Modello 730 addio: per la dichiarazione dei redditi basterà un questionario
di Massimiliano Jattoni dall’Asen
La riforma fiscale fa nuovi passi avanti. Lunedì sera il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente il provvedimento che riforma il sistema dei giochi, introducendo anche il divieto dell’uso del contante oltre i 100 euro, e ha dato via libera preliminare alla revisione della riscossione.
I crediti affidati all’Agenzia delle Entrate per la riscossione con le cartelle, dopo il primo gennaio 2025 e dopo cinque anni di tentativi inutili di incassarli, verranno restituiti ai creditori. Che potranno gestirli direttamente, affidarli alla riscossione dei privati o alla stessa Agenzia, che li accetterà solo in presenza di «nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali del debitore».
Lo scarico delle cartelle non pagate dopo cinque anni serve innanzitutto a sgonfiare il magazzino dei crediti che l’Agenzia ha ancora in riscossione, in alcuni casi da decenni, e che ammonta a 1.200 miliardi, dei quali solo 100 realisticamente recuperabili. La gran parte dei debiti fa capo a soggetti falliti, irreperibili, deceduti, ma queste somme, fintanto che sono affidate all’Agenzia, continuano a figurare nei bilanci degli enti creditori, dall’Inps all’Inail, ai Comuni, come attivi da riscuotere. Il discarico, cioè la restituzione del credito, sarà automatico dopo cinque anni dall’affidamento, ma l’Agenzia delle entrate potrà farlo anche prima, se dovesse rilevare la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale, se non l’assenza di beni aggredibili del debitore.
di Massimiliano Jattoni dall’Asen
«È un intervento che — dice il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo — ha tre obiettivi. Snellire l’attuale magazzino di debiti fiscali, evitare che in futuro se ne crei un altro uguale, rendere la riscossione più veloce ed efficiente».
«Il governo continuerà a lottare contro i furbetti che non pagano le tasse, mentre c’è tutta la volontà di aiutare chi vuole pagare ma ha difficoltà a saldare i propri debiti» ha aggiunto Leo, spiegando che la riforma prevede anche una rateizzazione più lunga per i debiti fiscali.
Dalle 72 rate mensili attuali si passerà progressivamente a 120 rate mensili, cioè a una dilazione dei pagamenti in dieci anni. Chi potrà dimostrare di avere difficoltà temporanee e deve al fisco fino a 120 mila euro potrà contare nel 2025 e 2026 su una rateizzazione in 84 rate, nel ‘26 e ‘27 su 96 rate, 108 se la rateizzazione è chiesta tra il ‘28 e il ‘29, e per quelle chieste dopo il 2031 si valuterà l’estensione a 120 rate.
Dal prossimo anno, in ogni caso, l’attività di riscossione verrà razionalizzata e pianificata annualmente. I crediti potranno essere raggruppati per codice fiscale, e quindi richiesti con una sola cartella al contribuente, e comunque dovranno essere notificate non oltre il nono mese dall’affidamento del carico all’Agenzia delle Entrate. Se le regole sul discarico si applicano per i crediti che andranno in riscossione dopo gennaio 2025, sarà una Commissione di esperti a stabilire i criteri per smaltire l’enorme arretrato fin qui accumulato, cui le nuove regole non si applicano. Per quelli affidati alla riscossione dal 2000 al 2015 la soluzione dovrà essere proposta entro la fine del prossimo anno, ed entro il 2031 si dovrà trovare il modo per smaltire quelli affidati all’Agenzia tra il 2018 e il 2024.
di Redazione Economia
Sul riordino dei giochi pubblici a distanza il provvedimento è definitivo e prevede un consistente aumento degli importi richiesti ai concessionari: 7 milioni di canone “una tantum” (erano 250 mila euro), un canone del 3% dei ricacavi netti annuali (era la metà), una tariffa annuale dello 0,2% dei ricavi per il contrasto alla ludopatia. Viene disposto anche il rinnovo della gara del Lotto, passando da una base d’asta di 700 milioni a un miliardo di euro. Stop, infine, all’uso del contante: ricariche oltre i 100 euro potranno essere acquistate solo con mezzi tracciabili. Protestano i gestori dei giochi pubblici, secondo i quali restano irrisolti i problemi del gioco nei locali del territorio. Il Governo assicura che il prossimo passo della riforma riguarderà proprio la rete fisica per arrivare alla razionalizzazione dell’intero sistema.
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