Meloni alla Camera: “Trattativa difficilissima, ma la partita sul Patto di stabilità è ancora aperta”
“Nonostante una trattativa difficilissima, la partita sul Patto di stabilità è ancora aperta”. Ad assicurarlo è Giorgia Meloni durante le comunicazione in vista del Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre. La trattativa, ha proseguito, ha avuto un "approccio costruttivo e pragmatico, che consentisse finalmente di bilanciare l'elemento della solidità dei bilanci nazionali e sostenibilità dei loro debiti pubblici, con l'imprescindibile elemento della crescita e del sostegno agli investimenti. Non è stato così fino ad oggi, non possiamo permetterci che continui ad essere così da domani". Ma, sottolinea, "non possiamo non esprimere la soddisfazione per il fatto che, secondo l'ultima bozza di accordo, la traiettoria di aggiustamento del rapporto deficit/Pil (attualmente prevista allo 0,5% annuo) dovrà tenere conto nel triennio 2025-2027 degli interessi maturati sul debito contratto per gli investimenti effettuati sulla doppia transizione verde, sulla transazione digitale - e sulla difesa".
Una soluzione che per Meloni rappresenta “un riconoscimento importante riconoscimento non soltanto pratico, che ci consentirà di alleggerire l'impatto della traiettoria di riduzione del deficit rispetto alle manovre di bilancio dei prossimi anni, ma e' anche un grande riconoscimento di principio. Grazie all'Italia si afferma un principio di coerenza tra le politiche dell'Unione e le regole di bilancio che devono consentire all'Unione di attuare quelle politiche”.
Lo spread
E parlando della situazione economica del nostro Paese, ha chiarito: "L'Italia è una nazione virtuosa, lo testimonia l'avanzo primario, lo dimostra il sistema pensionistico fra i più equilibrati d'Europa. Il tutto accompagnato da dati macroeconomico stabili, soddisfacenti, da un mercato del lavoro che sta registrando dati record, da una borsa che dal 2023 sta facendo registrare la maggiore performance d'Europa, dallo spread sotto controllo".
L’allargamento dell’Ue
Meloni ha anticipato alcuni dei temi che saranno affrontanti a Bruxelles. “Il governo – spiega - sostiene con convinzione i negoziati per l'ingresso in Europa di Ucraina e Moldova, condividiamo lo status di candidato per la Georgia, sosteniamo fermamente il cammino europeo della Bosnia-Erzegovina". In quest’ottica, ha aggiunto, “l'Italia è fiera di guidare, con l'Austria, un gruppo di paesi amici dei Balcani occidentali, per questo sosteniamo il piano di crescita. Il tutto condizionato da un processo di riforme". Ma è evidente, chiarisce la premier, “come l'allargamento" dell'Ue "porti con sé nuove sfide. Dovremo lavorare con un aggiornamento delle politiche agricole e di coesione. E si dovranno valutare" gli effetti "sul bilancio e sull'efficacia dei processi decisionali".
Il sostegno a Kiev
Tra i temi affrontati dalla presidente del Consiglio alla Camera, la questione del sostegno a Kiev. "Penso l'Ucraina abbia già vinto questa guerra perché ha reso impossibile la conquista del suo territorio da parte della Russia, anche grazie al sostegno dei Paesi occidentali che non si sono arresi a despoti e tiranni o voltandosi dall'altra parte. Anche oggi dobbiamo opporci con tutte le forze all'aggressione della Russi - osserva Meloni - noi siamo e resteremo al fianco dell'Ucraina".
Ma quali sono le soluzioni per sostenere Kiev? “Rivedere il bilancio pluriennale solo per reperire le risorse per l'Ucraina, senza pensare alle conseguenze della guerra, non aiuterebbe nemmeno l'Ucraina perché" peserebbe su "una opinione pubblica europea già provata dal conflitto".
Il conflitto a Gaza
Parlando della situazione in Medio Oriente, la premier ha fatto sapere che “una delle nostre priorità è evitare che l'Autorità nazionale palestinese indebolisca ulteriormente perché" sarà "essenziale nel periodo post-bellico. E' imperativo rafforzare il nostro sostegno all'Anp, e la migliore risposta" è un "nuovo impulso politico alla soluzione due Stati". Allo stesso tempo, "dobbiamo continuare a garantire la massima sicurezza alle comunità ebraiche minacciate da un'ondata montante di antisemitismo. Non ci faremo trovare impreparati, difenderemo la nostra libertà, democrazie e civiltà".