«X ha accettato soldi dai terroristi per la spunta blu»: il report che accusa Musk di violare le sanzioni Usa

Secondo la no profit Tech Transparency Project, l'ex Twitter ha accettato pagamenti per la spunta blu da alcuni leader di Hezbollah e da altri gruppi e organizzazioni militari iraniane e russe

«X ha accettato soldi dai terroristi per la spunta blu»: il report che accusa Musk di violare le sanzioni Usa

L'abbonamento X Premium ha suscitato non poche critiche per le sue possibili conseguenze sulla veridificità delle informazioni che circolano sul social network di Elon Musk sin dal suo annuncio. Allora si chiamava Twitter Blue, oggi - come la stessa piattaforma - ha cambiato nome. Ma le polemiche rimangono, soprattutto considerando ciò che racconta un report della no-profit «The Tech Transparecy Project». Secondo l'organzzazione, X avrebbe accettato soldi da alcuni account piuttosto controversi, appartenenti a leader e gruppi terroristici

«X, la piattaforma precedentemente nota come Twitter, ha fornito servizi premium a pagamento agli account di due leader di un gruppo terroristico designato dagli Stati Uniti e di diverse altre organizzazioni sanzionate dal governo americano», spiega la no-profit nel suo report. Sono 28 gli account che hanno ottenuto una spunta blu a pagamento e che potrebbero essere al centro di una futura indagine su come la società di Elon Musk stia violando le sanzioni imposte dal Paese dove ha sede. Tra questi, ci sono Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah (96mila follower, account creato a ottobre 2021 e verificato a novembre 2023) e Naim Kassem, numero due di Hezbollah (43mila follower, account creato nel luglio 2022 e verificato da novembre 2023). E poi compaiono nell'elenco account legati a media statali iraniani e russi: in particolare si citano la Press Tv iraniana e la Tinkoff Bank russa. Queste hanno la «spunta oro» riservata alle organizzazioni verificate che costa all'incirca mille dollari al mese (la ricerca della no-profit è stata effettuata tra novembre e dicembre 2023, oggi i piani di abbonamento sono cambiati).  Poi si menziona anche l'account Harakat Hezbollah al-Nujaba, milizia sostenuta dall'Iran (con 11mila follower) e la milizia yemenita Houthi, iscrittasi al social poche settimane dopo che gli Stati Uniti l'hanno designata come gruppo terroristico a causa degli attacchi alle navi cargo nel Mar Rosso. 

X ha risposto sullo stesso social: «X ha adottato un approccio solido e sicuro per le sue funzioni di monetizzazione, in conformità con gli obblighi di legge e con lo screening indipendente dei suoi fornitori di pagamenti. Molti degli account elencati nel Tech Transparency Report non sono direttamente citati negli elenchi di sanzioni, mentre altri possono avere segni di spunta visibili sull'account senza ricevere servizi che sarebbero soggetti a sanzioni. I nostri team hanno esaminato il rapporto e interverranno se necessario». In ogni caso, tutte le spunte blu (e oro) citate sono scomparse dopo la pubblicazione del report.

Ma in effetti le persone e le organizzazioni associati a questi account compaiono tutti tra gli «Specially Designated Nationals» negli elenchi stilati dal Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro americano. «I loro beni sono bloccati e ai cittadini statunitensi è generalmente vietato trattare con loro», si specifica sul sito. Qui il problema non è che questi account esistono - gratuitamente, è permesso - ma che abbiano versato delle somme di denaro a una società americana per sottoscrivere un servizio Premium. Potrebbe dunque esserci una violazione delle sanzioni da parte di X.

L'abbonamento X Premium, che costa 8 dollari al mese, ha permesso a questi account di ottenere la «spunta blu», ovvero quel marchio che accerta l'autenticità dell'account stesso. O perlomeno, questo era lo scopo per cui era nato. Per ottenerlo, bisognava solo mostrare un proprio documento di riconoscimento. Per artisti, attori, cantanti, politici e altre celebrità, era un modo per dichiarare che quella era l'unica utenza ufficiale. Con la sottoscrizione a pagamento, però, il castello è «crollato», con decine e decine di troll che hanno reso piuttosto ingestibile l'attestazione di ciò che è vero (o meglio, chi è vero) su X. E non solo. Nel regolamento di X si specifica che non si possono utilizzare i servizi a pagamento «se sei una persona con cui gli Stati Uniti non permettono di avere rapporti in base a sanzioni economiche. Ciò include, senza limitazioni, persone che si trovano o risiedono abitualmente nei seguenti Paesi e regioni: Cuba, Iran, Ucraina, Crimea, Corea del Nord e Siria». A quanto pare però, da qualche parte, qualcosa è andato storto. E, aggiunge la no-profit, tra i post e le risposte di questi 28 account hanno trovato anche annunci pubblicitari.

15 febbraio 2024

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