Iran, il ritorno di Ahmadinejad: l'ex presidente si candida alle presidenziali del 28 giugno

diMonica Ricci Sargentini

La storia e la carriera di Mahmud Ahmadinejad, ex presidente dell'Iran. Dalla poltrona di sindaco di Teheran all'Onda verde del 2009. L'11 giugno sarà il Consiglio dei Guardiani, il potente organismo di controllo che ha il compito di selezionare i candidati definitivi, a stabilire se potrà correre per la presidenza 

TOPSHOT - Former Iranian president Mahmoud Ahmadinejad flashes the V-sign for victory after registering his candidacy for Iran's upcoming presidential election in Tehran on June 2, 2024. Iran's hardline former president, 67, held the post for two consecutive terms from 2005 to 2013 with his tenure marked by incendiary remarks on Israel and standoffs with the West especially over Iran's nuclear programme. Like all presidential hopefuls, his bid is pending the approval of the Guardian Council, a conservative-dominated 12-strong body of jurists that vets all candidates for public office. (Photo by ATTA KENARE / AFP)

L'ex presidente Mahmud Ahmadinejad fa il segno della vittoria dopo essersi regisrrato per correre alle presidenziali iraniane del 28 giugno (ATTA KENARE / AFP)

«Lunga vita alla primavera, lunga vita all'Iran!». Con queste parole, pronunciate davanti ad una cinquantina di giornalisti, Mahmud Ahmadinejad è tornato sulla scena promettendo di cercare un «impegno costruttivo» con il mondo e di migliorare le relazioni economiche con tutte le nazioni.

L'ex presidente iraniano ultraconservatore ha presentato domenica la sua candidatura alle presidenziali del 28 giugno a Teheran, circondato da una folla di sostenitori. Le dita a V in segno di vittoria, lo sventolio delle bandiere iraniane attorno a lui, hanno fatto gelare il sangue nelle vene di chi ricorda quando nel 2005 ha affermato che Israele era destinato a essere «cancellato dalla mappa geografica» e che l’Olocausto era solo un «mito». 

Da sindaco  di Teheran, tra il 2003 e il 2005. chiuse tutti i fast food, obbligò gli impiegati del comune a portare la barba lunga. Una volta eletto presidente riprese il programma di ricerca atomica, sospese due anni e mezzo prima da Khatami. E rimane impressa, nel 2007. la sua perfomance davanti agli studenti allibiti della Columbia University quando sostenne che «non esistono omosessuali in Iran».

Presidente dal 2005 al 2013, Ahmadinejad è riuscito ad inimicarsi praticamente ogni settore della società iraniana, da quella ultraconservatrice a cui appartiene a quella riformista. La Guida suprema Ali Khamenei lo considerava «come un figlio» ma lui alla fine gli si è rivoltato contro mettendosi in contrasto con il potere dei Pasdaran. Dopo le elezioni del 2009 represse nel sangue la rivolta di chi lo accusava di aver battutto con i brogli i suoi avversari Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi. Tutti nel mondo si ricordano l'Onda verde, uno dei più imponenti movimenti di protesta della storia iraniana, i 4mila e più arresti, i morti, almeno un centinaio tra i quali Neda Agha-Soltan, la studentessa iraniana uccisa in strada e divenuta presto simbolo del movimento.

Finito sotto inchiesta del Parlamento per la sua gestione degli affari di governo, il primo a subire tale gogna nella storia del Paese, uscì di scena nel 2013 con l'elezione di Hassan Rohani. Poi il ritorno, i contrasti sempre più palesi con la leadership, compresa la candidatura nel 2017 osteggiata da Khamenei in persona, reiterata senza successo quattro anni dopo. Da ultimo, lo scorso anno nel pieno delle proteste per la morte di Mahsa Amini ha sfidato il regime spiegando in un video che «i soldi spesi per sopprimere le persone dovrebbero invece essere spesi per risolvere i problemi del Paese».

Ora bisogna vedere se l'11 giugno il Consiglio dei Guardiani, il potente organismo di controllo che ha il compito di selezionare i candidati definitivi,  permetterà all'ex presidente di correre nelle elezioni indette dopo la morte di Ebrahim Raisi in un incidente con l’elicottero il 19 maggio scorso.  Raisi, 63 anni, era presidente dell’Iran da tre anni, in un contesto di forti tensioni internazionali e diffuse manifestazioni e repressioni interne, con l’esplodere del Movimento Donna Vita Libertà.

Sono oltre 34 i candidati che si sono fatti avanti per subentrare al presidente Ebrahim Raisi rimasto ucciso nell'incidente in elicottero il 19 maggio scorso. Tra loro Ali Larijani, ex presidente del Parlamento, un moderato, l'ultraconservatore Saeed Jalili, Zohreh Elahian, la ex deputata che il Canada ha sanzionato per il sostegno alla pena di morte per i manifestanti del movimento per Mahsa Amini. C'è anche il ministro della Cultura e dell'Orientamento Islamico, Mohammadmehdi Esmaili, lo stesso che ha annunciato che le attrici che sono apparse in pubblico togliendosi l'hijab non possono più lavorare.


  

3 giugno 2024 ( modifica il 3 giugno 2024 | 10:46)

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