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Ursula von der Leyen candidata del Ppe alla guida della Commissione europea (con 400 voti a favore su 499)
DALLA NOSTRA INVIATA
BUCAREST - La delegazione tedesca si alza in piedi per l’applauso e trascina anche gli altri delegati. Ursula von der Leyen ha pronunciato il suo discorso al centro congressi di Bucarest per ottenere la nomina a �spitzenkandidat� dal congresso del Partito popolare europeo. Gli unici seduti sembrano i Repubblicani francesi, che non possono appoggiare von der Leyen alla guida della Commissione europea per un secondo mandato perch� ha il sostegno del presidente Emmanuel Macron. Ma � una platea fredda. E il voto lo conferma: su 499 votanti, 400 a favore, 89 contrari (pi� dei componenti della delegazione francese, che sono 23) e 10 non validi. Per� avevano diritto di voto per l’elezione del candidato leader del Ppe 737 degli 801 delegati. Per votare si sono registrati in 591 ma alla fine si sono espressi sono in 499. Uno scarto di 238 delegati attribuito dal Ppe a ragioni diverse inclusa la partenza anticipata di alcuni, ma che ha creato imbarazzo nel partito. Anche il risultato finale non � un plebiscito. Il 18% non ha sostenuto von der Leyen.
L’ex premier sloveno Janez Janša non ha mai fatto mistero di non essere un fan della presidente della Commissione, con la quale ha avuto occasioni di frizione durante il suo mandato. Il resto sono franchi tiratori. � la prima volta di von der Leyen, perch� cinque anni fa era stata designata alla guida della Commissione dai leader Ue mentre il candidato capolista dei popolari era Manfred Weber. Ed � Weber che nel suo discorso a Bucarest � andato all’attacco degli avversari, esplicitamente contro Scholz e Macron per marcare le differenze: �Il concetto politico di Emmanuel Macron e dei liberali � fallito alla fine. Non � in grado di stabilizzare il centro. I socialisti, Olaf Scholz, hanno persino proclamato un decennio socialdemocratico per l’Europa. Ma � durato meno di qualche mese. Oggi i contadini, gli artigiani e gli operai sono nelle strade di Berlino, Parigi e Madrid�.
Von der Leyen, invece, ha pronunciato un discorso pi� da presidente della Commissione che da leader dei popolari, anche se il richiamo agli �amici del Ppe� � stato continuo. Von der Leyen si � scagliata contro �populisti, nazionalisti e demagoghi�, contro l’AfD e il Rassemblement National: �I nomi possono essere diversi, ma l’obiettivo � lo stesso: vogliono calpestare i nostri valori e distruggere la nostra Europa�. Delle altre famiglie politiche, invece, avr� bisogno del sostegno. Anche nella conferenza stampa finale ha faticato a mettersi il cappello da candidata del Ppe. E rispondendo a una domanda sull’attuazione del �modello Ruanda� per la gestione dell’asilo a cui fa riferimento il programma elettorale del Ppe, von der Leyen ha sottolineato che �tutto quello che � nel manifesto � in pieno rispetto delle leggi internazionali. Il concetto di Paese terzi � gi� nella legge Ue. Stiamo costruendo su quello che i Trattati dicono�.
Il primo applauso non timido a von der Leyen arriva quando denuncia che �gli amici di Putin stanno cercando di riscrivere la nostra storia e dirottare il nostro futuro�. Ma il �bravo� scatta dalle fila della Cdu e Csu quando dice che �siamo noi, europei, a decidere chi viene in Europa e in quali circostanze. E non la criminalit� organizzata di contrabbandieri e trafficanti�. I �bravo� si allargano alla delegazione polacca quando ricorda che il Ppe � �orgoglioso� di Donald Tusk per aver riportato lo stato di diritto in Polonia. Applausi calorosi anche quando sottolinea che Petteri Orpo ha �guidato la Finlandia nella Nato� e che Roberta Metsola ha �guidato abilmente il Parlamento europeo�. I tedeschi si scaldano quando assicura che �il futuro della nostra industria della tecnologia pulita sar� realizzato qui in Europa�. E tutta la platea quando dice che �il Ppe sar� sempre al fianco dei nostri agricoltori�. I temi del discorso sono quelli di sempre, che ritornano nei suoi interventi pubblici da presidente, incluso l’allargamento dell’Ue a Ucraina, Moldavia e Georgia. C’� il rafforzamento della sicurezza con la creazione per il prossimo mandato di un commissario all’industria della difesa, che ha proposto di recente. �Democrazia, prosperit�, sicurezza: non � possibile averne una senza le altre� � lo slogan finale.
