Non solo Trump: quando il presidente fu arrestato per eccesso di velocità (a cavallo)
Diversi predecessori del tycoon alla Casa Bianca hanno avuto guai con la legge. Da Nixon a Bill Clinton. Il caso più incredibile? Protagonista il presidente Grant
Donald Trump è il primo ex presidente degli Stati Uniti a essere giudicato e condannato in un processo penale, ma diversi suoi predecessori hanno avuto guai con la legge. Il caso più celebre è certamente il Watergate, lo scandalo che portò Richard Nixon alle dimissioni nel 1974.
Gli idraulici di Nixon
L’allora presidente repubblicano, sintetizzando brutalmente, prima coprì l’irruzione dei suoi uomini nel quartier generale del partito democratico – che si trovava nell’edificio da cui il caso prese il nome e che trasformò ogni scandalo successivo in un -gate – poi quando le indagini cominciarono a travolgere i suoi collaboratori, che a mano a mano rassegnavano le dimissioni, emerse il suo tentativo di ostacolare le indagini e tappare le falle da cui uscivano notizie con la cosiddetta squadra di «idraulici». Nixon alla fine si dimise per evitare un impeachment – erano altri tempi, evidentemente – e il suo successore Gerald Ford gli concesse la grazia presidenziale prima che il caso potesse arrivare in tribunale. A processo finirono però 69 persone, 48 delle quali furono condannate con sentenze definitive comprese fra i 4 anni e mezzo di Gordon Liddy, uno degli idraulici, e qualche multa pecuniaria.
Bill Clinton e Monica Lewinsky
Un altro caso celebre è l’impeachment di Bill Clinton nel 1998. L’indagine partì da due scandali – il Whitewater, che riguardava affari immobiliari dell’allora presidente, e le denunce per molestie presentate da una donna, Paula Jones – e finì con la messa in stato d’accusa di Clinton per aver mentito sotto giuramento e aver ostacolato le indagini riguardanti la sua relazione con Monica Lewinsky: il Senato lo assolse per entrambe le accuse.
Storie di generali ottocenteschi
L’altro presidente, prima di Trump, a essere finito sotto impeachment fu Andrew Johnson nel 1868, in un Paese ancora spaccato dopo la fine della Guerra Civile: fu accusato di aver rimosso senza il voto del Congresso il segretario alla Guerra Edwin Stanton, sostituendolo con il generale Lorenzo Thomas. L’anno prima il Congresso aveva approvato una legge apposita, il Tenure of Office Act, proprio per proteggere Stanton dal licenziamento. Anche in questo caso, il Senato non trovò abbastanza voti per condannare Johnson.
In carrozza
Il caso più curioso riguarda il presidente Ulysses Grant, il successore di Johnson ma soprattutto il generale che condusse l’esercito unionista del Nord alla vittoria nella Guerra Civile, nonché appassionato di cavalli. Grant è però anche l’unico presidente, prima di Trump, a essere stato arrestato. Nel 1872 fu fermato due volte in due giorni per eccesso di velocità mentre sfrecciava a bordo di una carrozza condotta da due cavalli per le strade di Washington: la prima volta ricevette un avvertimento, la seconda fu portato in commissariato insieme ad alcuni amici – per lo più alti funzionari del governo – con cui stava gareggiando e se ne uscì pagando una cauzione da 20 dollari, l’equivalente di 500 dollari odierni. Alla fine furono tutti condannati a pagare una multa.
A differenza degli altri casi, però, su quell’arresto i giornali dell’epoca non pubblicarono neanche una riga. A rivelarlo, nel 1908, fu l’agente che lo aveva arrestato, William West, un ex soldato nero dell’esercito unionista che fu lodato dallo stesso Grant per aver fatto degnamente il suo lavoro. In un’intervista al Sunday Star di Washington raccontò – e i fatti furono confermati dal dipartimento di polizia della capitale un secolo dopo – che il presidente sembrava “uno studente beccato in flagrante dall’insegnante”, ma che fu assolutamente gentile e accompagnò in commissariato l’agente West a bordo della propria carrozza. Durante il processo gli amici di Grant provarono a far licenziare West, il presidente invece mandò una lettera al capo della polizia per lodare il coraggio di West.