Misteri di Stato, anni di piombo, caso Moro: quel distintivo nel covo delle Br

di Ferruccio Pinotti

Il libro �The Masquerade� di Fiorentini e Valtolina e la visione �corsara� di un periodo ancora oscuro

Misteri di Stato, anni di piombo, caso Moro: quel distintivo nel covo delle Br

Il cadavere di Aldo Moro ritrovato il 9 maggio 1978 e la copertina del libro

Il ruolo degli Usa nel caso Moro e un distintivo militare che sarebbe stato trovato in via Gradoli. A quarantacinque anni dall’uccisione di Aldo Moro, la verit� non � ancora completa. I processi hanno condannato i brigatisti rossi che lo rapirono il 16 marzo del 1978 e lo uccisero cinquantacinque giorni dopo. Ma molte sono ancora le teorie e gli interrogativi che ci si pone. Perch� Moro non fu liberato? E che fine fece il suo memoriale, steso durante la prigionia? A queste e altre domande si avventura il libro The Masquerade, in una visuale inedita del sanguinoso decennio 1970/80. Edito da Frascati & Serradifalco, il libro pone sotto la lente l’arco temporale che dall’incubazione del terrorismo rosso giunge agli strascichi del delitto Moro. Una temperie che � stata assunta metodologicamente dagli autori come un ultimo appello nei confronti della verit�, sia perch� si sta allontanando sempre di pi� nel tempo, sia per il carattere di enorme e contraddittoria complessit� che la caratterizza.

Il delitto Moro nel contesto disegnato da Yalta

Il libro � stato scritto a quattro mani da Maurizio Fiorentini e da Roberto Valtolina. Fiorentini, classe ’58, � stato responsabile del Collettivo Volsci di Autonomia operaia romana. Ha vissuto in trincea quegli anni, a stretto contatto con terroristi rossi e neri; in questi decenni si � impegnato a disboscare la giungla di complottismi cresciuta su quel periodo. Valtolina, classe ‘87, � un giornalista di inchiesta e uno specialista di archivi che ha contribuito con un accurato lavoro di scavo e di scrittura. Gli autori calano il significato politico del delitto Moro nella cornice internazionale di Yalta. Gli equilibri sanciti nel 1945 costituiscono la stella polare del libro e si intrecciano con le vicende del terrorismo italiano di estrema sinistra. Il rapimento Moro (nel codice della Br �Operazione Fritz�) sarebbe frutto, sostengono, di quegli accordi, quindi fu innanzitutto una vicenda internazionale. E il �partito della fermezza� che nacque durante i 55 giorni — un unicum — avrebbe avuto un obiettivo: preservare il bipolarismo di Yalta, come scrisse nel 2018 il socialista Rino Formica in una lettera inviata a Gero Grassi — membro della Commissione d’inchiesta sul rapimento di via Fani —, che gli autori pubblicano a chiusura del libro.

La pista �dimenticata�: il distintivo Nato nel covo BR

C’� poi un inedito svelato dal libro: si troverebbe in un verbale della Questura di Roma redatto dopo la perquisizione del covo Br di via Gradoli, effettuata 18 aprile 1978. In pieno sequestro Moro e il giorno prima del rientro di Napolitano dal suo �riservato� viaggio negli Usa, gli agenti trovano un distintivo militare della Nato, ignorato da cinque processi Moro, da due commissioni parlamentari, dai vertici dei Servizi segreti dell’epoca, dall’Interpol, dalla Questura di Roma, dalle Commissioni parlamentari Pellegrino, P2 e Mitrokhin. Con cautela, gli autori non sposano una tesi assertiva sul motivo per cui i brigatisti conservassero tale reperto; ma colgono l’occasione per porre sotto i riflettori due figure statunitensi rimaste finora in ombra: il generale Alexander Haig, �Supreme Allied Commander Europe� tra il 1974 e il 1979, e Michael Ledeen, intellettuale in contatto con Haig e che si install� al Ministero degli Interni retto da Francesco Cossiga, durante i 55 giorni. Senza contare figure come il �consulente� Usa Steve Pieczenik. Non a caso l’ex magistrato Otello Lupacchini (gi� sostituto procuratore generale preso la Corte d’Appello di Roma) ha dichiarato �Nei fatti � dimostrata la presenza di altre persone durante il rapimento di Moro�.

La Guerra Fredda in Italia

La ricostruzione — aspetto originale — si svolge a ritroso, dal dopo Moro all’incubazione del terrorismo rosso: militanti, movimenti, vittime, spie, magistrati, apparati dello Stato. Senza cadere nel complottismo, ma anche senza fare sconti a verit� scomode. Ne emerge un tessuto nel quale regnano i fatti, pur se calati e reinterpretati nel contesto dello scontro tra i blocchi della Guerra fredda. I lettori pi� giovani cos� come gli esperti della materia possono cos� confrontarsi con un testo il cui baricentro si fonda sul vissuto di chi — come Fiorentini — quegli eventi li ha osservati personalmente. �Yalta � una guerra sporca che non � affatto finita il 9 novembre 1989, ma che prosegue anche oggi, dall’Ucraina alla Palestina, passando per le voci su Ustica che hanno lambito Bettino Craxi�, spiegano Valtolina e Fiorentini al Corriere. �Con questo lavoro intendiamo mettere a disposizione degli storici nuovi elementi di ricerca�. L’esito � un testo di approfondimento che mixa efficacemente la scrittura accademica, giornalistica e d’intelligence, rileggendo con chiavi nuove il periodo pi� torbido della Guerra fredda in Italia.


Corriere della Sera � anche su Whatsapp. � sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

14 dicembre 2023 (modifica il 14 dicembre 2023 | 17:47)

- Leggi e commenta