Armi a Kiev, Crosetto rinnova il sostegno all’Ucraina ma intravede “segnali di dialogo”: “Sembra il momento per azione diplomatica”

Alla Camera, davanti al ministro Guido Crosetto, la maggioranza è pronta a votare la risoluzione per inviare armi all’Ucraina per tutto il 2024. A destra l’accordo c’è. La bozza è stata stilata ieri sera, visionata dai vari capigruppo.

E anche la Lega conferma in Aula che non si sfilerà: “Noi come Lega non negheremo il consenso e anzi auspichiamo che sia più largo del perimetro di maggioranza. L'Ucraina ha ancora bisogno di noi e noi certamente non possiamo voltarci dall'altra parte”, ha messo a verbale il deputato del Carroccio, Anastasio Carrà, intervenendo in aula dopo le comunicazioni del titolare della Difesa.

Le comunicazioni di Crosetto

Nell’emiciclo di Montecitorio, Crosetto ha spiegato che il 2024 sarà un anno “cruciale” per Kiev, per questo è “importante continuare a sostenere lo sforzo” militare dell'Ucraina. Certo, la controffensiva estiva di Zelensky “non ha purtroppo dato i risultati sperati” e l'esercito di Kiev “sta ora affrontando un nuovo inverno di guerra”, dovendo fronteggiare la violenta reazione russa, che tenta di fiaccare il morale della popolazione ucraina. Il conflitto si sta trasformando, per Crosetto, in una guerra di posizione. Di logoramento. Sarà dunque un inverno di guerra. Con la scommessa di Mosca sulla “stanchezza” dei partner occidentali dell'Ucraina, anche in vista degli appuntamenti elettorali del 2024.

La Russia, per il ministro della Difesa, ha aggirato le sanzioni e “non sembra dare segni di cedimento", perché per il Cremlino “tempo e morti non hanno importanza”. E anche da questo punto di vista “si nota la differenza tra un’autocrazia, la Russia, e una democrazia, l'Ucraina”. Mosca sembra “intenzionata a puntare su un conflitto di logoramento”. Con l’obiettivo di “ripristinare quel gruppo di nazioni che si chiamava Urss”, di alimentare insomma “velleità” sull’Est Europa. Ecco perché il sostegno anche militare dell’Italia rimarrà “forte e inalterato”. Nessun “disimpegno”. Fino a quando non cesseranno gli attacchi di Putin. Una “scelta di coerenza”. Perché ogni passo indietro sarebbe un “errore drammatico” e “se accettiamo la regola del più forte, perdiamo la libertà”.

Anche l'ottavo pacchetto di aiuti italiani all'Ucraina – aiuti che per il titolare della Difesa hanno salvato migliaia di vite - sarà costituito da sistemi d'arma per rafforzare “le sole capacità difensive di Kiev” e saranno consegnate solo “armi già in nostro possesso”. Ma resta il nodo del finanziamento delle forniture, in futuro. Le possibili, parziali “risorse ottenibili tramite ristori da fonti Ue, non potranno ricadere sulle ordinarie assegnazioni destinate alla difesa italiana”. Dunque non si può escludere un “ruolo nazionale più efficace”, dice il ministro.

Segnali di dialogo

L’Italia, nelle dichiarazioni del governo, continuerà a insistere per una trattativa negoziale vera. Per una “pace giusta”. Anche se, per Crosetto, “si potrà iniziare a parlare quando per un'ora, per un giorno, smetteranno di cadere le bombe”. Ma qualche segnale, per il ministro, è arrivato. Da ambo i lati.

“Parrebbe giunto il momento per un'incisiva azione diplomatica che affianchi gli aiuti che stiamo portando avanti perché si rilevano una serie di segnali importanti che giungono da entrambe le parti in causa”. Crosetto parla delle dichiarazioni “di diversi interlocutori russi”, che evidenziano “una lenta e progressiva maturazione di una disponibilità al dialogo per porre fine alla guerra”.

Mentre in Ucraina il fronte interno “appare meno compatto che in passato nel sostenere la politica del presidente Zelensky”. Da qui sì il sostegno all’Ucraina per mantenere la sua integrità territoriale, ma anche una dose di “realismo”, Crosetto lo chiama così, ammettendo che esiste “una geografia politica diversa da quella del gennaio 2023”.

La risoluzione di maggioranza, l’opposizione spaccata

La risoluzione di maggioranza che sarà votata in tarda mattinata impegna il governo a continuare a sostenere Kiev, in linea con Nato e Ue, “anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”. Nel documento si chiede alla premier Meloni di “profondere tutti gli sforzi diplomatici in tutte le sedi, anche in qualità di presidente di turno del G7”, e a “mantenere un costante dialogo” col Parlamento, sugli sviluppi militari e diplomatici.

Le opposizioni invece si spaccano, ma non è una novità, su questo tema. La risoluzione del M5S è per interrompere immediatamente gli aiuti militari a Kiev. Azione-Iv e + Europa, con un testo unitario, propongono invece di continuare con l’invio di armi alla resistenza di Zelensky. Mentre il Pd, nel suo testo, curato dal responsabile Esteri, Peppe Provenzano, chiede di “sostenere il popolo e le istituzioni ucraine” ma anche di “rafforzare l'impegno diplomatico e politico dell'Ue per una pace giusta e sicura e superare le resistenze dell'Ungheria sul sostegno agli aiuti europei” a Kiev.