Cosa significa nullatenente e perché Fedez non può esserlo
Sotto la lente stavolta ci finisce lui. Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez. Momenti complicati a casa Ferragnez dopo le indagini delle procure su sua moglie Chiara, la multa Antitrust per pubblicità ingannevole, il pandoro-gate della Balocco, le scuse, le accuse, le giustificazioni in pigiama grigio, le precisazioni sui contratti disdetti e le battaglie legali. Ora un esposto del Codacons vuole far luce sul rapper dopo alcune sue dichiarazioni in tribunale a Milano nel 2020 che suscitano più di qualche perplessità. «Nullatenente direi, perché è tutto intestato alle società mie, quindi nullatenente», rispose così Fedez alla domanda rivoltagli in tribunale «se fosse intestatario di beni immobili o beni mobili registrati: navi, motociclette, automobili...». Per l’associazione dei consumatori il rapper avrebbe usato «un’espressione che, in maniera sintetica ma efficace, fa emergere una personalità incline a “sfruttare” a proprio vantaggio i meccanismi mediante cui si celano le ricchezze personali, situazione questa dove è molto frequente possano annidarsi situazione di elusione fiscale o di vera e propria evasione».
Chi è il nullatenente fiscale
Innanzitutto chiariamo che cosa significa «nullatenente» in termini fiscali. Viene utilizzato per identificare un soggetto che non percepisce redditi e non ha un proprio patrimonio. Il nullatenente è colui che, al tempo stesso, non ha né un lavoro, né è titolare di altre attività patrimoniali (un immobile), o finanziarie (un conto corrente, altri titoli). Insomma, si tratta di un soggetto nei cui confronti è impossibile avviare un pignoramento perché la procedura risulterebbe negativa e senza esiti fruttuosi. I contribuenti nullatenenti sono quei contribuenti o che si sono visti spossessare di tutti i loro averi, magari a causa di un fallimento o di un’azione esecutiva effettuata da un creditore, e che risultano ancora titolari di debiti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, oppure sono coloro che intenzionalmente si sono spossessati di tutti i loro averi evitare di dover pagare i propri creditori. Non esattamente la condizione di Fedez e vediamo perché.
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Lo schema societario di Fedez
Per provare a fare chiarezza, già che si è «in casa Ferragnez», basta dare un’occhiata anche agli affari di Fedez, che detiene tutte le sue attività attraverso la Zedef Srl, holding di famiglia di cui lui risulta intestatario solo per il 10%, mentre la madre Annamaria Berrinzaghi, sua manager fin dagli esordi, detiene il 50%, e il padre Franco, amministratore della società, il 40%. La Zedef Srl, che a fine 2023 ha nominato la madre di Fedez procuratrice con amplissimi poteri, detiene le quote di tutte le altre società del suo gruppo: il 100 per cento di Autoscontri Srl, il 50 per cento di Happy Seltz Srl, lo 0,04 per cento di Bending Spoons Spa e il 100 per cento di Zdf Srl, con cui a sua volta gestisce la casa discografica Newtopia Srl, la società di management Doom Entertainment Srl e la società immobiliare King Croc Srl. Aziende estremamente profittevoli che conseguono utili milionari.
Guidato passo dopo passo dai genitori
Al contrario di Chiara, che stando alle visure e agli atti in possesso mantiene fermamente in mano lo scettro del comando del suo gruppo - ricostruisce un accurato libro di Gianluca Massini Rosati, autore di Fiscalmente inattaccabile. La strategia definitiva per ridurre drasticamente le imposte e vivere serenamente il rapporto con il fisco (in uscita il 5 marzo 2024 per Sperling & Kupfer) - Federico è guidato passo passo dai genitori, soprattutto dalla madre, che di fatto amministrano con pieni poteri tutte le sue attività e lasciano a lui solo il 10 per cento dei proventi, che tra l’altro non vengono neanche distribuiti ai soci. «Insomma, in casa Ferragnez è piuttosto chiaro che comandano le signore», commenta sarcasticamente l’autore.
Il ricorso di Chiara al Tar del Lazio
Mentre sua moglie Chiara, dopo la riappacificazione di San Valentino (con tanto di corredo social) per mettere a tacere le illazioni di crisi, ha appena depositato il ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento dell’Antitrust che a dicembre aveva inflitto una multa di oltre un milione di euro nei confronti delle società a lei riconducibili e alla Balocco per una presunta pubblicità ingannevole legata alla vendita del pandoro Pink Christmas.
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