Chirurghi per i tumori: con più esperienza, meno complicanze e decessi

di Vera Martinella

Gli esiti di una nuova  ricerca condotta su quasi 17mila pazienti con cancro del colon-retto curati in  80 ospedali del nostro Paese: affidarsi a mani esperte per avere pi� chances di guarigione, per vivere pi� a lungo e meglio.

Chirurghi per i tumori: maggiore è l'esperienza, minori sono le complicanze e i decessi

�Quanti casi come il mio trattate ogni anno?� Pu� non essere semplice porre questa domanda al medico che si ha di fronte, ma superare l'imbarazzo e ottenere una risposta fa una grande differenza. Soprattutto se la malattia di cui si soffre � complessa come un tumore, perch� sempre pi� ricerche lo confermano: l'esperienza dei chirurghi � fondamentale per la buona riuscita di un'operazione, per ridurre al minimo il rischio di complicanze e anche di mortalit�.Va in questo senso uno studio, coordinato dai ricercatori dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna e appena pubblicato sul British Journal of Surgery, che ha preso in esame quasi 17mila casi di pazienti con tumore del colon-retto presi in cura da 80 ospedali italiani tra il 2018 e il 2021. 

Un nuovo studio italiano

�Volevamo indagare la possibile correlazione tra il buon esito dell’intervento chirurgico e il verificarsi di complicanze con la tipologia di centro in cui la stessa patologia viene trattata – spiega Matteo Rottoli, primo autore della ricerca e specialista della Chirurgia del tratto alimentare all'Azienda Ospedaliero-Universitaria bolognese –. Per essere certi dei risultati abbiamo deciso di raccogliere un elevatissimo numero di casi e che fossero provenienti da numerosi centri. Gli esiti indicano che per la cura del cancro del colon-retto � preferibile trattare i pazienti in centri che effettuano un alto volume di interventi ogni anno e con �quipe con competenze e professionalit� specifiche�. In particolare i dati dimostrano che il tasso di mortalit� dopo la chirurgia � decisamente inferiore nei centri ad alto volume di interventi (1,5%) rispetto a quelli che operano poco (2,5%). La differenza aumenta ulteriormente nel sottogruppo di pazienti trattati per cancro del retto, patologia particolarmente complessa dal punto di vista chirurgico. In questo caso, infatti, il tasso di mortalit� negli ospedali ad alto volume (0,8%) � inferiore del 63% rispetto ai centri a basso volume (dove il tasso di mortalit� si attesta al 2,2%).�Non solo - aggiunge Gilberto Poggioli,  direttore della Chirurgia del Tratto Alimentare e Urgenze al Policlinico Sant'Orsola  -: i nosocomi dove si operano meno casi risultano anche pi� esposti (+ 11%) alle complicanze post intervento. Hanno infatti avuto un decorso severo, cio� difficoltoso, il 48,7% dei pazienti trattati nei centri a basso volume contro il 37,7% di chi � stato curato da chirurghi esperti. Ed � pi� alto del 10% anche il rischio di avere un intervento per cancro del retto non radicale nei centri a basso volume: 36,5% contro il 27,7% dei grandi centri�.  

Le complicanze

Oltre alla mortalit�, complicazioni postoperatorie e radicalit� della chirurgia oncologica (ovvero l'asportazione completa di tutta la neoplasia, presupposto fondamentale per un maggiore successo delle cure)  sono stati indagati indicatori come l’utilizzo di chemio e radioterapia neo-adiuvanti (ovvero prima del bisturi) per far s� che l'intervento possa essere meno invasivo, riesca a eliminare interamente la neoplasia e sia pi� efficace limitando anche la possibilit� di recidive o di metastasi. �Una migliore radicalit� della chirurgia si riflette anche, quando necessario, in un numero maggiore di linfonodi rimossi e nella capacit� di asportare completamente il tumore, il che fa crescere in modo significativo la possibilit� di guarigione - aggiunge Poggioli -. Oppure di convivere meglio e pi� a lungo con la neoplasia�. Numerose altre ricerche sono giunte alla stessa conclusione, indicando quanto siano decisive sia l'esperienza dei chirurghi sia la presenza di un gruppo specializzato composto da pi� esperti che seguono ogni singolo caso anche in altri tipi di cancro, come quello del pancreas , della prostata, dello stomaco e del seno, per il quale (ormai da anni: ha fatto da apripista in questo ambito) sono state create le Breast Unit, centri di senologia specializzati, dove � pi� alta l’adesione alle linee guida, migliore l’esperienza degli specialisti ed � garantita l’adozione di un approccio multidisciplinare.

Affidarsi sempre a mani esperte

�Dove vado a farmi curare? � questa la domanda che chiunque si pone, soprattutto davanti a una diagnosi di cancro - commenta Antonino Spinelli, responsabile della Chirurgia del colon-retto all'Istituto Clinico Humanitas di Milano, fra gli autori del nuovo studio -. Il consiglio � quello di affidarsi sempre a mani esperte per avere pi� chances di guarigione, per vivere pi� a lungo e meglio perch� i numeri indicano, senza dubbio, esiti migliori l� dove viene garantito un approccio multidisciplinare. Un suggerimento che vale certamente per i tumori rari e poco noti, ma anche nel caso di per quello del colon retto che oltre 48mila nuovi casi registrati ogni anno, � il secondo tipo di tumore pi� frequente nel nostro Paese ed � anche il secondo nella poco ambita classifica dei pi� letali nonostante ci sia un modo efficace per diagnosticarlo agli inizi e salvarsi la vita: lo screening (offerto gratis in Italia a tutti le persone fra 50 e 70 anni) con il test Sof, per la ricerca del sangue occulto nelle feci�.�Del resto, non si tratta solo di "quantit�" in termini di numeri di pazienti e di operazioni  - conclude Rottoli -. Si parla di centri altamente innovativi e tecnologici, dove lavorano professionisti specializzati con il supporto di apparecchiature all’avanguardia, come le piattaforme robotiche. Ma soprattutto di luoghi votati alla ricerca scientifica come alleato della clinica, della chirurgia e dell’assistenza�.


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8 gennaio 2024 (modifica il 8 gennaio 2024 | 07:46)

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