Abrogata in Niger la legge contro il traffico di uomini. Ora l’Europa teme una nuova ondata di migranti
La giunta golpista del Niger cancella il pilone portante su cui l’Unione Europea sta provando a costruire la sua politica di esternalizzazione del controllo delle frontiere, con un provvedimento che rischia di spingere verso le coste d’Europa centinaia di migliaia di nuovi migranti. Abrogazione della legge di contrasto ai trafficanti di uomini, che era stata approvata nel 2015 dal governo del presidente Mahamadou Issoufou sostenuto dall’Unione europea e finanziata con un fondo fiduciario d’urgenza della Ue per l’Africa, e amnistia per tutti i trafficanti già condannati e rinchiusi nelle carceri del Niger, il provvedimento approvato ieri dalla giunta militare guidata dal generale Abdourahamane Tchiani oggi al potere che, di fatto, decriminalizza dopo otto anni il traffico di migranti nel Paese, porta di transito di centinaia di migliaia di persone verso la Libia e l’Algeria.
C’è un numero che spiega bene quelli che potrebbero essere gli effetti sui flussi migratori verso l’Europa: dal 2016 ad oggi più di quattro milioni di persone, provenienti dall’Africa occidentale, hanno attraversato il Niger e solo nel 2023 (secondo le ultime stime dell’Oim), oltre 50.000 migranti sono entrati nel Paese.
Da moltissimi anni il Niger è una tappa obbligata per chi parte dall’Africa occidentale nel tentativo di raggiungere le coste africane con i suoi 5.500 chilometri confinanti con sei Paesi e ospita diversi campi profughi, alcuni gestiti da Unhcr, dove vivono migliaia di persone respinte da Libia e Algeria.
Da luglio, quando i militari sono andati al governo, la situazione si è assai complicata per richiedenti asilo e rifugiati e il lavoro delle Nazioni Unite ha cominciato a essere ostacolato anche nell’erogazione dei servizi essenziali rendendo le condizioni di vita sempre più precarie. Una situazione che ora, con l’abrogazione della legge che prevedeva pene severe per il traffico di esseri umani, potrebbe spingere verso Libia e Algeria, e dunque mettere nelle mani delle organizzazioni criminali che lì fanno base, centinaia di migliaia di nuovi migranti pronti a partire per l’Europa.