Aiuti a Kiev, Orbán non cede. L’Ue prova la mediazione a 27

Tutto dipender� da come oggi i leader Ue condurranno il negoziato con Orb�n e da quanto il premier ungherese decider� di sfidare gli altri capi di Stato e di governo che ormai �hanno finito la pazienza e il livello di irritazione � altissimo�, come spiegava ieri una fonte diplomatica europea. Il vertice di oggi non � uno dei tanti summit straordinari, � un �defining moment�, un crocevia, perch� si vedr� che tipo di soggetto internazionale vuole essere l’Unione europea e aprir� una riflessione, a seconda dell’esito, sul modo di decidere dell’Ue. Se Orb�n insister� con il veto, i leader Ue dovranno decidere le conseguenze politiche, che non sono solo il �piano B� per garantire i finanziamenti all’Ucraina. Nei giorni scorsi � stata fatta circolare l’ipotesi di attivare contro l’Ungheria il famigerato articolo 7, l’�arma nucleare� che toglie il diritto di voto a un Paese in seno al Consiglio se esiste un evidente rischio di violazione grave dei principi fondamentali dell’Ue, ma serve l’unanimit� tra i 26. Fino all’ultimo i Paesi Ue hanno cercato la via del dialogo. Prova ne � la bozza di conclusioni sottoposta ieri mattina agli ambasciatori presso la Ue che conteneva la proposta di tenere un dibattito e una revisione annuale sull’attuazione del piano di aiuti per l’Ucraina. Ma Budapest ha respinto l’offerta. L’Ungheria insiste perch� la revisione annuale sia accompagnata da un voto unanime sui finanziamenti a Kiev, di fatto creando un meccanismo di veto annuale. Tutte le delegazioni hanno reagito compatte: la priorit� � una soluzione a 27, la revisione dovrebbe riguardare l’attuazione del piano e non i principi, ma soprattutto niente unanimit�, in mancanza di accordo si proceder� a 26 anche se � pi� costoso e servir� pi� tempo.