William sui passi di mamma Diana: porterà i figli fra i senza tetto. Abitazioni per gli ultimi nel suo ducato di Cornovaglia
Lady D lo portava fra i senza tetto alla stazione di Waterloo a Londra, adesso William porterà i suoi figli George, Charlotte e Louis a incontrare gli ultimi
Dalla nostra inviata - Londra
Il principe William è deciso a portare i figli, l’erede George, la sorella Charlotte e il più piccolo Louis, a incontrare i senza fissa dimora. Gli ultimi della società. Proprio come fece con lui mamma Diana quand’era bambino. E in settimana - mentre a Londra il nuovo premier laburista Keir Starmer si prepara a traslocare al numero 10 (ma è probabile scelga il più spazioso 11 come fece per primo Tony Blair e poi anche Cameron) – il principe di Galles potrebbe annunciare la fase due del suo primo grande progetto: Homewards.
Mentre a fine settimana, per la consegna dei trofei di Wimbledon resta alta l'aspettativa per un ritorno in pubblico della principessa Kate che giovedì ha reso onore al campione Andy Murray: «An incredible #Wimbledon career comes to an end. You should be so very proud @andy_murray. On behalf of all of us, thank you! C.»
Homewards è appunto il piano dedicato a dare un tetto, un contesto abitativo, a chi una casa non ce l’ha: ai senza tetto che William aveva visto sul finire degli anni ’80 con la madre Diana quando la principessa lo portò con sé fra le tende degli emarginati accampati sotto il ponte della stazione di Waterloo. Una lezione che deve essere rimasta ben impressa al principe William che un anno fa aveva annunciato di voler dedicare tutte le energie del suo primo grande progetto come erede al trono proprio a quanti vivono ai margini della società. Nel cuore di William c’è la battaglia ereditata dalla madre Diana, protagonista della campagna per la messa al bando delle mine antiuomo come per il rispetto di senzatetto e malati di Aids.
Il soft power, il potere di influenzare e cambiare la società con la forza di empatia e carisma è iniziato forse con lei. Quarantadue anni, della madre Diana ha raccolto infatti la sensibilità per le cause degli ultimi – tanto che nella stagione del New Labour il suo “vate” Tony Blair aveva immaginato per Diana un ruolo di inviato speciale per l’Africa con tutti i suoi problemi (ma l’incidente del 1997 spezzò ogni progetto) - e quel suo scendere in strada ogni anno con i ragazzi della charity Centrepoint che cerca di assicurare un tetto agli homeless, dice tutto quel legame e quell’affinità elettiva.
Di più, il principe ha iniziato a costruire sui terreni del ducato di Cornovaglia che gli spetta ora in quanto nuovo principe di Galles, un centro di accoglienza proprio per gli homeless, un progetto di social housing sta infatti già sorgendo sui 130 mila acri del ducato ereditato da William. E proprio qui il principe vuole portare i figli perché capiscano le sfide del mondo.
«E’ la cosa giusta da fare, mettere i bambini a confronto con la realtà, al momento giusto», aveva detto il principe mesi fa. Ed è pronto a farlo. Come Diana fece con lui. Il suo progetto Homewards ha un business plan di 5 anni, ed è sostenuto dalla Royal Foundation che fa capo a William e Kate, per cambiare concretamente la vita di centinaia di senza fissa dimora trovando loro una casa e un ruolo nella società. «Voglio realmente costruire case per loro, voglio assicurare loro sostegno e aiuto mentale, educazione, formazione per un lavoro», come ha spiegato mesi fa il principe aggiungendo di «voler andare più a fondo su certi temi», lasciare un segno tangibile.
William è consapevole che oltre all’esempio e alle azioni concrete serve anche un percorso culturale che avvicini la gente al dramma dei senza tetto. Così ad agosto la sua fondazione porterà alla Saatchy Gallery a Chelsea, Londra, il dramma dei senza tetto con la mostra Homelessness Reframed.