La riforma del premierato ha un grosso baco: che succede se nessuno raggiunge la soglia?

La riforma del premierato si avvia alla prima approvazione in Senato, ma già si moltiplicano gli appelli alla premier Giorgia Meloni affinché apra a delle modifiche dopo le elezioni europee di giugno. «Il sistema disegnato dal ministro Casellati ha un grosso baco al suo interno – spiega Antonio Polito nella sua rubrica Palomar - Quando bisognerà scrivere la legge elettorale, si indicherà una soglia minima di voti affinché scatti il premio in seggi, indispensabile per una maggioranza parlamentare». Due sentenze della Corte Costituzionale lo impongono. «Il punto – continua - è che nessuno sa che cosa succede se il vincitore delle elezioni non supera la soglia indicata nella legge. Il che è possibile è anche già successo più volte». Sono tre le possibili soluzioni, spiega Polito: «La prima è il ballottaggio tra i primi due arrivati, che la destra non vuole perché teme l'apatia dei suoi elettori al secondo turno. Nel secondo caso, non scatta il premio di maggioranza. Vige la legge elettorale precedente, quindi il premier non è eletto direttamente, ma viene scelto e votato in Parlamento, come accade adesso». «Nel terzo caso – aggiunge – si vota finché non si raggiunge e supera quella soglia elettorale che è una ricetta sicura per l'instabilità politica. Esattamente il male che la riforma voleva curare, insomma. Il progetto va cambiato alla Camera: meglio se in un dialogo con le opposizioni».