Biden scaricato dai suoi fedelissimi: i leader democratici gli chiedono un passo indietro
I democratici più alti in grado - il leader della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries e quello della maggioranza al Senato Chuck Schumer - in incontri separati tenuti nei giorni scorsi, hanno detto chiaro al presidente degli Stati Uniti Joe Biden che la sua ostinazione a restare in corsa sta mettendo a rischio la capacità del Partito Democratico di continuare a controllare il Congresso l’anno prossimo.
Gli incontri
Jeffries ha incontrato Biden giovedì sera alla Casa Bianca. Schumer lo ha invece visitato sabato a Rehoboth Beach, in Delaware. Entrambi, gli avrebbero ribadito che uscire di scena è l'unico modo per preservare la sua eredità e salvare il Paese da un secondo mandato di Donald Trump. Il presidente, a quanto pare, non l’ha presa bene. Rispondendo di essere categoricamente in disaccordo con quelle opinioni. Ribadendo ancora una volta di essere il candidato migliore per sconfiggere il tycoon. La persona ha parlato a condizione di anonimato per descrivere una conversazione privata. «Il Presidente ha detto loro che resta il candidato del partito, ha intenzione di vincere, e non vede l'ora di lavorare con entrambi per approvare la sua agenda dei 100 giorni e aiutare le famiglie che lavorano», ha detto il portavoce della Casa Bianca Andrew in una nota.
Anche Schiff lo scarica
Ma intanto al coro che chiede insistentemente a Biden di mollare si è aggiunto anche il dem californiano Adam Schiff, , già presidente della commissione Intelligence della Camera, in pratica il responsabile dei due impeachment di Trump: Biden deve «passare la torcia». Affermando di avere forti dubbi sul fatto che possa ancora sperare di vincere le presidenziali di novembre. «È stato uno dei presidenti più importanti nella storia della nazione» ha detto: «Ma siamo a un bivio: una seconda presidenza Trump minerebbe le fondamenta stesse della nostra democrazia».
Oggi al Senato, i democratici hanno una maggioranza di 51 a 49. Ma il moderato della Virginia Joe Manchin, un democratico recentemente passato agli indipendenti, non si ripresenterà: e nel suo Stato quasi certamente sarà l’elefante a vincere il suo seggio. Anche se i dem vincessero tutte le altre gare – eventualità improbabile - il risultato sarebbe comunque 50 a 50. Ovvero un Senato controllato dalla Casa Bianca, perché il vicepresidente ha la possibilità di esprimere il suo voto decisivo in caso di impasse.