Gaza Sud sotto assedio. Scatta la caccia a Sinwar per accorciare la guerra

TEL AVIV – Il primo ministro israeliano Netanyahu ha specificato in conversazioni fra pochi cosa intende quando dice che la missione di Israele è sradicare Hamas da Gaza: uccidere almeno uno dei due leader più importanti, Yahya Sinwar e Mohammed Deif, perché questo darebbe agli israeliani un senso di risoluzione e chiusura della crisi che si è aperta il 7 ottobre. Altrimenti il rischio è che “la distruzione di Hamas” resti un obiettivo non misurabile e quindi per sempre sfuggente.

La visita del segretario alla Difesa americano. Lloyd Austin, le indiscrezioni ormai datate sui voli di droni americani sopra la Striscia e quelle nuove sui voli dei droni inglesi, arrivati pure loro a rafforzare l’apparato di sorveglianza su Gaza, sono tutti elementi che vanno nella stessa direzione: Israele ha bisogno di aiuto per chiudere in fretta questa guerra, un paio di settimane, perché non si può permettere di prolungarla oltre. Anche le dichiarazioni del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, che due giorni fa ha detto che Israele eliminerà i capi di Hamas all’estero, ovunque si trovino, anche in Turchia o Qatar, e che questa campagna “è la Monaco della nostra generazione”, mira a rafforzare questo concetto: trovare i capi che hanno ordinato la strage del 7 ottobre, chiudere questa fase e cominciare il dopo – quello che dovrebbe passare la parola alla politica. Haaretz sostiene grazie a indiscrezioni che anche alcuni leader di Paesi arabi che in pubblico non potrebbero permettersi di dirlo in privato hanno detto al presidente israeliano Herzog che Hamas va “distrutta”.

Trovare Sinwar e in fretta, con l’aiuto degli alleati, anche perché c’è un conto alla rovescia invisibile che incombe sui generali e sui soldati israeliani che in questi giorni invadono il sud della Striscia di Gaza, dopo avere preso circa la metà del nord. Non si sa di preciso quando il conto alla rovescia scadrà, ma la tolleranza dell’Amministrazione Biden per la guerra israeliana nella Striscia è ormai al limite. L’ultima volta che il capo di Hamas è stato avvistato era proprio a Khan Yunis, nel reticolo di tunnel sotto la città. Se gli israeliani hanno deciso di muovere verso sud mentre ancora ci sono dei fronti aperti nel settore nord della Striscia è perché pensano che Sinwar si trovi laggiù, nascosto da qualche parte, in un territorio così in profondità che i soldati israeliani non ci sono mai arrivati nemmeno nelle operazioni precedenti – di portata molto minore. L’idea, a quanto pare di capire semplicemente guardando la mappa, è restringere sempre di più il terreno nel quale Sinwar potrebbe essere e intrappolarlo tra i carri che avanzano da nord e il confine egiziano. Tutto questo però in mezzo a un centinaia di migliaia di evacuati, che fuggono dai raid aerei e si comprimono a ridosso di Rafah.

Se l'importanza del fattore tempo non fosse abbastanza chiara, ci sono i parenti degli ostaggi che fanno pressione: basta andare in piazza a Tel Aviv per ascoltare israeliani che chiedono un accordo spiccio per riportare a casa tutti, qualsiasi sia il prezzo da pagare e poi si vedrà. Il fatto che molti sequestrati siano stati liberati durante la settimana di tregua di fatto sta accelerando questo tipo di richieste perché ha dimostrato che un negoziato è possibile. La dichiarazione del ministro della Difesa Gallant, che sostiene che l’avanzata permetterà all’esercito di liberare più ostaggi, è stata accolta con scetticismo.

Ieri l’esercito israeliano è avanzato dal centro di Gaza City anche verso est, in direzione dell’entroterra, dentro a zone che finora non erano ancora state raggiunte dalle truppe a terra e che sono storicamente fortini di Hamas, con la complicazione immensa che si trovano in mezzo alle case fittissime dei civili.