BUCAREST - La delegazione tedesca si alza in piedi per l’applauso e trascina anche gli altri delegati. Ursula von der Leyen ha pronunciato il suo discorso al centro congressi di Bucarest per ottenere la nomina a �spitzenkandidat� dal congresso del Partito popolare europeo. Gli unici seduti sembrano i Repubblicani francesi, che non possono appoggiare von der Leyen alla guida della Commissione europea per un secondo mandato perch� ha il sostegno del presidente Emmanuel Macron. Ma � una platea fredda. E il voto lo conferma: su 499 votanti, 400 a favore, 89 contrari (pi� dei componenti della delegazione francese, che sono 23) e 10 non validi. Per� avevano diritto di voto per l’elezione del candidato leader del Ppe 737 degli 801 delegati. Per votare si sono registrati in 591 ma alla fine si sono espressi sono in 499. Uno scarto di 238 delegati attribuito dal Ppe a ragioni diverse inclusa la partenza anticipata di alcuni, ma che ha creato imbarazzo nel partito. Anche il risultato finale non � un plebiscito. Il 18% non ha sostenuto von der Leyen.
L’ex premier sloveno Janez Janša non ha mai fatto mistero di non essere un fan della presidente della Commissione, con la quale ha avuto occasioni di frizione durante il suo mandato. Il resto sono franchi tiratori. � la prima volta di von der Leyen, perch� cinque anni fa era stata designata alla guida della Commissione dai leader Ue mentre il candidato capolista dei popolari era Manfred Weber. Ed � Weber che nel suo discorso a Bucarest � andato all’attacco degli avversari, esplicitamente contro Scholz e Macron per marcare le differenze: �Il concetto politico di Emmanuel Macron e dei liberali � fallito alla fine. Non � in grado di stabilizzare il centro. I socialisti, Olaf Scholz, hanno persino proclamato un decennio socialdemocratico per l’Europa. Ma � durato meno di qualche mese. Oggi i contadini, gli artigiani e gli operai sono nelle strade di Berlino, Parigi e Madrid�.
Von der Leyen, invece, ha pronunciato un discorso pi� da presidente della Commissione che da leader dei popolari, anche se il richiamo agli �amici del Ppe� � stato continuo. Von der Leyen si � scagliata contro �populisti, nazionalisti e demagoghi�, contro l’AfD e il Rassemblement National: �I nomi possono essere diversi, ma l’obiettivo � lo stesso: vogliono calpestare i nostri valori e distruggere la nostra Europa�. Delle altre famiglie politiche, invece, avr� bisogno del sostegno. Anche nella conferenza stampa finale ha faticato a mettersi il cappello da candidata del Ppe. E rispondendo a una domanda sull’attuazione del �modello Ruanda� per la gestione dell’asilo a cui fa riferimento il programma elettorale del Ppe, von der Leyen ha sottolineato che �tutto quello che � nel manifesto � in pieno rispetto delle leggi internazionali. Il concetto di Paese terzi � gi� nella legge Ue. Stiamo costruendo su quello che i Trattati dicono�.
Il primo applauso non timido a von der Leyen arriva quando denuncia che �gli amici di Putin stanno cercando di riscrivere la nostra storia e dirottare il nostro futuro�. Ma il �bravo� scatta dalle fila della Cdu e Csu quando dice che �siamo noi, europei, a decidere chi viene in Europa e in quali circostanze. E non la criminalit� organizzata di contrabbandieri e trafficanti�. I �bravo� si allargano alla delegazione polacca quando ricorda che il Ppe � �orgoglioso� di Donald Tusk per aver riportato lo stato di diritto in Polonia. Applausi calorosi anche quando sottolinea che Petteri Orpo ha �guidato la Finlandia nella Nato� e che Roberta Metsola ha �guidato abilmente il Parlamento europeo�. I tedeschi si scaldano quando assicura che �il futuro della nostra industria della tecnologia pulita sar� realizzato qui in Europa�. E tutta la platea quando dice che �il Ppe sar� sempre al fianco dei nostri agricoltori�. I temi del discorso sono quelli di sempre, che ritornano nei suoi interventi pubblici da presidente, incluso l’allargamento dell’Ue a Ucraina, Moldavia e Georgia. C’� il rafforzamento della sicurezza con la creazione per il prossimo mandato di un commissario all’industria della difesa, che ha proposto di recente. �Democrazia, prosperit�, sicurezza: non � possibile averne una senza le altre� � lo slogan finale.