Baggio e la rapina, i ladri forse non sapevano di essere in casa di un mito del calcio. Il bottino: un paio di orologi, gioielli e pochi contanti
L'ipotesi che ad agire sia stata una banda dell’Est europeo che non sapeva di aver dato l’assalto alla villa di una leggenda del calcio. Tempo prima un uomo aveva chiesto se c’erano case in affitto, altri guardavano nelle proprietà
ALTAVILLA VICENTINA (Vicenza) L’ipotesi è sorprendente e anche un po’ comica: la banda, probabilmente dell’Est europeo, non sapeva di aver dato l’assalto alla villa di una leggenda del calcio. Cosa che l’ha inguaiata tremendamente. Perché ora la caccia ai rapinatori è senza respiro. Partiti con l’handicap delle telecamere della casa di Roberto Baggio messe fuori uso il mese scorso da un nubifragio, gli investigatori stanno raccogliendo a tappeto quelle della zona, pubbliche e private, partendo dalle strade collinari di Altavilla Vicentina intorno alla tenuta dell’ex campione. Si tratta di centinaia di video dalla cui analisi si spera innanzitutto di individuare l’auto della fuga, immaginando comunque che sia stata rubata, per poi tentare di arrivare ai volti dei malviventi da sottoporre ai cosiddetti confronti antroposomatici. Cioè alla comparazione dei tratti somatici con quelli inseriti nei database della Scientifica, dove ci sono nomi e cognomi. Sperando naturalmente in qualche match positivo.
Attività questa nella quale è specializzato il reparto Crimini violenti dei Ros di Roma, che affianca nell’indagine i carabinieri di Vicenza. E sempre la scienza può aiutare a scovare indizi dei banditi nelle stanze della villa teatro della rapina. Nei prossimi giorni è previsto pure un sopralluogo dei carabinieri del Ris che cercheranno impronte digitali, tracce di scarpe e biologiche.
Ma, come detto, questa storia di cronaca nera potrebbe anche riservare la sorpresa di cinque malviventi che ignoravano di trovarsi di fronte a un mito del calcio. «È un’ipotesi che non si può escludere — precisano gli inquirenti —. Perché dalla dinamica dei fatti non emerge alcun interesse da parte loro per tutto quello che potrebbe aver vinto e accumulato Baggio in quanto campione». Avrebbero potuto pensare di avere a portata di mano un Pallone d’oro e i mille importanti cimeli di una vita da star. E invece se ne sono infischiati. Possibile? Il loro interesse era uno solo: «La cassaforte». Volevano quella. Che però Roberto Baggio non ha mai avuto e quindi hanno ripiegato su quello che c’era: un paio di orologi, qualche gioiello e i contanti che avevano indosso e in tasca i presenti: Baggio, sua moglie Andreina, i figli Leonardo e Mattia e la suocera. Magrissimo bottino per un colpo alla villa del Divin Codino.
I romantici aggiungono che, se davvero avessero saputo chi era, non gli avrebbero mai sferrato quella mazzata con il calcio della pistola spedendolo all’ospedale. Non si fa. Altro elemento che depone a favore della casualità, le testimonianze di alcuni vicini di casa di Roberto Baggio. Fra questi l’ex sindaco di Altavilla Vicentina, Carlo Dalla Pozza, che il 18 giugno aveva segnalato ai carabinieri del paese una persona sospetta aggirarsi in cima alla collina: «Aveva un suv bianco e mi ha chiesto se c’era qualche casa in affitto. Mio cugino ha notato un gruppo di soli uomini, 6 o 7, che guardavano all’intero delle proprietà». A spostare l’ago dalla parte della scelta mirata sul campione è invece l’orario dell’assalto: quello della partita Italia-Spagna. Un match che non poteva che richiamare a casa Baggio un po’ di gente riunendola davanti alla tivù. Dove infatti sono stati colti tutti di sorpresa. «Fermi, fermi, state tutti fermi!». Baggio che si alza, quello che lo colpisce, la grande paura, la piccola razzia e la fuga.