Inter fuori dalla Champions? Dopo il dolore ci salva l’ironia

di Beppe Severgnini

La gestione psicologica della sconfitta � il marchio della persona matura e l’autoironia ha valore terapeutico. La sconfitta di Madrid � stata umana (troppo umana) e i tifosi devono essere comprensivi. Ma Pavard: non potevi stare pi� attento?

Inter fuori dalla Champions? Dopo il dolore ci salva l’ironia

Ho aperto la spesa e, sul pacchetto del prosciutto, ho trovato un biglietto scritto a mano: �Stanno cercando ancora il pallone calciato da Lautaro�. Non era firmato, ma non ce n’era bisogno: il salumiere, signor Scandelli, � passionalmente juventino. Ma � simpatico, come Pasquale del Bar Teatro. Sostiene, polemico, che �certi clienti entrano soltanto quando la Juve gioca male�. Quest’anno hai fatto un buon incasso!, gli ho risposto.

L’ironia e l’autoironia sono i salvagenti del calcio. Che pu� diventare sofferenza, lo sappiamo; anche estasi, euforia, sollievo, ansia, delusione e tante altre cose. Ma quando si perde, e quando si tratta con i rivali, l’ironia � salvifica. Ogni interista lo sa. Se l’amico milanista ti dice �Peccato! Avrei voluto una squadra italiana in Champions!�, sai che mente. Ma gli vuoi bene lo stesso. La consapevolezza del valore terapeutico dell’autoironia mi ha spinto a scrivere il primo racconto nerazzurro, qui sul �Corriere�, un quarto di secolo fa (!). E poi a inaugurare la serie degli �Interismi�, nel 2002.

Avevamo perso uno scudetto in maniera rovinosa, e volevo reagire. I tifosi interisti prendevano il libro per consolarsi, juventini e milanisti lo regalavano agli amici nerazzurri per prenderli in giro. Non avevano letto la frase in ultima pagina: �Quando succeder�, sar� bellissimo�. Ed � successo: noi abbiamo vinto il Triplete (2010), loro non ancora. Questa digressione era necessaria per dire che, nello sport e nella vita, bisogna saper perdere: altrimenti sono guai. La gestione psicologica della sconfitta � il marchio della persona matura. E del grande sportivo, se ci pensate. Pensate a un tennista: perde un torneo, magari in finale, e deve ripartire. Dopo la disavventura di Madrid, l’Inter e gli interisti ripartiranno, tranquilli. E torneranno a riveder le stelle (due). La citazione dantesca � di Enrico Mentana, che ringrazio.

Un aggettivo per raccontare lo scivolone contro l’Atletico? �Umano, troppo umano�, direbbe Nietzsche (che non era un trequartista del Borussia M�nchengladbach). Umana la svirgolata di Pavard che ha messo in porta Griezmann: roba da calcio amatoriale, non da Champions. Umani gli errori di posizione di De Vrji. Umani i due tiri sbagliati da Tikus Thuram, fin qui eccellente. Umano l’errore dal dischetto di Lautaro, troppo ansioso in quelle occasioni. Umano perfino Klaassen, che sembra sempre passare di l� per caso.

Anche i tifosi nerazzurri devono dimostrarsi umani e comprensivi, in questi giorni. Verso la societ�, l’allenatore e la squadra, che sta giocando come non si vedeva da tempo. Verso i tifosi d’altre fedi. Ci sono formazioni che, la Champions, non l’hanno mai vista e forse non la vedranno mai. Altre che, quando scendono in campo in campionato, sanno che la vittoria � improbabile. Eppure vengono seguite, sostenute, amate, perdonate: perch� regalano divertimento, sorprese, lampi di gioia, legami e ricordi. Questo conta, nel calcio, non soltanto vincere o perdere. Certo, vincere � meglio.

Beniamino Pavard, ti vogliamo bene: ma non potevi stare pi� attento?


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17 marzo 2024 (modifica il 17 marzo 2024 | 07:29)

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