che l’iscrizione decade dopo 6 mesi. Questa lettera è per chiedere: esiste veramente un ufficio preposto a proteggere la privacy del cittadino? E se esiste, che cosa fanno gli addetti durante tutto il giorno? La giornata è lunga da passare e a star seduti dietro una scrivania senza far niente per otto ore deve essere snervante. Un po’ si legge il giornale, poi ci sarà la pausa caffè, poi lo smistamento della posta, ma poi? E un capoufficio o un responsabile ci sarà? E cosa fa? E di cosa è responsabile? Ma forse sono occupati a selezionare, catalogare e archiviare i reclami che sono stati inviati. Si vede che sono davvero tanti ed ecco perché non rimane tempo per fare altro. Concludo dicendo che in ogni caso tutto il personale è pagato da noi cittadini con le nostre tasse e dunque possono essere considerati nostri dipendenti e dai dipendenti è doveroso pretendere risultati concreti.
G. Decarli
SICUREZZA
«Proteggere i lavoratori è una priorità»
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Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
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