Gite annullate, sospensioni e 5 in condotta. E’ stangata a Roma per gli studenti che hanno occupato Tasso e Mamiani

Sanzioni, 5 in condotta e gite annullate. È polemica per i provvedimenti post-occupazione che i consigli d’istituto stanno valutando per gli studenti e le studentesse che a dicembre hanno protestato nelle scuole. I dirigenti scolastici — ad eccezione del Righi, dove non sarebbe stato visto alcun occupante da preside e professori — stanno chiedendo ai consigli di applicare i regolamenti d’istituto. Che in caso di occupazione, come anticipato da Repubblica, prevedono giorni di sospensione e possono incidere anche sul voto di condotta.

È quello che sta succedendo al liceo Tasso, dove per i 170 tra studenti e le studentesse che hanno protestato a partire dalla sera del 4 dicembre si parla di 10 giorni di sospensione (due a casa) e del 5 in condotta. Una sanzione ritenuta da parte delle famiglie fin troppo pesante. Dalla parte delle famiglie, anche il Partito Democratico. “La dirigenza scolastica del liceo Tasso di Roma ha proposto ai consigli di classe una punizione durissima contro gli studenti che hanno occupato la scuola nelle scorse settimane: dieci giorni di sospensione con attività sociali forzate e cinque in condotta”, spiega Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza. Per lei si tratta di “Una scelta che non risponde ai valori di inclusività che dovrebbero essere alle basi delle istituzioni scolastiche. La scuola non è un luogo di punizione ma di dialogo. Il principio punitivo deve essere commisurato alle azioni compiute e non può prevalere sui principi educativi e formativi”.

Le fa eco Enzo Foschi, segretario del Pd di Roma: “Modo più sbagliato per dare risposte a chi pone domande non ce n'è. L'occupazione di una scuola non può essere risolta con la repressione burocratica. È chiaro che chi occupa una scuola, e lo abbiamo fatto in tanti di tante generazioni, lo fa per manifestare un disagio e per porre domande. Ma se le risposte che arrivano sono 5 in condotta e sospensioni proprio non ci siamo”. Altrove si parla di stop alle gite. “Un danno per tutti, anche per chi non ha partecipato alla mobilitazione”, tuona un genitore di uno dei licei coinvolti.

Al Mamiani invece i consigli straordinari si sono tenuti in questi giorni. La preside Tiziana Sallusti non ha accettato la maxi-lista di autodenunciati presentata dagli studenti, ma ha chiesto ai singoli occupanti di scriverle via mail. Una sorta di autodichiarazione per essere sicura che nessun nome fosse finito “per sbaglio” sull’elenco presentato dagli occupanti.

Gli studenti “visti e riconosciuti”, fa sapere Sallusti, sono 34, mentre gli autodenunciati attraverso mail sono 84. In 118, dunque, rischiano una sanzione. Gli alunni chiedono ai consigli di “non attuare una disparità di trattamento tra gli studenti riconosciuti e quelli autodenunciati”. Perché “ognuno di noi è equamente responsabile”, dicono dal Collettivo Autorganizzato Mamiani. “Infine — aggiungono — ci teniamo a condannare la modalità con cui questi consigli sono stati portati avanti fino ad ora: non sono mai stati spazi di dialogo e confronto”.