“Vi racconto la sconfitta di Avdiivka. I russi erano troppi, non potevamo più tenere la città”

Ha visto gli ultimi giorni di Avdiivka. Maksym Zhorin, nome di battaglia: Mose, era lì, a organizzare quello che per ordini superiori definisce “raggruppamento delle nostre forze”, ma per il mondo è stata, né più né meno, una ritirata. Zhorin era lì, a tirar fuori i cadaveri dei suoi compagni dalle macerie di una città fantasma che per dieci anni è stata il simbolo della resistenza ucraina nel Donetsk.