Schlein: “Fine del mercato tutelato è tassa Meloni sulle bollette”. E anche Salvini spinge per la proroga

Elly Schlein la chiama “tassa Meloni” sulle bollette. Pier Luigi Bersani, che per la prima volta da sette anni riappare al Nazareno (ma solo in video-call), si lancia in un’invettiva così: “Per favore non si parli di liberalizzazione, questo è un trasferimento forzoso di una massa di utenti trattati come pacchi postali non verso un mercato libero ma verso altri fornitori". Ventiquattr’ore dopo il varo del Cdm, che ha confermato al fine del mercato tutelato per l’energia, il Pd convoca una conferenza stampa nel quartier generale di Sant’Andrea delle Fratte per spiegare perché chiede oggi al governo Meloni di insistere su una proroga.

Anche per dribblare le contestazioni, che arrivano puntualissime da FdI, di chi ricorda che furono proprio i dem, con i 5S, votando il Pnrr, a prevedere lo stop alle tutele a fine 2023. “Ma è cambiato il mondo, c'è stata la guerra con l'invasione criminale di Putin in Ucraina e oggi c'è un altro conflitto”, spiega Schlein. Le dà man forte Bersani: “Che questa transumanza avvenga a valle del più grande sconvolgimento di mercato che si è mai visto, per ragioni geopolitiche, è una cosa stupefacente. La novità intervenuta negli ultimi due anni cambia strutturalmente il mercato. Che questo venga attribuito a una frase del Pnrr è una cosa ridicola. Il Pnrr è stato concepito ben prima di questi sconvolgimenti. Fermatevi per bacco, siamo ancora in tempo".
Il tema è chiaramente fonte di nervosismo all’interno della stessa maggioranza. Il vice-premier leghista, Matteo Salvini, già si smarca. Racconta di avere parlato della questione col ministro Raffaele Fitto e che sarebbe favorevole a un rinvio. Di mercato tutelato “abbiamo parlato stamane”, rivela il capo del Carroccio, e “conto che con il dialogo si riesca a rimediare a un errore che ci siamo trovati sul tavolo”.

Per la leader Pd è tempo di ingranare la retromarcia. Serve un’altra proroga. Se il governo insiste, “si tocca la carne viva delle difficoltà di 5 milioni di famiglie, 10 milioni di utenze, che sono esposte all'inflazione, al caro-vita, al caro-energia, al caro-bollette, al caro-benzina”. Schlein, col responsabile Economia dei dem, Antonio Misiani, snocciola numeri: i passaggi al libero mercato finora avrebbero “avuto prezzi meno convenienti per più del 60% delle famiglie che hanno effettuato questo passaggio”. Tanto che “parlamentari della stessa maggioranza hanno presentato il nostro stesso emendamento e poi nell'imbarazzo sono stati costretti a ritirarlo”. Stoccata a Salvini: "Dov'era quando il Cdm bocciava la proroga?".

FdI naturalmente prova a difendersi. Tentando il contrattacco. Il capogruppo meloniano alla Camera, Tommaso Foti, accusa Schlein di “soffrire di amnesie”, perché “la fine del mercato tutelato per l'energia era fra gli obiettivi del Pnrr, piano predisposto dal Conte II e portato a termine dal successivo 'governo dei migliori'. E solo Fratelli d'Italia non lo votò”. Tutta FdI batte sullo stesso chiodo. Anche per Francesco Filini, deputato responsabile del programma del partito, Schlein ha preso “una cantonata”.

Pure il capo dei 5 Stelle alla fine interviene. In sintonia col Pd. “Portare 12 milioni di nuclei familiari dal mercato tutelato al mercato libero - sostiene Giuseppe Conte - rischia di aggravare le difficoltà economiche di queste famiglie, che già vivono il problema dell'inflazione, del caro mutui, adesso si potrebbe aggiungere anche il caro energia, ed è una decisione che in questo momento assolutamente va scongiurata”.